Fanno più notizia i trasferimenti di Thiago Motta, Milito e Quagliarella del giugno 2009, oppure quelli di Pepe, D’Agostino e Pinilla del giugno 2010? Una domanda per una considerazione. Il mercato è cambiato ed è sempre più all’insegna del “pagare moneta vedere cammello” per citare Lotito e tutta la sua filosofia. Siamo a metà giugno e con un mondiale in corso che fa da borsino ai migliori talenti del calcio internazionale. Logica la frenata, logica l’attesa. Il Napolista ha fatto un gioco. Alla società azzurra sono state accreditate almeno un centinaio di operazioni avviate. Questo fa pensare che De Laurentiis sia pronto ad aprire i cordoni della borsa ed acquistare il fenomeno di turno. E invece no. E tutti a criticarlo. Ma guardiamo oggettivamente il mercato: Pepe, dall’Udinese alla Juve per 10 milioni a titolo di prestito oneroso pagabile in tre rate; Adriano alla Roma, ingaggio di tre milioni l’anno con clausola che se fa il cattivo non percepisce un tubo; D’Agostino alla Fiorentina, comproprietà di 4,5 milioni; Pinilla dal Grosseto al Palermo come Karami dal Bellinzona. E solo ieri ha chiuso anche Maccarone. Infine Simplicio che ha firmato con la Roma un triennale da 1,1 milioni l’anno.
Colpi di mercato? Forse Pepe perché anche D’Agostino è una scommessa dopo l’anno in “bianconero” vissuto ad Udine. E nel 2009 che accadde? Thiago Motta, Milito e Quagliarella in un amen. Poi Cannavaro, Barrientos ed altri giocatori che cambiarono casacca tutti nella prima metà di giugno. I due genoani-interisti furono annunciati da Preziosi addirittura a maggio prima di chiudere definitivamente il 30 giugno.
Cari Napolisti, rassegniamoci. E’ il gioco del mercato 2010/2011 dove prima si vende e poi si compra. E De Laurentiis non è da meno. Lo scorso anno acquistammo (acquistò) Quagliarella, Zuniga a prezzi un po’ eccessivi, lo abbiamo detto tutti. De Laurentiis, che non ha l’anello al naso, lo ha capito e vuole attendere, come tutti. Si dirà: ma tra un mese si parte e non abbiamo la rosa al completo. Tranquilli siamo in ottima compagnia. Tempi di crisi. Del resto anche mia mamma quando va al mercato, prima fa il giro dei banchi di frutta e poi trova ciliegie e albicocche al prezzo migliore per la loro qualità. Le primizie costano tanto e rischiano di non soddisfare troppo il palato.
Gianluca Agata
Lasciate in pace Aurelio
Ha imparato la lezione
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