ilNapolista

L’ultima stravaganza è chiedere a Sarri di giocare col 4-2-3-1

Il modulo demonizzato nel biennio Benitez (e utilizzato da Allegri), ora viene richiesto dai media per la convivenza tra Milik e Mertens. E Hamsik? E i sei centrocampisti?

L’ultima stravaganza è chiedere a Sarri di giocare col 4-2-3-1

Modulo che era considerato il demonio

Lo spettacolo d’arte varia del Napoli, e di tutto quel che si muove attorno, sta regalando in queste ore un’altra chicca: il ritorno al 4-2-3-1 di rafaelita memoria. Un modulo che ha provocato aggressioni giornalistiche al limite dell’incolumità. Due anni trascorsi a dire – sarebbe più corretto il termine vaneggiare – dell’insufficienza a centrocampo e anche del ruolo di Hamsik che effettivamente con Sarri ha trovato una collocazione più interna alla cotruzione del gioco. Per due anni il 4-2-3-1 è stato considerato a Napoli come una sorta di terrore o, peggio, l’idea di un uomo ridicolo.

Il 4-3-3 è su misura per questo Napoli

Poi i tempi passano. A Torino, sponda bianconera, Allegri col 4-2-3-1 sta vincendo tutto e come d’incanto a Sky Sport incensano quello stesso modulo cui hanno fatto la guerra nel biennio del panzone. A Napoli, Maurizio Sarri – che in passato, anche a Empoli, aveva adottato il 4-2-3-1 – si è presto converrito al 4-3-3 trovando i meccanismi perfetti per il suo Napoli. La squadra – che all’inizio dello scorso campionato anche nel primo tempo contro la Sampdoria, col 4-3-1-2, giocò molto bene – col 4-3-3 divenne subito inarrestabile. Un modulo che sembrò e tuttora sembra disegnato su misura per questo Napoli. Non a caso, il Napoli del 4-3-3 cominciò con due 5-0 consecutivi (Bruges e Lazio) e contribuì in poche settimane – lo scorso anno – a battere Juventus, Milan e Inter. Insomma, l’abito su misura per questo Napoli.

Modulo che ha resistito anche alla partenza di Higuain

È uno dei principali meriti di Maurizio Sarri l’aver cambiato le sue idee in corsa. Il Napoli cominciò a giocare in maniera praticamente perfetta. L’anno scorso quel meccanismo perfetto si inceppò soltanto a Bologna e in casa contro la Roma. Prima del contraccolpo psicologico subito allo Juventus Stadium. Il 4-3-3 ha resistito anche alla partenza di Higuain, dolore che ancora oggi Sarri riesce a trattenere. Con quel modulo il Napoli ha iniziato quest’anno a Pescara – con Gabbiadini centravanti – lo stesso modulo è stato utilizzato con Milik prima e con Mertens poi.

Il tema Hamsik

Quattro-tre-tre non solo per la fase offensiva, ma anche per la mediana. Con questo modulo, Hamsik è rientrato nei meccanismi di gioco, ha toccato decisamente più palloni. Al punto che in qualche partita, per alcuni tratti, è parso il regista della squadra. È stato Hamsik il calciatore più penalizzato dal modulo di Benitez, il giocatore che più ha sofferto. Hamsik, di contro, è il calciatore cui Sarri non rinuncia mai, nemmeno dopo una settimana in cui si è allenato poco e male. Lo toglie sempre mal volentieri dal campo. Ci chiediamo, dunque: come potrebbe adesso Sarri convertirsi a un modulo che di fatto penalizza Hamsik? È impensabile.

Sei centrocampisti in rosa

E poi oggi il Napoli è stato costruito per il 4-3-3. Ha sei centrocampisti, tutti di valore. È già un peccato vederne tre in panchina ogni domenica, figuriamoci quattro. Bisognerebbe modificare la rosa del Napoli che non a caso con Benitez aveva in organico il primo anno tre centrocampisti (Inler, Behrami, Dzemaili più Jorginho da gennaio) e il secondo quattro (Inler, Gargano, Jorginho, David Lopez). Oggi ne abbiamo sei, tutti validi. Già faticano a giocare con tre ruoli, figuriamoci con due. La squadra è stata costruita per il 4-3-3. Un cambio modulo, per la prossima stagione, dovrebbe obbligatoriamente condurre a qualche partenza.

La convivenza Milik-Mertens

Il 4-2-3-1 può essere utilizzato da Sarri in casi eccezionali ma è quantomeno stravagante chiedere oggi al tecnico toscano di modificare gli assetti di una squadra che sta disputando un signor campionato, che ha il terzo posto in frigorifero, che è arrivata negli ottavi di Champions, in semifinale di Coppa Italia, e – aggiungiamo – ha anche mostrato un bel calcio. Il modulo di questo Napoli ci sembra una delle certezze di questa squadra. C’è il problema attaccanti, questo sì. C’è stato già Gabbiadini che invece nel 4-2-3-1 avrebbe potuto giocare in almeno due ruoli. Un cambio modulo, ora, renderebbe ancora più incomprensibile la sua cessione.

Sta a Sarri capire se e come sia possibile la convivenza tra Mertens e Milik. Un tema di non facile soluzione, senza il sacrificio di Hamsik. O, comunque, di altri quattro centrocampisti. Qualcuno potrebbe obiettare: Allegri ha arretrato Pjanic. E allora bisognerà convincere Marek a tornare in mediana con un solo uomo al fianco e l’unico in grado di reggere quel ruolo sarebbe Diawara (in parte Allan che però ha un altro passo). Jorginho, molto caro a Sarri, diverrebbe superfluo.

A parte l’incoerenza – prima il 4-2-3-1 era il demonio, adesso lo si rivuole – bisogna guardare in faccia la realtà. Una realtà che tra l’altro ci sembra rosea. A meno che non si stia immaginando un futuro del Napoli senza Sarri. Che può essere anche ipotizzabile. Ma allora sarebbe un altro discorso.

ilnapolista © riproduzione riservata