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A proposito di Higuain / Caro Bocca, almeno i fischi lasciamoli in questo calcio

Fischiare un calciatore è una manifestazione civile di dissenso. Nel processo anestetizzante del calcio, preserviamo questa forma di contestazione.

A proposito di Higuain / Caro Bocca, almeno i fischi lasciamoli in questo calcio
Higuain controllato da Albiol

Il rito tribale

Andiamo subito al sodo. Fabrizio Bocca, su Repubblica, da anni padrone di casa del seguitissimo spazio “Bloooog!”, ha decisamente criticato i fischi che il San Paolo ieri sera ha dedicato a Higuain. Ecco che cosa ha scritto:

Veniamo subito al tema dell’Higuain fischiato. Ricordo solo rarissimi casi di un trattamento del genere, un’orgia di fischi che forse renderà orgoglioso il pubblico per aver sostanzialmente intimidito e annullato l’ex campione che se ne è andato a giocare nella squadra più forte, ma che a me non è piaciuta affatto. Non vedo cosa ci sia di bello e soddisfacente nell’accogliere un giocatore in questa maniera. È un atteggiamento profondamente disprezzante e molto antisportivo. Ma tant’è, il calcio ha di questi riti tribali cui piace abbandonarsi. E poi sulla reciprocità dell’affare ne abbiamo parlato fin troppo, ma difficilmente troveremo un punto di mediazione.

Il processo anestetizzante del calcio

Siamo d’accordo sulla reciprocità dell’affare. Anzi, l’affare l’ha fatto il Napoli. Peccato che non tutti i tesserati del Napoli lo abbiano compreso. Detto questo, facciamo fatica a trovare qualcosa di antisportivo nei fischi. Che cosa rimane al pubblico se non i fischi per poter criticare e contestare un calciatore? A Barcellona lanciarono una testa di maiale a Figo che li aveva lasciati per il Real Madrid. Il processo anestetizzante del calcio, che è in corso da tempo, per fortuna ancora non ha coinvolto i fischi. Nessun coro insultante, non è stato esposto alcuno striscione. Il calcio è certamente un rito tribale, Desmond Morris ci scrisse un libro anche discretamente di successo.

Paolo Rossi non si fece intimidire

Rispettiamo Bocca (e ci mancherebbe), i fischi non gli sono piaciuti. Però non ci ritroviamo nei suoi giudizi. I fischi a un calciatore non hanno nulla di antisportivo. Né di disprezzante. C’è disprezzo ma è stato manifestato nell’unico modo possibile. Quanto all’essere intimidito, ricordiamo che nel famoso Napoli-Perugia con Paolo Rossi fischiato per novanta minuti, Pablito non ebbe timore di andare dal dischetto e trasformare il calcio di rigore. Anni dopo, spiegò che gli parve la cosa più naturale del mondo. Se un calciatore che guadagna 7,5 milioni di euro all’anno si lascia intimidire dai fischi, allora vuol dire che non ha una struttura psicologica all’altezza di quello stipendio.

Non siamo fondamentalismi del pallone nostalgico però, dopo Napoli-Juventus senza divise azzurre né bianconere, non vorremmo finire in stadi silenziosi. Con timidi applausi. Il bello del calcio è che è un rito tribale. Ed è anche il segreto del suo successo.

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