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La “faida” Higuain-De Laurentiis: le mezze posizioni, il traditore consapevole

La Gazzetta dello Sport ripercorre i “messaggi” della serata nel triangolo Gonzalo-tifosi-De Laurentiis, il Pipita ha confermato la sua infantilità e ha “spiegato” la natura reale del suo trasferimento.

La “faida” Higuain-De Laurentiis: le mezze posizioni, il traditore consapevole

La ricostruzione della Gazzetta

È stata la notte della doppietta di Gonzalo Higuain al San Paolo. Ma è stata anche la notte della guerra rinnovata (ma mai sopita) tra tutto il clan Pipa e Aurelio De Laurentiis. Ne avevamo scritto l’altro ieri, eravamo rimasti un po’ interdetti dalle reazioni di Gonzalo alle reazioni del pubblico. E Gonzalo, ieri sera, ha continuato sulla strada intrapresa il primo giorno in cui ha ritrovato la parola da calciatore bianconero. Tifosi del Napoli, non è colpa mia ma di De Laurentiis. Sono stato costretto ad andar via. Ovvero, di nuovo e ancora, cavalcare il sentimento più facile possibile, la scelta più ovvia.

La ricostruzione della Gazzetta è abbastanza completa: i gesti nel riscaldamento, quelli al momento del gol, i tweet del postpartita. Insomma, quello che è successo ieri. In più, c’è qualche particolare succoso in più. Come «la mail di inizio luglio, nella quale il giocatore comunicava al Napoli di esercitare con la Juve la clausola di rescissione. Ben prima che poi arrivasse alla fine di quel mese l’ufficialità dell’operazione». Come «la causa per vecchie pendenze, Higuain sostiene che ancora il Napoli gli debba una somma di circa 600 mila euro, relativi al contratto di immagine per la stagione 2015-16 e una parte anche per quella precedente».

Il senso della cosa

La Gazzetta ha definito «fischi d’amore» quelli del San Paolo. Una forzatura vicina alla realtà, certo. Ma la sensazione è che qualcosa non sia stato detto del tutto. Oppure sia un semplice teatrino delle parti. Nel senso: se c’è una verità che noi non conosciamo su questo trasferimento, se c’è una reale mancanza di De Laurentiis, perché non comunicarcela e stravincere a mani basse la partita con il pubblico? Higuain potrebbe portarselo dalla sua parte in maniera definitiva, e invece è rimasto sulle mezze posizioni.

La gestione della comunicazione della famiglia Higuain, vedasi la strana storia di Twitter nel concitato postgara, non è mai stata eccelsa. E la linea del dopo-trasferimento, esattamente come quella del pre, è sempre stata quella di dire e non dire, incolpare platealmente senza raccontare davvero. Una cosa che fa gioco al presidente del Napoli, che ha sempre potuto sostenere la sua verità («è andato via nonostante una nostra proposta pari a quella altrui») senza essere contestato.

Le scelte facili

Higuain ha continuato nella sua sequenza di “scelte facili”, una dietro l’altra. Il silenzio pubblico sulla Juventus, la mancata assunzione delle responsabilità del trasferimento, la storia del progetto vincente e delle promesse disattese. Non molto di più rispetto a un tifoso qualsiasi, insomma. Una storia che non ha mai avuto realmente presa su un pubblico che si è sentito tradito da un calciatore diventato idolo. E che ieri ha finalmente fatto capire di essere consapevole di questa sua natura “giudaica”. “La colpa è tua”, lo scrive anche la Gazzetta. Come se avesse riconosciuto l’oscurità, mascherata da professionismo, di questo tipo di trasferimento.

Higuain, oltre alla natura fanciullesca delle proprie azioni di contorno, ha finalmente dimostrato la vera natura della sua scelta juventina: la ripicca personale nei confronti del suo ex presidente. I tifosi della Juve saranno contenti di avere in casa un calciatore tanto attaccato alla maglia.

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