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Per le radio romane c’è solo il derby: è come se il Napoli non esistesse

Le emittenti che si occupano h24 della Roma, un fenomeno unico in Italia, sembrano snobbare l’impegno di domani. E parlano di Lazio, Spalletti e del suo futuro.

Per le radio romane c’è solo il derby: è come se il Napoli non esistesse

Un fenomeno unico

Alla vigilia di ogni partita contro la Roma il mio passatempo preferito, da emigrato nei dintorni della capitale da ormai oltre 20 anni, è ascoltare le radio romane nella settimana precedente la partita. È un fenomeno unico in Italia, una radio che, h24, si occupa esclusivamente della squadra di calcio. Le ho sintonizzate a casa e in macchina. Non mi perdo una battuta. Vero è che il 50% del tempo è occupato da pubblicità lunghissime e noiosissime, e non di rado capita che durante lo zapping tutte siano impegnate negli spot, ma capire qual è il polso e lo stato d’animo della tifoseria è un passatempo imperdibile. Ed è divertente soprattutto sentire cosa dicono di te, se ti temono, se ti sottovalutano.

Questa volta mi sono divertito di meno. Di Roma-Napoli non si parla, quasi non esistesse. La presenza di un derby, per di più perso, a metà settimana, ha convogliato tutta l’attenzione su quella partita, sia prima che dopo. Un non romano non capirà mai, e confesso che anche io ancora non l’ho capito, perché il derby è più importante di uno scudetto, ma tant’è. Neanche quello che dice Riccardo, uno dei conduttori storici di una delle emittenti, mi risulta comprensibile. “Ma che ce frega di Fiorentina, Juve, Inter, Milan e Napoli. I miei nemici sportivi sono i laziali”, ma poi aggiunge, “non è che li prendo a sprangate quando li incontro”, e meno male.

Cosa pensa il tifo giallorosso

Dunque da due giorni nelle radio romane, che hanno un filo aperto continuo con le telefonate dei tifosi, non si parla d’altro. Potevo capire che questo accadeva ieri, il postpartita dopo una sconfitta è sempre assai doloroso, e questo lo è particolarmente, ma oggi, vigilia di una sfida fondamentale per il secondo posto e per il ruolo di antiJuve francamente mi è assai più incomprensibile. Gli argomenti principali, tra ieri e oggi, da cui nascono discussioni fiume, sono in ordine di rilevanza:

  1. Spalletti non è l’allenatore adatto per questa squadra perché fa poco turnover, meno male che forse va all’Arsenal o al Tottenham ma lo cerca anche la Juve
  2. Spalletti è l’allenatore adatto per questa squadra e fa poco turnover perché la società non gli ha comprato riserve adeguate, speriamo non vada né all’Arsenal né al Tottenham né tanto meno alla Juve.
  3. Nainggolan è stanco e deve rifiatare, meglio che salti una delle prossime partite.
  4. Nonostante Nainggolan sia stanco lo voglio in campo sempre perché non c’è nessuno in grado di sostituirlo.
  5. Totti doveva entrare prima. Quando non ci sono romani in campo il rendimento della squadra cala. Il Capitano (qui lo chiamano solo così) ha giocato solo 5 minuti e De Rossi era fuori. Con Florenzi infortunato uno dei due deve esserci sempre.

E il Napoli?

Tutte queste considerazioni, infarcite assai spesso da turpiloqui più o meno pesanti, non vengono fatte in considerazione della sfida di domani ma come disamina della sconfitta nel derby. Insomma, ci stanno snobbando. Parlano più del ritorno di coppa Italia con la Lazio che della gara di domani. E un tifoso più presuntuoso degli altri arriva a dire: “Se avesse vinto la Roma 2-0 sulla Lazio il discorso qualificazione sarebbe già chiuso, ma poiché hanno vinto loro ci basta il 3-0 per arrivare in finale”. Applausi da studio. E il Napoli? Delle tre sconfitte nelle ultime quattro partite? Che ne pensa il tifoso medio romanista? Boh.

In due giorni soltanto in un intervento telefonico qualcuno ne ha parlato: “Voglio ricordare che domani c’è una partita importante. Se vinciamo andiamo a più otto, ma voglio anche sottolineare che la sconfitta con quelli è tutta colpa del tecnico. Nell’intervallo doveva fare almeno due cambi, Nainggolan era stanco, è meglio che Spalletti va alla Juve così la indeboliamo”. E’ stato quello il momento in cui ho spento. Non mi divertivo più.

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