ilNapolista

Napoli, nun te scurda’ ‘e Milik

È stato abbondantemente chiarito che Milik sarà “tenuto in caldo” per il prossimo anno, dalle scelte e dalle parole di Sarri. Ma non dimentichiamo che Arkadiusz rappresenta un’alternativa anche nel presente.

Napoli, nun te scurda’ ‘e Milik

La conferma di Empoli

Una parentesi, questa è stata Napoli-Crotone. Una parentesi di prima punta in un tridente ormai consolidato, consolidatosi titolare. Callejon-Mertens-Insigne, automatismi rodati, resa quasi certa. Anche in Toscana, a Empoli, i prescelti sono stati loro. È una conferma di quelle che sono e dunque saranno, da qui alla fine, le intenzioni di Sarri nei riguardi della formazione titolare, del tridente da schierare di volta in volta.

Non ha tutti i torti, mister Maurizio. Nel senso: Mertens ha segnato 20 gol in campionato. Insigne ha già raggiunto la miglior stagione, in termini di realizzazioni, della sua carriera. Callejon non segna da un po’, ma non è che questo depotenzi o comunque sminuisca il lavoro del tecnico. Anzi, probabilmente lo avvalora: il Napoli sta facendo tantissimi gol senza riuscire a “contare” anche sullo spagnolo. Quindi giusto, avanti così, avanti tutta. Però, c’è un però. E perdonateci il gioco di parole. Questo però ha un nome: Arkadiusz Milik.

Una strana parabola

Molto spesso, durante l’assenza per infortunio di Milik, ci siamo chiesti perché abbiamo letto, “cosa sarebbe stato, questo Napoli, se avesse avuto anche Milik a disposizione”. Non avremo mai la controprova che la squadra Sarri sarebbe più avanti in classifica, ora. Possiamo avere qualche sensazione, magari riferita a partite chiuse in cui la stoccata di un centravanti propriamente detto e definito avrebbe potuto far comodo. Il rendimento di Mertens, però, ha spento via via queste velleità. E ha definito la strana parabola di Milik.

Ripercorriamola: acquisto in sordina e di sordina, contender di Gabbiadini per una maglia da titolare, idolo delle folle, giocatore infortunato e non sostituibile, messia salvifico per la Champions League. E oggi, panchinaro di lusso. Di gran lusso, anzi. Ingressi nel finale a tenere palla, a riprendere confidenza con il gioco e con il Napoli. Un solo match da titolare, seppure di una certa rilevanza, a Torino contro la Juve. Prestazioni brevi e promettenti (soprattutto a Verona), nulla di trascendentale ma la solita aderenza tecnico-tattica a ciò che questa squadra fa e propone. Poco altro, perché c’è poco altro da cui poter attingere. Da qui a fine anno, non vorremmo profetizzare in maniera avventata, la sensazione è che si andrà avanti così. A spizzichi e bocconi di calcio.

Giusto così (?)

Sarri l’ha detto proprio apertamente, oltre ad averlo fatto capire. Oggi c’è Mertens perché questo Mertens non si può ignorare, ha i crismi dell’insostituibilità. Che poi vuol dire prendere pure due piccioni con una fava, perché Milik servirà al 101% nel prossimo campionato e ha bisogno di allenarsi, più che di giocare.

Una gestione particolare del caso e del caso del calciatore, senza dubbio. Una gestione che può essere condivisibile dal punto di vista sanitario, riferito alle condizioni del calciatore (basti vedere le ricadute di Florenzi per capire che con il crociato non si scherza), ma che ci lascia giusto un po’ perplessi dal punto di vista tecnico. Ma solo perché Milik rappresenta la miglior soluzione possibile per sostituire Mertens, dato che anche Pavoletti non ha dimostrato (finora) di poter offrire un qualcosa di più e di diverso rispetto al folletto belga. Quindi, come dire: giusto così, giusto pensare all’anno prossimo e primariamente al recupero fisico, completo ed assoluto del calciatore. Ma qualche minuto (in più) a Empoli non è proprio contemplato? Con il Crotone si è scelto di schierare Pavoletti, possiamo considerarla una decisione giusta esattamente come la sostituzione con Mertens nel momento in cui c’era da chiudere la partita secondo alcune dinamiche tattiche. Ma a Roma, se hai deciso che Milik entrerà, perché farlo entrare a 10′ dal termine e non a 17′ dalla fine più recupero?

Tenersi in caldo una chance

Non vogliamo rimproverare a Sarri la gestione assoluta di Milik. Della serie: è Sarri che guarda  il Napoli in allenamento e in partita, è Sarri che ha il polso e la temperatura fisica e tecnica della squadra. Però, come abbiamo scritto nel titolo vernacolare: non dimentichiamo che Arkadiusz Milik rappresenta una possibilità, per il Napoli. Un patrimonio tecnico, una ulteriore chance tattica. Il polacco studia da centravanti associativo, moderno, incarna una figura fondamentale per il gioco del Napoli secondo altre caratteristiche rispetto a quelle di Mertens. Un’interpretazione del ruolo più funzionale di quella di (questo) Pavoletti, quindi una reale alternativa per alcuni momenti di questa squadra.

Ecco, il punto era ed è solo questo. Rispolverare la coscienza di Milik, soprattutto in chiave puramente tattica. Ricordarci di Milik vuol dire questo, fondamentalmente: offrire al Napoli una soluzione in più, interna e già verificata nella sua efficacia dei momenti buoni. Non è detto per forza che per uno o due di questi si debba aspettare necessariamente l’anno prossimo.

ilnapolista © riproduzione riservata