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Sarri-De Laurentiis, la stampa di oggi: anche se è amore, non si vede

Le varie interpretazioni della stampa rispetto all’evoluzione del rapporto Sarri-De Laurentiis. Dal possibile addio al lieto fine, come nei film comici all’italiana.

Sarri-De Laurentiis, la stampa di oggi: anche se è amore, non si vede

Rassegna

Abbiamo fatto “sfogare” la mattinata, che poi vuol dire “sfogliare la margherita”. Che poi, sfogliare le pagine di un giornale, in questo caso, è la stessa cosa. E il m’ama non m’ama diventa “fanno pace o non fanno pace”, e quando fanno pace e come fanno pace. De Laurentiis ha appiccato un incendio, mercoledì sera. Di certo, è riuscito a spostare l’attenzione lontana dalla squadra. Mario Colella, per il Napolista, ha considerato l’ipotesi della strategia mediatica pianificata. Nel caso, un vero colpo di genio.

Perché, nel frattempo, i giornali scrivono. Raccontano ieri, immaginano domani. Ne dicono di ogni. A cominciare dalla breve storia triste di Leonardo Pavoletti, che forse è un po’ l’uomo nel cofanetto della polemica. Secondo la Gazzetta, l’ex Genoa potrebbe giocare dal primo minuto a Verona. Un’investitura da titolare a cui Sarri pensava ben prima della sfuriata presidenziale, al di là delle parole sibilline del presidente sulla valorizzazione degli investimenti. Anzi, Sarri gli avrebbe fatto intendere che avrebbe iniziato dal primo minuto proprio contro i gialloblù dopo la tribuna di Madrid. Quindi, in pratica, De Laurentiis è stato solo troppo frettoloso.

Ficarra&Picone

Nel racconto dei giornali, Aurelio e Maurizio sono un po’ come Salvo e Valentino. Si pizzicano, si guardano senza toccarsi, (non) si salutano con una certa malavoglia. Per Repubblica, il tecnico prepara la rivincita personale sul campo, anzi davanti al video: full immersion per mandare a memoria le dinamiche di gioco del Chievo. Per Tuttosport, invece, i dirigenti del Napoli impiegheranno le tre settimane che ci separano da Napoli-Real Madrid come tempo diplomatico. Obiettivo della missione: ricucire lo strappo.

Anche perché, leggiamo, «chi conosce il presidente sa che dopo l’incazzatura ci mette cinque minuti per tornare sorridente e propositivo come prima». Anche con Sarri, suo nemico amatissimo. Non si può dire meglio di come hanno fatto Ficarra&Picone: anche se è amore, non si vede.

Per Gazzetta, «le somme si tireranno a fine anno». Anche perché, in questo momento, «i rapporti non sono certo idilliaci». Diciamo che non era difficile immaginarlo. Le aggiunte, però, riguardani la frase che – tra le tante – avrebbe «accigliato» il tecnico (quella sulle posizioni da difendere) e il contratto del tecnico: che si può sciogliere unilateralmente con una grossa penale, ma solo a partire dal 2018. Quindi, come nei matrimoni difficili: si andrà avanti, poi si vedrà.

Chiudiamo con Alfredo Pedullà, uno che fin dal primo minuto si è schierato apertamente con il tecnico toscano. Al di là di un’altra difesa di Sarri, l’esperto di mercato di Sportitalia lancia una possibilità non contemplata da nessuno, fino a questo punto. Una “nuova pace”, siglata grazie e attraverso un nuovo adeguamento del contratto in essere fino al 2020. Un segno di rinnovata fiducia, un dietrofront bello e buono che sorprenderebbe tutti. Lo stesso Sarri, «infastidito dall’ennesima ingerenza presidenziale». Un lieto fine, anzi un lieto film. Classico, come quelli tipici di produzioni alla Ficarra&Picone o similiari. Che però, nel frattempo, almeno fanno ridere.

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