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Milik ha già vinto. È il miglior uomo marketing del Napoli

Dopo 119 giorni, Milik torna. Da centravanti del mistero, pagato troppo, all’atteso ritorno. Senza di lui, il Napoli ha segnato di più. Ma lui ne ha segnato uno ogni 85 minuti.

Milik ha già vinto. È il miglior uomo marketing del Napoli
Milik

Il ritorno dopo 119 giorni

Arkadiusz Milik ha già vinto. E, nonostante la giovane età (il 28 febbraio, compirà ventitré anni, uno in meno rispetto a Mauro Icardi), ha un futuro assicurato. È di gran lunga il miglior uomo marketing del Napoli. Non che ci volesse granché, potrebbe obiettare qualche malpensante. Sta di fatto che in quarantotto giorni, appena quarantotto giorni, Milik ha radicalmente invertito il giudizio su di sé. Da calciatore promettente ma pagato tantissimo (32 milioni di euro) a centravanti buono per la panchina non certo per fare il titolare del Napoli, peraltro dopo un certo Gonzalo Higuain. Da promessa più o meno misteriosa, quindi, a calciatore atteso come il pane, indispensabile per il gioco della squadra di Sarri. Anche se i numeri hanno detto altro. Ma i numeri sono un incidente della storia rispetto alla percezione della realtà.

Ha fatto cambiare idea ai napoletani

Quarantotto giorni sono passati dal 21 agosto. Domenica. Stadio di Pescara. Arkadiusz Milik fa il suo esordio in serie A all’ottavo del secondo tempo. Sostituisce Manolo Gabbiadini. È il doppio cambio che modifica la partita, con lui entra Mertens che segna una doppietta. Milik gioca, si muove, si rende protagonista di un bel sinistro da fuori. Conquista sul campo la maglia da titolare contro il Milan. E segna due gol nel primo tempo. Uno da opportunista, con un po’ di fortuna. L’altro con un bel colpo di testa su calcio d’angolo. È Milik-mania. Poi gioca 66 minuti a Palermo, senza segnare.

Le tre doppiette

L’altra data che inverte la sua stagione è il 13 settembre. Il Napoli gioca a Kiev la prima partita di Champions League. È sotto uno a zero. Milik cambia la partita in dieci minuti, con due colpi di testa che regalano la vittoria a Sarri. Il Napoli ha ufficialmente trovato il centravanti. E la conferma arriva quattro giorni dopo. Si gioca Napoli-Bologna, al centro dell’attacco c’è Manolo Gabbiadini. Che al 61esimo lascia il posto a Milik. Siamo sull’1-1. Il tempo di ambientarsi. Hamsik sul centrosinistra lo vede scattare e gli serve una palla in velocità, lui va in progressione, azzanna la preda e anticipa il portiere Da Costa in uscita. Il San Paolo è ai suoi piedi. Viva la Polonia. Poi segnerà anche il secondo.

In campionato non segna da Napoli-Bologna

Da quella sera, in campionato, non segnerà più. Zero gol col Genoa a Marassi. Zero gol Chievo al San Paolo (entra nel secondo tempo). Zero gol nella prima sconfitta, a Bergamo contro l’Atalanta. Poco importa. Realizzerà il rigore del momentaneo 4-0 al Benfica. In totale, sette gol in nove partite. Uno ogni 85 minuti giocati. Una media di tutto rispetto. L’8 ottobre si infortuna durante Polonia-Danimarca. Ed entra, se possibile, ancor di più nel cuore dei napoletani. L’infortunio, il dolore, l’operazione, la sfortuna. Milik diventa, suo malgrado, anche l’emblema del papponismo. Colpa di De Laurentiis che non ha acquistato il secondo centravanti. Ma Milik vive di luce propria. Il Napoli scandisce le tappe della sua degenza. E lui non è da meno. Persino Maradona corre a rincuorarlo.

La media gol con lui e senza di lui

Domani, 4 febbraio, saranno 119 giorni di assenza dai campi da gioco. 119 giorni durante cui la forza di Milik, la percezione della forza di Milik, è cresciuta in maniera inarrestabile. Un’operazione di marketing, ripetiamo, che nel Napoli degli ultimi anni forse è riuscita soltanto a Lavezzi. Che però poggiava anche, se non soprattutto, su altri fattori. L’attesa per Milik non è mai diminuita. Nemmeno quando il Napoli ha cominciato a segnare gol a grappoli. In fondo, con lui, il Napoli ha segnato 14 gol in sette partite di campionato. E venti in nove, se consideriamo le due di Champions. Una media di 2 gol a partita in Serie A e 2,2 tutto compreso.

I tredici gol di Mertens in campionato

Senza di lui, il Napoli ha segnato 34 gol in 15 partite in Serie A, diventando il miglior attacco del campionato. Per un media di 2,3 gol a partita. Superiore a quella avuta con Milik. In totale, comprese anche la Coppa Italia e la Champions, 43 gol in 21 partite: poco più di due gol a partita. Nella sostanza, con Milik o senza Milik non è cambiato niente. Anzi, l’attacco del Napoli è migliorato. Ma nessuno ha mai messo in discussione il polacco, almeno nella percezione della tifoseria. A Mertens non sono bastati nemmeno i tredici gol. C’è un calpestio di zoccoli che accompagna il ritorno di Arkadiusz. E non solo di zoccoli, anche di clic. Chi opera sul web, lo sa quando un personaggio è trainante. Milik lo è. Lo è sempre stato. Da quelle tre doppiette di fila. Quel fisico imponente. Quel sorriso spontaneo. Quello sguardo che è altro da noi, è Slesia, eppure ha bucato il video. Soprattutto, ha bucato le porte.

Domani a Bologna

Domani il Napoli giocherà a Bologna. Milik andrà almeno in panchina. Come a Pescara. È un calciatore che ha dimostrato di non subire gli esordi e quindi crediamo nemmeno i ritorni. Ora bisogna vedere se riuscirà a fronteggiare l’eventuale risacca in caso di ripartenza non all’altezza del ricordo. Oppure se stupirà di nuovo tutti e si riprenderà il suo posto, come se nulla fosse. Sorridendo e mostrando ancora una volta come, senza un marketing all’altezza, non si va mai da nessuna parte.

 

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