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A San Gregorio Armeno pastori “incappucciati” per eccesso di selfie

I maestri presepisti si difendono così dal surreale traffico natalizio

A San Gregorio Armeno pastori “incappucciati” per eccesso di selfie
Pastori incappucciati a San Gregorio Armeno

I pastori raffiguranti De Laurentiis, Sarri e Insigne incappucciati come ostaggi dell’Isis. E pure la buonanima di Pino Daniele, con un sacchetto rosso in testa. Li hanno coperti, censurati per eccesso di selfie. Troppi turisti nell’imbuto di San Gregorio Armeno, troppe foto. Traffico pedonale bloccato. Ferrigno, la bottega di maggior prestigio storico del vicolo, ha pensato bene di correre ai ripari “per ordine pubblico”.

C’è troppa folla, non sostate a lungo

Testuale, da cartello affisso al collo di Sarri: “I personaggi sono coperti per una questione di ordine pubblico, c’è troppa folla, non sostate a lungo a fare foto, grazie”. Una sorta di gentile (e finto) “iatevenne” ad uno sciame di visitatori scatta-e-fuggi che, armati di bastoncino per il selfie, si muovono in transumanza come in un museo a cielo aperto. E che, soprattutto, trasformano una negazione nel suo esatto opposto. Venuti per fotografare i vip di terracotta a grandezza naturale, si fermano davanti alle opere incappucciate e giù mitragliate di flash.

pastori
La curiosità turistica divora tutto: se gli si dà in pasto l’ennesima trovata “geniale”, questa viene irrimediabilmente tradotta nel feticcio napoletano da portarsi a casa. E come dargli torto. Quelle che una volta erano le più sacre bancarelle dell’arte presepiale sono ormai affollate di varia e degenere statuaria vipperia: una tradizione deteriore nella tradizione. Tra un San Giuseppe e una Madonna attorno a quella benedetta capanna si accapigliano Salvini, Renzi, Grillo e tutto l’album Panini della serie A, alla ricerca del marketing più furbacchione.

Nel moltiplicarsi di pezzi “unici” è partita la corsa alle dimensioni, arrivando al rapporto 1:1 che tanto attira la fisiologica sosta-foto. Sei a Napoli e non vai a San Gregorio Armeno a farti un selfie abbracciato a De Laurentiis? (E chi li paga i diritti di immagine, poi?) “Pappone!”, scherza un tifoso fotografandosi accanto al presidente mutilato. E un altro domanda se al posto di Insigne poi esporranno Mertens, per fare un po’ di turnover.

Eccesso di selfie con pastori

La scena è decisamente surreale: olandesi che in t-shirt (siamo a dicembre, a Napoli… per loro è estate) chiedono a un barese in giubbotto da neve perché quel personaggio in tuta ha una sigaretta in mano e la testa imbustata. Un indigeno che taglia la folla con lo scooter a motore spento urla alla gente di tenere la destra altrimenti “si blocca tutto”. Romani che per pagare un asinello con sporta di frutta – trascinati dalla corrente umana – devono passarsi i soldi in catena per arrivare alle mani del commerciante. E tutti – immancabilmente – fanno foto su foto: si abbracciano, sorridono, s’inquadrano dall’alto per riprendere la folla che nel frattempo gli monta alle spalle tra una bestemmia e l’altra.

Liberate gli ostaggi

Questo è un posto dove vendono i corni contro il malocchio e ci tengono a precisare che “sono senza olio di palma”!

Pastori e corni. San Gregorio Armeno

Ogni cosa è creata apposta per ribadire con fierezza l’ingegnosità del commerciante napoletano, altro che l’auto-censura stonata dei maestri presepisti. “Ma non se ne poteva più – ci spiegano – c’è un oceano di gente, e se ognuno si ferma per le foto si blocca tutto. E così abbiamo pensato di eliminare il problema più grosso, i personaggi a grandezza naturale”.

Come calare un velo sul Colosseo perché ai Fori Imperiali i turisti bloccano il traffico, tipo. E perché, allora, non toglierli proprio dalla strada, invece di impacchettarli con i sacchetti della spesa? Perché – è chiaro – non si rinuncia alla propria visibilità “per ordine pubblico”, al massimo si rischia una brutta figura.

La colpa non è, evidentemente, dei “pastori”. Non c’è una colpa, più che altro. Napoli è diventata per svariati motivi una capitale del turismo, e il centro storico, nel periodo natalizio, con il clima delle feste e gli odori dello street food più gustoso ed economico d’Europa è miele per le api. Il problema semmai è la trasformazione delle attrazione vive – i vicoli di Napoli, come Venezia ecc… – in luna park turistici, con la demolizione del loro valore intrinseco svenduto con poca attenzione all’artificiosità dozzinale. Però è un trend mondiale, e non c’è poi molto da fare.

Liberate gli ostaggi, quindi. E togliete a Sarri il cappuccio… che deve fumare.

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