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Hamsik il campione silenzioso

Mai una polemica, mai una richiesta contrattuale che ha fatto discutere. Tanti sono andati via, Hamsik è rimasto, in silenzio.

Hamsik il campione silenzioso
Marek Hamsik (foto Ciambelli)

Il mito di Maradona

Sono cresciuta col mito di Diego Armando Maradona. Non l’ho mai visto giocare, non ho vissuto l’epoca sua e degli scudetti, eppure ho in me quell’idea di sacra indissolubilità tra lui e il Napoli. Oggi si dibatte, si è divisi tra chi pensa che Diego sarà il simbolo del Napoli per sempre e chi invece cerca a tutti i costi un sostituto. Una corsa frenetica allo svecchiamento e all’abbandono degli stereotipi, convinti che bisogna seppellire il passato per poter vivere una nuova epoca d’oro e tornare a vincere lo scudetto.

Tutti i candidati, da Lavezzi a Cavani

Abbiamo candidato tanti calciatori più o meno forti, a diventare l’erede di Maradona. Il Pocho Lavezzi, il matador Cavani, Higuain, ci abbiamo timidamente provato persino con Insigne. E adesso attendiamo il messia sperando nel ritorno in campo di Milik. Ogni volta abbiamo urlato e ci siamo sbattuti per affermare con ogni mezzo che fosse quello giusto. Una battaglia intestina tra noi tifosi per affermare il proprio candidato alla successione. È stata un’eterna campagna elettorale a suo di slogan e soprannomi. Molto rumore per nulla. Perché a tutt’oggi un sostituto di Diego nel cuore dei napoletani non è stato trovato.

Quel numero 17

Eppure sabato sera mi si è aperto uno spiraglio, ho avuto una rivelazione. Ho guardato in campo, ho visto quel numero 17 che tanto fa paura nella superstizione partenopea e l’ho visto. Proprio lui, Marek. Umile, discreto, mai protagonista. Accusato di essere un capitano poco trascinatore. Ieri ha raggiunto il record di gol di Cavani, in questi dieci anni in maglia azzurra ha bruciato molte tappe, vissuto alterne vicende. Sempre in campo, sempre presente, (quasi) sempre sorridente. E all’improvviso ho capito. Abbiamo urlato e ci siamo sbracciati per tanti giocatori che a loro volta si sono battuti in petto, sono corsi a cantare sotto la curva, hanno chiesto aumenti, si sono proclamati trascinatori, ma poi alla fine ci hanno abbandonato.

Mai una reazione eccessiva né una polemica

Marechiaro invece non si è mai reso protagonista di reazioni eccessive, non ha mai messo in discussione il presidente o l’allenatore, non ha mai chiesto aumenti di contratto o discusso sui diritti di immagine. Un eroe silenzioso che ha macinato chilometri in campo senza mai sbandierarli, ma che ha coltivato giorno dopo giorno il suo posto nel cuore dei tifosi, di tutti i tifosi. Perché al netto di tutte le posizioni contrapposte, papponisti e filo presidenziali, sarristi e non, l’amore per Marek non si discute, è universale. Adesso lo so, sono certa che se qualcuno potrà mai prendere il posto di Maradona nel cuore dei napoletani, nel nostro cuore quello è Hamsik.

p.s. La dieci non si tocca

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