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Espnfc contro il sistema del sorteggio in Champions: «Quali vantaggi per chi arriva primo?»

Una delle più autorevoli testate sportive critica la formula della Champions e fa una proposta provocatoria: e se fossero le prime dei gironi a scegliersi l’avversaria?

Espnfc contro il sistema del sorteggio in Champions: «Quali vantaggi per chi arriva primo?»

Il Napoli c’entra poco (non può vincere la Champions)

Cominciamo col dire che riportiamo su questo tema senza “piangere”. O meglio: senza considerare il Napoli come una delle “vittime” del sistema-Champions. Di un sorteggio che potrebbe portare la squadra azzurra, prima nel girone, ad affrontare corazzate come Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester City. La squadra azzurra non ha velleità di vincere la Champons, quindi questo discorso ci interessa marginalmente. Però, ammetterete che è strano dover andare incontro a un sorteggio in cui potrebbero venir fuori, contemporaneamente, Barcellona-Bayern Monaco e Monaco-Porto. Cioè, non è strano. Tutto è stato deciso dal merito, essere arrivati primi o secondi. Ma è comunque singolare, e penalizzante per i grandi club.

Due articoli

Questo è quello che prova a spiegarci Espjnfc in due pezzi diversi, usciti oggi. Il primo, a firma di Gabriele Marcotti, si intitola “Gli ottavi di Champions trarrebbero vantaggio da una diversa classificazione”. Ovvero: rivedere il sistema di accoppiamento agli ottavi, perché così – come anticipato sopra – il rischio di affidare tutto alla fortuna è troppo alto. E finirebbe per essere penalizzante per la competizione.

«Il pensiero va, per esempio, alla Juventus – spiega Marcotti. Sarebbe stato meglio finire secondo piuttosto che vincere il gruppo? Ma la questione più ampia è: cosa significa vincere un gruppo ed ottenere il rango testa di serie nel sorteggio degli ottavi? I vantaggi derivanti da questa situazione valgono lo sforzo?». I bianconeri hanno il 62% di possibilità di trovare, come avversaria, una Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester City e Psg. L’analisi dei vantaggi parte dal fatto di giocare il ritorno in casa, che, come spiegato nel pezzo, non è sempre una cosa positiva. Solo in 16 occasioni, sugli ultimi 30 doppi confronti europei, ha vinto la squadra che ha iniziato in trasferta. In Europa League, questa statistica scende a 33 su 70. Meno del 50%.

«Una selezione di amichevoli»

Lo stesso concetto viene ampliato nel secondo pezzo, a firma di Nick Miller. Che, con grande severità, definisce la fase a girone come «selezione glorificata di partite amichevoli». Nelle sue considerazioni, una domanda: a parte il caso Leicester e alcune partite come Real Madrid-Borussia Dortmund, quali sono stati i temi fondamentali di questa fase preliminare? Il tifoso del Napoli, quindi noi, risponderemmo che il nostro girone è stato incerto fino all’ultima partita. Sì, ma era anche uno dei più equilibrati per le forze in campo. Non è un caso che, a contendere la qualificazione alle due squadre di prima fascia, ci sia stata quella proveniente dalla quarta (il Besiktas). Il problema sta nella formula, spiega Miller. Che, però, sottolinea come questo livellamento sia una risultante dell’impostazione che la Champions ha da quattordici stagioni,

La stessa considerazione fatta da Marcotti nel resto del suo pezzo, in cui si chiede «a cosa serva la fase a gironi se poi, agli ottavi, hai un sistema che permette ai grandi club di affrontarsi subito?». Tanto vale iniziare, da subito, con un tutti contro tutti. Oppure, modificare il sistema di accoppiamento, escludendo il sorteggio e basandosi su una “scelta” da parte delle migliori prime dei gironi.

Una proposta rivoluzionaria

La spiegazione (provocatoria) di Marcotti: «E se le teste di serie avessero la possibilità di scegliere il proprio avversario? Si potrebbe individuare un modo per classificarle, un ranking misto tra risultati della stagione in corso e degli ultimi cinque anni. Dopo aver stilato questa classifica, la prima sceglierebbe la squadra da affrontare. Poi, via via, tutte le altre». Certo, non è il massimo della sportività, ma Marcotti spiega che un sistema di questo tipo è stato utilizzato in altri sport, rugby e hockey su ghiaccio. Spiega che una soluzione di questo tipo potrebbe essere vista come un invito a crescere, da parte dei top club, alle squadre che decideranno di affrontare. E auspica che potrebbe essere addirittura una soluzione che stuzzica l’orgoglio delle seconde “selezionate” dalle più forti.

Ovviamente, la soluzione proposta da Marcotti è eccessiva. Irreale, ci viene da dire. Lo sa anche lui, quando conclude il pezzo scrivendo che il calcio è uno sport «conservatore» e quindi questa è una riforma impossibile. Ed è, come detto, una provocazione. Che, però, restituirebbe forse a un torneo stretto nella morsa di una formula sbagliata (la prima urna con i campioni nazionali, con dentro il Cska Mosca, ad esempio, è un abominio) una «narrazione diversa, una drammaticità nuova. Oggi è tutto molto noioso. E, diciamocelo, anche la politica e gli intrighi di questa nuova formula potrebbero aiutare a ravvivare l’interesse». Proposta forte, sì. Voi cosa ne pensate?

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