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Napoli città d’arte e d’umanità nel romanzo di Daniela Vellani

“Storia fra tante” è il risultato di una indagine approfondita del carattere dei personaggi, osservati, però, nel divenire degli accadimenti normali del quotidiano.

Napoli città d’arte e d’umanità nel romanzo di Daniela Vellani

Storia fra tante

Metti, alla maniera di Pirandello, sei personaggi ben costruiti e, naturalmente, in cerca di autore. Scegli come fondale la Napoli del ventre ma anche quella dei nuovi quartieri a rischio e non, ma, prima ancora, intreccia le loro storie con sapiente dosaggio dei ruoli, delle tendenze e, più in generale, dei caratteri. Se fai tutto questo aggiungendo una scrittura ben calibrata, attenta ai particolari ma capace di comporre un affresco quanto mai attuale della città e otterrai di certo un buon libro. Come è Storia fra tante – editore iRobin&sons, 334 pagine, 15 euro – appena uscito in libreria e già destinato a stare in piedi da solo. L’autrice è Daniela Vellani, docente di materie letterarie nella scuola media statale di primo grado.

Esordiente nel grande stadio del romanzo, ma fortemente temprata da anni di fervida militanza – da pedagogista – nella scuola nell’arte e nello spettacolo.

Sei i personaggi del libro

Storia fra tante convince fin dal titolo che esprime a pieno il contenuto che non è mai strillato, ma, piuttosto, il risultato di una indagine approfondita del carattere dei personaggi, osservati, però, nel divenire degli accadimenti normali del quotidiano: amori, lavoro, preoccupazioni per i figli, speranze per il futuro da cogliere anche fuori Napoli. Storie tra tante, insomma. Che ruotano intorno a sei personaggi: Manuela, giornalista, e suo marito Giorgio, medico fisiatra; Donna Matilde e Vilena badante moldava al centro di una storia d’amore intensa e contrastata; Davide trombettista jazz e Angela, arpista e cantante.

Le storie singole si intrecciano, si ritrovano, tornano a separarsi e nel loro scorrere confluiscono inevitabilmente in una storia più grande, quella della vita, che per quanto ci si sforzi, nessuno riuscirà a predeterminare. Il racconto non perde mai di interesse, si snoda in mille percorsi culturali all’interno della Napoli città d’arte e di grande umanità, ma l’obiettivo è tutto concentrato alle storie che sono “tante” e alla fine diventano “una”. Vorrei spendere qualche parole per i protagonisti, ma ne scelgo solo uno , donna Matilde, che, a mio avviso, è il punto di riferimento obbligato delle varie narrazioni. Una donna scolpita con caratteri decisa ma tenera e segnata dalla vita che, come dice, «è capace di illuderti, concedendoci piccoli istanti di gioia». Piccoli, fuggevoli, ingannevoli.

Prima di chiudere ancora una considerazione sulla poliedricità degli interessi culturali di Manuela Vellani: la sua produzione letteraria al servizio della scuola, della poesia e dello spettacolo è vastissima, ma colpisce soprattutto, il titolo di una raccolta di poesie che suona così: “Mamma, esiste una scuola dove le maestre non si arrabbiano quando i bambini sbagliano”. Non c’è punto di domanda, a voi la scelta se vi capiterà di leggere l’opera.

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