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La necessità di schierare Allan, l’unico interdittore di questo Napoli

Zielinski ha messo in discussione la titolarità del brasiliano, che però possiede doti diverse. Forse, proprio quelle che sarebbero più utili al Napoli in difficoltà di oggi.

La necessità di schierare Allan, l’unico interdittore di questo Napoli

Nel bel mezzo del momento negativo del Napoli, c’è un calciatore che rappresenta un piccolo caso. Si tratta di un titolarissimo, forse l’unico che è stato davvero messo in discussione dal mercato estivo, e che invece rappresenta(va?) un calciatore unico nell’organico del Napoli. Allan Marques Lodeiro, nella scorsa stagione, ha rappresentato la novità assoluta nel centrocampo del Napoli: incontrista, ma anche incursore e uomo d’ordine, seppure elementare, in un centrocampo a tre. Una rivoluzione tattica ma anche di doti tecniche, di skills, rispetto al doble pivote di Benitez. Anzi, paradossalmente Allan era il miglior calciatore possibile e immaginabile per interpretare il ruolo secondo il tecnico spagnolo, ma anche come mezzala destra nel triumvirato con Jorginho e Hamsik aveva fatto la sua ottima figura, soprattutto nella primissima parte di stagione.

I dati del centrocampista ex Udinese, quelli riferiti allo scorso campionato, sono lusinghieri: 63 eventi difensivi totali, 86% di pass accuracy, il 50% dei duelli individuali vinti. Eppure, in questa stagione è toccata a lui la sorte di lasciare il posto, o comunque contenderlo, a Piotr Zielinski. Il fatto che il polacco si sia rivelato, tra i nuovi arrivati, quello più pronto, ha acquietato quello che è il sentimento anti-turnover a Napoli, latente o comunque nascosto dopo la campagna acquisti estiva del 2016. E quindi, Allan è diventato un calciatore da 380 minuti in 8 partite di campionato, con una media da 54 minuti per giornata, e da 188 minuti in 3 partite di Champions. Ovviamente, anche il risultato, in qualche modo, influenza questa nostra analisi: nelle tre sconfitte che hanno caratterizzato l’ultimissimo periodo della squadra di Sarri, Allan non è stato schierato titolare in due occasioni. A Bergamo e contro il Besiktas, con una passerella finale (otto minuti appena) contro i turchi.

Al di là dell’esito, che ovviamente non dipende solo da Allan, la nostra perplessità riguarda le caratteristiche tecniche del brasiliano, che (ripetiamo) sono uniche nell’organico del Napoli. Stante la fisicità di Zielinski, calciatore in grado di interpretare positivamente il lavoro di doppia fase, l’ex Udinese ha caratteristiche di interdizione ma anche di possesso importanti: rompe il gioco avversario ma è anche capace di portare il pallone su con grande fisicità e in maniera più elementare, diciamo anche scolastica, rispetto al polacco ex Empoli. Soprattutto quest’ultima è uUna qualità che, in un momento come questo in cui il Napoli soffre di difficoltà nell’impostazione, permette(rebbe) alla squadra di gestire meglio l’azione di ripartenza.

Tra i due calciatori, ovviamente, c’è anche una differenza nei movimenti e negli spazi occupati in campo: Zielinski tende a muoversi su un’area più ampia, la sua caratteristica principale di inserimento e possesso verticale gli impone di spaziare in maniera diversa rispetto ad Allan, che invece gioca soprattutto in posizione di supporto ai due calciatori esterni, Hysaj (Maggio) o Callejon. Sotto, le due heatmap dei due calciatori in due partite diverse.

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A sinistra, Allan in Napoli-Milan; a destra, Zielinski in Atalanta-Napoli. Due partite giocate in maniera diametralmente opposta dal Napoli, positivamente la prima e molto peggio la seconda. Allan, a sinistra, gioca in una porzione di campo limitata, offre appoggio ai due esterni per i giochi a tre e taglia poco all’interno del campo, muovendosi principalmente nella sua zona di riferimento; Zielinski, invece, tende ad accentrarsi molto e a offrire un riferimento più ad ampio raggio. Forse, il secondo atteggiamento non è perfettamente aderente con quelle che sono le necessità del Napoli di oggi, che non riesce a mantenere le giuste distanze in campo.

Più che una bocciatura in senso stretto per Zielinski, che ha comunque offerto un contributo importante, la questione che in qualche modo vorremmo segnalare riguarda la “necessità” di avere in campo Allan, soprattutto in un momento come questo in cui il Napoli soffre di scompensi difensivi, seppur sia in fase di miglioramento (dopo le pessime prove contro Atalanta e Roma, la terza linea ha subito molto di meno nel match contro il Besiktas). Il maggior supporto in fase di interdizione, e la maggior capacità di coprire la fascia in aiuto ai due esterni, forse, sarebbe una delle medicine migliori per questo Napoli “lungo”, che ha difficoltà nell’impostazione ma anche nella gestione ordinata della fase di non possesso, della prima pressione. Inoltre, la maggior semplicità del calcio di Allan, sempre rapportata a questo insieme di partite poco positive, potrebbe apportare maggiori benefici rispetto agli strappi di Zlielinski, che talvolta (in caso di palla persa) rischiano di esporre il centrocampo all’inferiorità numerica.

Analizzando le alternanze campionato/Champions, domani a Crotone dovrebbe toccare al brasiliano ex Udinese, che in questo primissimo scorcio di campionato, pur se con un utilizzo limitato (come già visto), ha  confermato le sue statistiche: un totale di 10 eventi difensivi, una pass accuracy del 90% e pure 7 occasioni create (6 key passes e un assist). Insomma, Allan non è fuori fase e rappresenta un piccolo caso perché è un calciatore che serve, in questo momento difficile, eppure è stato messo a volte in secondo piano. In favore di un ottimo calciatore, certo, ma forse più adatto a periodi positivi che negativi. La storia della sciabola e del fioretto, insomma.

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