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Fame Napolista – ep01 / Cristian Pavón, suggestione Lavezzi

Pavón, detto Kichan, vent’anni. Ha esaltato i tifosi del Boca (e Tevez) con un gol al River. Ha una clausola rescissoria di 18 milioni.

Fame Napolista – ep01 / Cristian Pavón, suggestione Lavezzi
Con questo articolo, il Napolista inaugura una nuova rubrica di scouting. Le nostre firme tracceranno i profili di alcuni giocatori non ancora conosciuti al grande pubblico che potrebbero fare al caso del Napoli. Un esperimento che trae ispirazione dalla rubrica “Hype” del sito L’Ultimo Uomo e che prende spunto anche dalla politica di mercato che il club partenopeo ha portato avanti nell’ultima sessione estiva. Calciatori giovani, di prospettiva, ma dal grande potenziale. Non a caso, il nome “Fame” richiama film e programmi televisivi legati al concetto di “Saranno Famosi”. Il primo nome arriva dall’Argentina. Buona lettura.

Cristian Pavón è una stella nascente del calcio argentino, carico dell’hype che tanto ha caratterizzato la strategia di scouting del Calcio Napoli. L’attaccante classe 1996 ha personalità e potenziale che potrebbero consentirgli il gran salto nel calcio europeo. L’opinione pubblica argentina è divisa sul suo conto, tra chi ne intravede un futuro craque e chi un ottimo attaccante, per intenderci, più sui livelli del Pocho Lavezzi che del Kun Agüero, anche per similitudini tattiche. Il Napoli, in linea con una politica di scounting alla Moneyball, potrebbe ponderarne l’acquisto dopo i colpi Hysaj, Rog e Diawara.

«Tra i ventimila giocatori che vale la pena di valutare potrebbe esistere una squadra da titolo di venticinque che ci si può permettere, una specie di isola dei giocattoli difettosi». Così si esprimeva l’alter ego cinematografico di Paul DePodesta, così pare voglia operare Cristiano Giuntoli.

Se l’attacco appare il reparto più collaudato del Napoli, vuol dire che proprio qui si potrebbe intervenire. I talent scout agiscono nell’ombra, come i ninja. L’anagrafe degli esterni offensivi per la stagione 2016 – 2017 segnala un’età media di 29 anni che calerebbe a 27 se Roberto Insigne superasse Giaccherini nelle gerarchie. Quello degli esterni alti è il sub-reparto più anziano, poco sopra i portieri e prima ancora dei terzini (età media 28 anni). Qui potrebbero arrivare nuovi innesti, ceteris paribus. Non è un caso la trattativa sfumata per Pjaca (21).

Pavón nasce ad Anisacate, località di 2000 abitanti nella provincia di Cordoba, a 700 kilometri dalla Bombonera ove ora è solito esibirsi. È nella T, cioè tra le fila del Tallares di Cordoba, che inizia la sua precoce carriera nel 2004, ove è protagonista in campo ma è anche noto ai piani amministrativi. Il suo procuratore Antonio Fauro collabora con l’affermato Fernando Hidalgo che non è in eccellenti rapporti con la dirigenza albiazul.

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Ad ogni modo, le grane contrattuali si risolvono e il pibito, dopo aver salutato i ragazzini delle giovanili – “Piacere Cristian, voglio essere pronto per giocare in Primera” – nel febbraio 2012 si allena costantemente con la prima squadra e intanto partecipa al Mondiale sub 17. «Es fuerte, marca la diferencia en velocidad, es habilidoso, maneja bien los dos perfiles, es voluntarioso. Tiene que mejorar algunas cosas, pulir algunos detalles. Es un diamante en bruto» dichiara il Dt Humberto Grondona per canchallena.com. Debutta in Serie B argentina nel dicembre 2013 contro il Villa San Carlos e gioca 19 partite di campionato realizzando 4 gol e 3 assist, per una media gol del 20% se si considera anche l’apparizione in coppa nazionale. La sua media sale al 24 % nella stagione successiva, quando nell’agosto 2014 viene prestato, vietando categoricamente il diritto di riscatto, al Colón. La fama di Cristian viaggia spedita, fino a convincere la dirigenza del Boca Juniors a investire 1.3 milioni di dollari nel suo cartellino più un 25% sulla differenza tra il valore della futura cessione e la somma di 3 milioni di dollari. Pavón apprende dell’interesse del Boca alla tv, ma solo Hidalgo lo convince che è tutto reale.

Terminato il prestito al Colón, ad inizio 2015 Cristian è a disposizione del Vasco Arruabarrena per il nuovo corso Xeneize (quello vincente di Osvaldo, Lodeiro e infine Tevez). Qui Pavón fa a gara con Vadalà (finito poi alla Juve) per mettersi in mostra. Allora il Vasco gli concede il debutto alla prima occasione possibile, cioè un tranquillo Superclasico pre-campionato contro il River Plate con una comoda maglia numero 10 sulle spalle. Mezz’ora di gioco, calcione di Vangioni (il terzino ora al Milan) e tre mesi di stop. Nessun problema, a tempo debito il professionista Cristian recupera e torna in campo ad Aprile. Da supplente si contraddistingue per le sue capacità offensive, fino al gran giorno: il 3 maggio 2015, quando ha dinanzi di nuovo Vangioni e il suo River Plate, questa volta in una gara ufficiale.

Alle 18:15 locali le squadre fanno il loro ingresso alla Bombonera, 4-3-3 Xeneize contro 4-4-2 degli ospiti. La partita è aperta ad ogni risultato, Osvaldo va vicino alla gloria dopo 9 minuti con una bordata che si infrange sul palo. Il River risponde con una traversa e altre occasioni sprecate. C’è corsa e agonismo, sudore e grinta, ma pochi tocchi di classe. D’altronde Cristian non è in campo. Gli allenatori giocano a scacchi e muovono le prime pedine. Cavenaghi subentra per gli ospiti, ma è il Vasco a fare scatto matto: minuto 68, esce Carrizo entra Pavón. Minuto 84, traversone dalla destra, Lodeiro e Perez ciccano e la palla arriva affannosamente sul lato opposto, ove Cristian mette in mostra la propria lucidità, trafiggendo Barovero. Esultanza e scommessa vinta, non solo quella del Boca, ma la sua personale con il figlio del suo procuratore: in caso di gol avrebbe avuto le chiavi della sua BMW per un mese. Qui la testimonianza dell’avvenuto saldo.

Pavón supera l’esame Bombonera, col bacio accademico di Carlos Tevez che dall’Italia gli dedica la gallinita e si accinge a raggiungerlo pochi mesi dopo per formare l’odierna coppia titolare di Barros Schelotto, di cui ne veste la 7. Nel frattempo ha inserito un campionato e una coppa nazionale nel palmarés. Nell’ultima Copa Libertadores è stato sotto gli occhi dei riflettori soprattutto nell’infausto Bombonerazo con una doppietta in semifinale contro la favola Independiente del Valle. Il primo gol ricalca la capacità di inserimento in spaccata tipica di Callejon; il secondo evoca la giocata tipica di Mertens ed Insigne, cioè l’incursione dalla sinistra che termina con il tiro dalla distanza diretto sul secondo palo. Insomma, un ottimo biglietto da visita per lo scouting del Napoli.

Ultimamente, la sua squadra non si sta esprimendo al meglio; i tifosi criticano Tevez e vorrebbero che Pavón divenisse il vero trascinatore. Ad oggi Cristian ha giocato 23 partite col Boca, tra campionato e coppe, con 9 gol, 3 assist e una media realizzativa del 47%. Nell’ultima stagione corta (febbraio – maggio 2016) ha indirizzato il 30% dei tiri nello specchio, calciati per il 70% da fuori area e ancora per il 70% da situazioni di gioco manovrato (quindi non da azioni connesse a calci piazzati). Ha una media di 24 passaggi a partita, soprattutto tocchi brevi che si sono spesso tramutati in passaggi chiave per i compagni ma non disdegna il cross se necessario.

Per quanto concerne le caratteristiche tecniche, ha una gran duttilità che gli permette di agire sia da seconda punta che da esterno offensivo. Può giocare nel 4-3-3 sia sulla destra che sulla sinistra in ragione dell’abilità nell’usare entrambi i piedi (70% di tiri col destro e 30% col sinistro nell’ultimo campionato). «De Talleres que vengo jugando por la izquierda. En Colón también lo hice ahí. Guillermo me puso por derecha y me sentí cómodo también. A mí me gusta más jugar por la izquierda porque puedo enganchar y pegarle al arco» ha dichiarato il calciatore ad Ole. Difatti, sa calciare dalla distanza e saltare l’uomo con notevole agilità in qualsiasi zolla di campo. «Cuando mete la diagonal de izquierda al centro y queda en posición de tiro te mata», sostiene Mostaza Merlo, suo allenatore al Colon, per canchallena.com.

E’ alto solo 1.70 m e non ha un fisico particolarmente strutturato ma ad ogni modo queste sono le caratteristiche proprie delle ali di Sarri. Naturalmente interpreterebbe il ruolo in maniera più simile a Mertens o Insigne anziché a Callejon, anche perché deve migliorare nella fase difensiva, ove non sempre riesce a dare una mano (meno di un intercetto e poco più di un tackle a partita). In alternativa potrebbe giocare affianco a Milik in un 4-3-1-2. Non è un calciatore falloso o nervoso, raramente è punito con cartellini. Ha un carattere determinato e di poche parole perché preferisce parlare con i piedi. «No tiene techo y es un profesional a toda hora. Lo demostró en Colón, donde fue clave en el ascenso y la rompió en Boca Unidos» aggiunge Mostaza. Come Rog e Zielinski, è consapevole dei propri mezzi e aspetta la propria occasione, anche da subentrante, per guadagnarsi gradualmente il posto da titolare.

Dal punto di vista economico il valore del cartellino è stimato dal noto portale Transfermarkt sui 4 milioni di euro, ma nel mese di Luglio il calciatore ha firmato un rinnovo contrattuale fino al 2020 con una clausola di rescissione di 18 milioni di Euro.

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Infine, una curiosità sul soprannome, che come ogni argentino anche Pavón possiede. È chiamato Kichan sin dall’infanzia poiché molti bambini hanno difficoltà nel pronunciare correttamente il nome Cristian, che diviene appunto Kichan.

In definitiva, Pavón sembra avere le caratteristiche tecniche e caratteriali per far parte della rosa del Napoli in un futuro prossimo, dopo un diploma in campionato argentino, una laurea in Libertadores e un corso di perfezionamento alle Olimpiadi di Rio. Sul piano della tattica è ancora un giocatore grezzo che però Sarri potrebbe plasmare al meglio. D’altronde esiste un particolare feeling tra Napoli e i fantasisti argentini.

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