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Che cosa ha voluto dire De Laurentiis con il comunicato su Cavani

I messaggi a Sarri e soprattutto agli interlocutori della trattativa: il Napoli non è con l’acqua alla gola. Ma non chiamatela smentita.

Che cosa ha voluto dire De Laurentiis con il comunicato su Cavani

Domenica pomeriggio di fine agosto. La sera prima, cioè ieri, il Napoli ha battuto il Milan in casa per 4-2. Partita bella e strana, piena di cose da dire o da raccontare. Eppure è una vittoria che sembra passare in secondo piano rispetto al calciomercato. Che in questi giorni si occupa principalmente, almeno a Napoli, del presunto ritorno di Edinson Cavani.

E oggi ci pensa Aurelio De Laurentiis a spostare decisamente l’attenzione sulla trattativa col Matador. Con un comunicato ufficiale sul sito, tra l’altro dal titolo: “Cavani tornerà?”. Non lo aveva mai fatto a trattativa in corso. Così come ieri sera, per la prima volta, Maurizio Sarri ha parlato di mercato. E ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di un difensore». Non ci si dimentichi questo, che per noi è un particolare importante. Un comunicato ufficiale è il modo migliore per far parlare della vicenda.

Comunque, il Napoli pubblica oggi sul suo sito una nota ufficiale in cui si parla di Cavani. Un calciatore del Paris Saint-Germain, di cui Sarri ha anche e incredibilmente detto qualche parola due giorni fa in conferenza stampa. Dopo una prima e solita non-risposta riottosa («non riesco a parlare di un calciatore del Psg»), il tecnico azzurro ha parlato di Napoli, affetto dei tifosi, ritorni e cose così. Roba vaga, niente di che. Ma un altro piccolo indizio.

Oggi, il giorno in cui il Napoli ha deciso di pubblicare una nota sul suo sito ufficiale, la notizia esce e viene trattata da tutti gli organi di informazione. Dopo il trionfo assoluto del web dell’altro ieri, ecco la legittimazione dei canali che da noi sono considerati tradizionali. Addirittura c’è anche l’agenzia Ansa. Nessuno vuole bucarla, questa notizia. Si parla di una trattativa che esiste, che c’è, che è verificata. Alcuni giornalisti hanno fatto all-in, sono stati derisi e persino insultati. Ingiustamente, si scoprirà oggi. Al di là di una presenza del Matador a Napoli che, effettivamente, era una bufala. Indiscrezioni raccolte dal Napolista parlano di un procuratore che ha voluto “far uscire allo scoperto” un De Laurentiis da giorni muto e così ha allertato i giornali italiani per far sì che qualcosa iniziasse a muoversi intorno a quest’affare. Legato a doppio filo, ovviamente, all’arrivo di un altro attaccante al Psg. Tipo Lacazette che però proprio oggi viene definito incedibile dal suo presidente Aulas. Forse è un caso anche questo, forse no.

Torniamo al comunicato. Ci sono diversi punti da analizzare. Intanto, l’apertura. Che è come tendere la mano ufficialmente, fare definitivamente pace con il calciatore. A dire: “guardate, io e Edi ci vogliamo bene di nuovo”. Una riapertura di credito in un rapporto che sembrava irrecuperabile. Ricordiamo che a Dimaro, a domanda precisa, De Laurentiis spiegò di come Cavani non volesse più avere rapporti con lui.

Poi, l’aggettivazione della trattativa: «difficile». Non inesistente o impossibile, ma difficile. Definirla un’ammissione forse è troppo, ma di certo siamo davanti a una non-smentita. La conferma arriva subito dopo: «Non tanto perché sembrerebbe una minestra riscaldata, ma perché il Napoli evolve di torneo in torneo assumendo diverse e differenti teorie di gioco». Un periodo lungo che spiega come il Napoli non sia contrario per principio a questo clamoroso ritorno, ma che ci sono altri fattori che lo impediscono. O che potrebbero impedirlo. E uno di questi riguarderebbe la tattica. Il modo in cui sta in campo la squadra. Una cosa che può esistere con i Gabbiadini di turno, bravi calciatori ancora da formare. Non con i top player, soprattutto quando giochi in Champions League. È un passaggio strano, che però per noi può significare una cosa più o meno così: legittimare le richieste dell’allenatore, remare dalla sua parte. Sarri vuole un difensore, avrà un difensore. Probabilmente, Sarri vuole quel difensore, Maksimovic. Che costa un occhio della testa. Noi lo prendiamo perché crediamo in quello che dice, in quello che vuole. Però, se non prendiamo Cavani “la colpa” è sua. Insieme, uno “scarica-barile” sull’eventuale responsabilità di un mancato arrivo di Cavani (che, per costo, escluderebbe ovviamente un investimento massiccio su Maksimovic) e comunque una presa di coscienza delle reali richieste dell’allenatore. Una fiducia che possiamo registrare come positiva ma che agli occhi dei tifosi (non tutti propriamente conformi alle volontà tattiche dell’allenatore, perché un grande centravanti è sempre meglio di otto grandi difensori) può anche essere una giustificazione. 

Dopo, però, la difesa personale. L’autolegittimazione delle scelte di mercato. Se noi vogliamo Cavani, e non lo stiamo smentendo, quanto fatto prima (ovvero Milik e Gabbiadini) che senso ha? La chiosa serve proprio a questo, a chiarire che la strategia è tracciata: ed è quella dei giovani talenti riconosciuti anche a livello internazionale. Che «hanno grandi possibilità, nel Napoli, di trovare la loro consacrazione». Quindi, avanti così. Abbiamo fatto questa scelta tutti insieme, noi e l’allenatore. C’era la possibilità, forse c’è ancora e forse ci stiamo pure provando. Ma, nel caso dovesse andare male, c’è e ci sarebbe comunque tanto altro di cui essere felici. Perché abbiamo fatto scelte precise, che confermano come noi «non abbiamo bisogno di incantare nessuno». Pulito, chiaro. Noi ci abbiamo provato, per Icardi qualche tempo fa e poi per Cavani. Non è stato possibile, e allora abbiamo deciso di fare altro. Di battere un’altra strada. Che è questa qua, mettetevelo in testa. L’abbiamo scelta e asfaltata insieme al nostro allenatore, lui è responsabile quanto noi. 

Sul finale, De Laurentiis mostra e dimostra che deve comunque togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Se i tifosi che criticano sono gli stessi che dicono di onorare solo la maglia, allora perché si critica? Questa è una possibile interpretazione, non una spiegazione di quanto c’è scritto. Però, in questo caso ci pare semplice capire il messaggio: il Napoli ha sostituito numericamente Higuain con Milik, autore ieri sera di una doppietta. Voi criticate e criticherete perché non abbiamo preso Cavani. Dov’è finito quel concetto per cui si tifa la maglia e non i calciatori? Una forzatura, certo. Ma che ribalta la questione: noi abbiamo fatto il nostro a modo nostro e secondo una politica precisa. Voi, tifosi, state venendo meno alla vostra politica precisa. Un passaggio, però, che può essere interpretato anche diversamente. Un messaggio agli interlocutori: “non abbiamo paura di presentarci così ai nostri tifosi, non abbiamo l’acqua alla gola. Le trattative le chiudiamo alle nostre condizioni”. Gli interlocutori possono essere tutti, non certo i tifosi.

Infine il futuro. Il mercato si conclude fra tre giorni. Si chiuderà in saldo tecnico al momento positivo per il Napoli che ha perso un centravanti eccezionale ma ha trovato un sostituto di buon livello (lo dicono i numeri) e una serie di importanti soluzioni in più in campo. Però, c’è questa bolla mediatica di cui si deve tener conto. In conclusione, noi pensiamo che questo comunicato abbia una triplice natura: legittimare la grossa spesa per un difensore richiesto dall’allenatore (e al tempo stesso affidargli la responsabilità di questa scelta), confermare e sottoscrivere la politica di mercato individuata da tempo e non-smentire il tentativo per Cavani, pur sottolineando che il Napoli non si farà prendere per la gola da un punto di vista economico. Una strategia alla stregua di quella utilizzata durante il caso-Icardi. Della serie: bene, proviamoci. Ma se non va non fa niente, faremo in un altro modo. Che potrà piacere o meno, ma che deroga solo per eccezioni così, così grandi. Per Cavani o al massimo Icardi.

Questo è, secondo noi. Ognuno, a suo piacere, può giudicare come vuole quanto successo in questa calda domenica d’agosto.

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