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Continua la maldición dell’Argentina: ancora il Cile ai rigori (errore di Messi), la Copa America è Roja

Continua la maldición dell’Argentina: ancora il Cile ai rigori (errore di Messi), la Copa America è Roja

Ancora una tremenda delusione per l’Argentina: un anno dopo, il Cile vince ancora ai rigori la seconda Copa America della sua storia. Dopo i 120′, risultato sullo 0-0. Decisivi gli errori di Messi e Biglia. Messi spara in curva il primo rigore e pareggia l’errore di Vidal. 

Nel primo tempo, gioco spezzettato soprattutto per “merito” del Cile che pressa forte su ogni palla e non lesina interventi duri per fermare i calciatori della Seleccion. Per il Tata Martino, invece, pressing meno ossessivo sul primo portatore di palla ma linee di passaggio sempre bloccate dopo la prima impostazione. Nasce così, al 21esimo, la grande occasione gettata via da Higuain: retropassaggio maldestro di Medel, Higuain si invola verso Bravo e tenta di superarlo con un tocco raffinato. La palla va fuori di un niente, e per il Pipita riecco comparire i fantasmi del Maracanà, della finale Mondiale 2014. Dopo l’occasione di Gonzalo, si scatena la corrida. Marcelo Diaz, già ammonito, si becca il secondo giallo (molto severo) per una spallata su Messi lanciato a rete. L’arbitro Lopes, dopo questo episodio, perde il controllo della gara: ammonisce Messi per simulazione (giusta), forse esagera con un giallo a Mascherano. A cinque minuti dall’intervallo, scena da corrida: Rojo entra duro su Vidal, il direttore di gara tira fuori un rosso che non ha destinatari. O meglio: ce l’avrebbe pure, ma la gestualità è confusa e la rissa è in pieno svolgimento. Alla fine, a calca diradata, si capisce che il provvedimento è per Rojo, più per la reazione che per il fallo in sé (il difensore dello United sembra intervenire sulla palla). Tata Martino protesta, chiede che fine abbia fatto l’espulsione per un calciatore cileno: in effetti, a un primo esame, il cartellino sembrava diretto a un uomo in maglia rossa. Non è così, si ritorna in parità numerica e il primo tempo finisce qui.

Nella ripresa, la partita è più calma, sia dal punto di vista tattico quanto dell’agonismo. Finisce la partita (non memorabile) di Higuain che esce a venti dalla fine per far spazio ad Aguero. Il Kun si divora l’unica grande occasione capitata all’Argentina: lanciato in area sulla destra, stoppa a seguire per aprirsi la luce della porta ma spara alto. Al 90esimo, invece, tocca al Cile sfiorare il gol: Beausejour va sulla sinistra, tocca al centro per Sanchez che colpisce a botta sicura praticamente al limite dell’area piccola. Il tiro è debole, Funes Mori respinge e manda la partita ai supplementari.

L’extra time è tutto in due occasioni sventate dai due portieri: un colpo di testa di Vargas bloccato in bello stile plastico da Romero e, soprattutto, un’incornata di Aguero su calcio di punizione di Messi. Bravo fa ancora meglio del suo dirimpettaio, vola nel sette e toglie all’Argentina il gol del vantaggio. Il resto fa volume, giusto il tempo di una punizione di Messi deviata in angolo dalla barriera. I rigori, come un anno fa. Higuain non c’è, ma sbagliano Messi e Biglia. Il rigore parato da Bravo al calciatore della Lazio rende ininfluente il primo errore di Vidal e manda Silva dal dischetto per il penalty decisivo. Romero spiazzato, Argentina ancora in lacrime. Niente trofei con la Seleccion per Messi, anche Higuain torna a mani vuote. Festeggia il Cile, secondo trionfo consecutivo.

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