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Il Napoli ha scongiurato la sindrome di Rudi Garcia

Il Napoli ha scongiurato la sindrome di Rudi Garcia
Il mio Napoli – Verona 3-0
 
– La domanda alla vigilia era: Udine è stato un episodio isolato o lo spartiacque prima di entrare nell’abisso in preda alla sindrome di Rudi?
 
Dicasi sindrome di Rudi: stato mentale confuso e catatonico irreversibile frutto di una illusione dovuta ad una serie di risultati positivi che avevano prodotto convinzioni ed obiettivi oltre i propri limiti che, una volta consapevoli di non essere più in grado di raggiungerli, generano un baratro in cui prolifera.
 
– Forti di convinzioni di vario genere, l’hanno contratta per esempio Pioli che ha trovato il culmine a Leverkusen, Mancini a causa del grande girone d’andata e ultimamente Paulo Sousa. Sinisa invece non ha avuto il tempo di illudersi. 
 
– Dopo una stagione incredibile e oltre le più rosee aspettative, in cui si sono sprecate parole e paragoni con i Napoli del grande passato, ammetto di aver temuto che Udine potesse rappresentare la disintegrazione non solo di un sogno, ma anche una straordinaria realtà e che Verona potesse diventare ciò che è stato lo Spezia per Rudi.
 
– Il Napoli visto in Friuli è stato troppo floscio e nervoso contrapponendosi alla squadra che ci aveva abituato. E, al di là dei tre punti persi che in quel momento hanno comunque pesato come un macigno rischiando di veder sfuggire tutto il bene fin a quel momento compiuto, ha perso in un sol colpo il suo eroe, Mertens, Kulì e ha denotato un quadro psicologico e fisico preoccupante che solo la questione Higuain-Irrati-Rizzoli-Bonucci-Tosel… ha distolto dalla lente di ingrandimento. La Juve intanto ha continuato a vincere e questo avrebbe potuto contribuire all’abbattimento e un Verona a due passi dalla serie B, con in campo giocatori che non ho mai visto né sentito, che si poteva presentare senza nulla da perdere, senza gli uomini di punta, con in panchina un allenatore talmente incomprensibile che si hanno dei dubbi persino sul suo cognome, ecco, tutto questo non mi ha lasciato per nulla tranquillo.
 
– I due pali, i due gol divorati da parte di Gabbiaridi, le parate di Gollini, il Verona che quando poteva ha evitato di piazzare il classico pullman davanti alla porta preferendo l’intera stazione ferroviaria e i minuti che trascorrevano senza riuscire a sbloccare la situazione, mi hanno portato alla mente Rudi e lo Spezia.
 
Quando Albiol si è prodotto in quello spogliarello polemico da 8 marzo e il pubblico mi ha ricordato le origini di Mazzoleni la mia ansia è aumentata. E se Lopez avesse segnato con quel diagonale, avrei avuto persino la certezza che fosse un campionato falsato.
 
– Fortunatamente tutto si è rivelato infondato. Tutto è partorito dalla mia mente che forse non ha ancora la mentalità. E la rete di testa di Gabbiaridi ha spazzato via tutti i fantasmi, le sindromi e i violini.
 
– Le metamorfosi di Insigne, Calle e soprattutto Hamsik, che a Udine avevano lasciato intravedere solo le proprie ombre, hanno assunto una luce del tutto diversa con l’1-0.
 
– La magia di Hamsik a centrocampo, l’espulsione dello sconosciuto scaligero e il rigore su Calle trasformato da Insigne hanno definitivamente dissolto la mia ansia per lasciare spazio alla calma e a quel briciolo di speranza che mai deve abbandonarmi finché matematica non ci separi.
 
– Nel secondo tempo il Napoli ha poi amministrato il gioco e gestito le forze in vista del triplice impegno fondamentale della settimana prossima. 
 
– Di rilevante, l’applauso scrosciante tributato dal San Paolo a Gabbiaridi, davvero sfortunato quest’anno, l’ingresso di Chabolah di cui se ne erano perse le tracce, il terzo gol di Calle su assist di El Kaddouri, e l’uscita all’87’ di Ghoulam, probabilmente con una partita e 87 minuti di ritardo.
 
– Di rilevante, Higuain in tribuna che se fosse stato in campo avrebbe battuto già ieri il record di Nordahl. 
 
– A proposito di Ghoulam, l’avete visto dopo il terzo gol andare dritto dal portiere veronese per recuperare velocemente il pallone? Mi ha fatto riflettere. O l’algerino ha pensato che quella di ieri fosse una partita di ritorno di non so quale competizione in cui all’andata abbiamo perso 4-0 o davvero ha pensato ad una rimonta sulla Juve e segnare più gol potrebbe fare la differenza.
 
– Essendo Ghoulam, ho pensato molto di più alla prima opzione. 
 
– La Juve vista a Milano poteva perdere ma, sinceramente, non ho notato cedimenti. Anzi. Ho avuto la sensazione che ha giocato col Milan come fa il gatto col topo. Ha fatto sfogare i rossoneri e non appena ha alzato leggermente l’intensità, il Diavolo è scomparso. 
 
A proposito delle polemiche, voglio far notare che il circo mediatico che si è scatenato la scorsa settimana qualcosa ha prodotto: per la prima volta, dopo più di 30 partite, non ho assistito all’accerchiamento dell’arbitro; per la prima volta l’arbitro non ha permesso alcun tipo di protesta tenendo alla giusta distanza i calciatori; per la prima volta Zaza è stato ammonito per proteste; per la prima volta Lichtsteiner non ha simulato. Ci sarebbe da ridire sul secondo gol di Pogba per la leggera spinta su Abate, la stessa che sanzionò Orsato ad Albiol su Barzagli a Torino, ma non si può avere tutto dalla vita. E comunque, a parer mio, la Juve ha meritato di vincere a prescindere. Perché ancora una volta, ha fatto la partita che voleva e questo conta più del bel gioco e delle polemiche.
 
– A proposito delle polemiche voglio inoltre aggiungere le difese d’ufficio che ci sono state nei giorni trascorsi. Casi senza precedenti: Rizzoli che dopo 15 giorni, per difendere se stesso, si prende la briga di difendere Bonucci pubblicamente. Cose che accadono solo per i familiari o per i compagni di squadra; il figlio di Tosel che difende il padre caduto in un tranello radiofonico che ci ha rivelato un po’ di cose interessanti; il direttore di Sky che nella telecronaca di Milan-Juve difende la regolarità del campionato, lasciando apparire una sorta di casa del mulino Bianco, propinandoci anche le sotto norme del regolamento ad ogni azione di gioco e infine noi che cerchiamo di difendere noi stessi da tutto ciò che ruota intorno, ma che come al solito viene percepito solo come vittimismo e va a finire tutto a tarallucci e lacrime.
 
– Ora però mi chiedo: per mutare le cose c’è bisogno ogni volta di creare casini mediatici di questo tipo o davvero esiste uno spiraglio di luce e finalmente i pregiudizi di cui ammetto di essere affetto scompariranno insieme ai teatrini che troppo spesso la domenica ci sentiamo costretti ad assistere?
 
– E infine: Sulle figurine panini della mia adolescenza leggevo Del Neri, mentre oggi leggo ovunque Delneri. Come si scrive?
 
– Che Milano sia un’altra Verona. Con la stessa mentalità. E senza sindromi.
 
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca
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