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Su Dagospia Giancarlo Dotto difende Sarri: «Imponiamo la dittatura del galateo nella gabbia del machismo?»

Su Dagospia Giancarlo Dotto difende Sarri: «Imponiamo la dittatura del galateo nella gabbia del machismo?»

Sulle pagine di Dagospia Giancarlo Dotto prende le difese di Maurizio Sarri http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/frocio-mancini-vecchio-cazzone-sarri-dotto-difesa-116973.htm. Lo fa chiamando in causa il background letterario del mister, innanzitutto, dichiarando che anche “quello sporcaccione di Charles Bukowski, da incazzato”, avrebbe apostrofato il Mancio come ‘frocio’, “dovendo semplificare la sua avversione da uomo di tuta, viscere e pelo selvatico per un damerino col nodo sempre alla moda e col foulard che non diventa mai un nodo scorsoio”. E lo fa anche sottolineando che, da quando termini ed espressioni come “frocio” e “vecchio cazzone” sono entrati ufficialmente nel dizionario degli insulti non sono più da intendersi assimilabili a un “concetto”, ma piuttosto “sfilati dall’ideologia eventualmente razzista che li sottende (ma i froci e i vecchi cazzoni sarebbero una razza?) ma solo astrazioni della bile”.

Non solo: Dotto non nasconde che avrebbe preferito che i due se la fossero vista da soli, nello scuro del San Paolo, magari venendo alle mani, insomma, gli sarebbe piaciuto se l’atteggiamento di Mancini fosse stato alla Zidane, che di fronte alle accuse di Materazzi scelse, a suo tempo, la via più veloce di difesa: una capocciata in pieno torace e zitto per la sua via, altro che andare a piangere dalla maestra.

Ma soprattutto anche Dotto, come tanti altri, oggi, salva le dinamiche del campo, ciò che succede sul rettangolo di gioco e che sembra muoversi secondo logiche particolarissime che occorre necessariamente considerare: “Nel corso dei cento minuti che passano dal primo all’ultimo tunnel – dice – i ragazzi del pallone, allenatori e dirigenti inclusi, se ne scambiano a tonnellate d’insulti sanguinosi”. E allora, conclude Dotto, che facciamo? “Imponiamo la dittatura del galateo nella gabbia del macho?”. Ecco, il tema centrale forse è questo: stabilire se il mondo del calcio sia davvero corrotto dalle fondamenta, non dal razzismo tout court, ma dal suo esasperato (e per certi versi grottesco) machismo.

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