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Napoli-Fiorentina: Sarri non è Bersani, il deviazionismo postcomunista di Renzi sarà sconfitto

Napoli-Fiorentina: Sarri non è Bersani, il deviazionismo postcomunista di Renzi sarà sconfitto

Approfittando dell’attenzione napolista di Antonio Bassolino su Twitter, e prendendo spunto dall’articolo di Mimmo Carratelli sul Napoli proletario, sul Mattino di ieri, Zdanov ha preparato alcune noterelle sparse sulla storia della sinistra a Napoli, dalla politica al calcio, ma adesso incombe la sfida mortale alla Fiorentina renziana e quindi le noterelle sono rinviate. Questo l’editoriale che domani apparirà sul Quotidiano Collettivo Sarrita. Titoli suggeriti dalla Propaganda del Politburo riunito a Castel Volturno: “Vittoria per la fuga” (per il Mattino); “Sarri non è Bersani” (per il Corriere del Mezzogiorno); “Pepe Reina come Sylvester Stallone” (per il Corriere dello Sport). 

Non moriremo renziani e non saluteremo la capolista. La battaglia finale contro la forma più estrema del deviazionismo postcomunista italiano sarà combattuta tra le mura amiche. Il nostro condottiero Maurizio Sarri non è Bersani né Gotor. Non si accontenterà mai di un pareggio o di un compromesso astruso travestito da comma cinque dell’articolo due. Se la parola sinistra ha ancora un senso è solo merito dell’asse Empoli-Bagnoli che domenica scolorirà il viola arrogante del giglio magico di Firenze. È la fatica della tuta, del puzzo delle sigarette e della barba di due giorni contro le scarpe fighette Tod’s, i braccialetti al polso e il foulard al collo. Non ci sarà mai più uno scudetto vinto dalla squadra del dittatore, come la Roma mussoliniana del primo tricolore.

La nostra classe proletaria è all’altezza della storia, come nella famosa partita tra Alleati e Nazisti del mitico “Fuga per la vittoria”. Pepe Reina sarà il nostro Hatch, più tonico di Sylvester Stallone. E al posto di Pelè basterà dare la palla al Pipita, poi ci penserà lui. Attorno ci sarà l’amore di un popolo chiamato al delirio collettivo della vittoria comunista. Nella dialettica hegeliana il sarrismo ha già vinto la sua sfida contro il renzismo. Sarri è l’uomo che può unificare i destini sinora divisi del comunismo italiano e farà ritrovare il sorriso a Civati e Fassina così come è successo a Gonzalo dopo il buio biennio dell’obesità iberica. Il sorriso è il sudore dell’anima e a Castel Volturno si ride ormai a crepapelle, adesso il problema è l’opposto: far smettere di sorridere Higuain, Callejon e Albiol.

Attento Renzi, la tua ministra del cuore potrebbe cedere al fascino del sorriso.
Zdanov (immagine del compagno Domenico Catapano)

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