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Noi tifosi del Napoli travestiti da poeti: Zapata, sei bello come un endecasillabo

Noi tifosi del Napoli travestiti da poeti: Zapata, sei bello come un endecasillabo

Prima fatemi dire di Luigi, sì, quello degli sms, con una scusa alla Zuniga non si presenta al laboratorio di poesia che è alle 19,00: «Devo lavorare fino a tardi, uagliù non ce la faccio.» Non gli ha creduto nessuno, quello ha pensato: ma qua’ laboratorio io mi guardo la partita. Io e Vincenzo ci incontriamo all’uscita della metropolitana, commentando l’assenza di Luigi, la cosa più tenera è stata: «Chillu curnut’». Tifosi del Napoli travestiti da poeti, questo siamo, così ci sentiamo, e in queste vesti entriamo nella galleria dove si svolgerà il laboratorio. Sono le 19,15 e chi sa a quant’ stamm’. Le speranze di Vincenzo sono tutte concentrate sul mio cellulare, solo perché il suo fa ancora più schifo del mio, speranze vane perché qui non c’è campo figuriamoci la rete. Campo, rete, il nostro vocabolario è molto limitato, alla faccia dei poeti. Dobbiamo leggere e leggiamo, non c’è un ordine prestabilito, leggo prima io, Vincenzo dopo di me. Qui è pieno di napoletani, ma gli unici a cui gliene fotte della partita siamo noi due. Io leggo su una scala, Vincenzo da una finestra, embè? Credo che Zapata abbia segnato durante una delle nostre poesie, così deve essere, così voglio che sia andata. Grande Duvan, sei bello come un endecasillabo. Le tiene ancora le basette della simulazione contro la Juve? Se le può tenere, tutto a posto.

Tra una poesia e l’altra si beve un po’ di vino si chiacchiera, ogni tanto provo a vedere se il cellulare prende. Alcuni amici ci parlano di teatro, di Ronconi, naturalmente. Io li guardo e dico, senza vergogna: «Scusate, controllo solo un attimo cosa fa il Napoli». Mi guardano stupiti, continuano a raccontare di uno spettacolo che hanno visto, Vincenzo presta le orecchie a loro ma non toglie gli occhi dal mio cellulare, a un certo punto internet ci fa la grazia, riesco a leggere il risultato: «due a zero», esclamo. «Tutte a post’ Vince’, dicevate? Dura più di cinque ore lo spettacolo, beh una bella prova per gli attori ma anche per gli spettatori.» Battuta banalissima, ma tutti sorridono, io e Vincenzo per il Napoli. Guardo l’ora, la partita è ormai finita, potremmo leggere pure tutta la notte, ma beviamo ancora un paio di bicchieri, uno lo dedico a Zapata. Un buon rosso. La serata prosegue ed è una bella serata. Più tardi, io e Vincenzo, andiamo verso la metropolitana, commentiamo che siamo a tre punti dalla Roma, ma conta di più la costante: il Napoli vince spesso e gioca bene. Ci mettiamo a contare i nostri attaccanti, sono molti e sono forti. Facciamo ancora i complimenti a Benitez, poi ci salutiamo, è stato un buon inizio di settimana.

Ad Amburgo passano le serate a giocare a tressette, Il più bravo di tutti, manco a dirlo, è Behrami. Un professionista, sa contare le carte, ricontarle, mischiarle, dividerle, sommarle e sottrarle. Lo chiamano Ass’ ‘e mazz’, Zuniga che è il suo compagno al gioco è detto ‘A figura (e andiamo, mo’ perché dovere continuare la frase). A volte va a giocare anche Britos, detto ‘O quatt’ ‘e spade (o furnacella ‘a coppe). Ci piacerebbe un giorno guardare una delle loro partite, ma non è possibile, occupiamoci di ciò che abbiamo qui. Il Napoli è solido e determinato. Palermo doveva essere un episodio e tale è stato. Un grandissimo Zapata, il capitano che torna al gol, la squadra ordinata e paziente. I forti sanno aspettare, battere il Sassuolo, quest’anno, non è facile. Mettiamo questi tre punti in cascina e proseguiamo.

Note a margine

–  Stamattina una bomba alla crema per festeggiare Zapata

–  Sarà un altro giorno senza Gazzetta. Malfitano, tra noi è tutto finito.

–  Nella prossima partita gradirei un gol di Calle e, perché no, uno di De Guzman.

–  Saluto il gommista di De Guzman, te lo vedi tu?
Gianni Montieri

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