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La discesa in campo di Mino Raiola contro Blatter: «Pensa solo ai soldi. Mi candido alla presidenza della Fifa»

La discesa in campo di Mino Raiola contro Blatter: «Pensa solo ai soldi. Mi candido alla presidenza della Fifa»

La notizia calcistica del secolo, almeno fin qui, l’ha pubblicata il quotidiano olandese “De Volkskrant” che ha ospitato le dichiarazioni di Mino Raiola, principe dei procuratori che può vantare nel suo portafogli, tanto per fare qualche nome, Ibrahimovic, Lukaku e Pogba. Raiola ha lanciato la sua sfida alla presidenza della Fifa, vuole sfidare il quasi ottuagenario Sepp Blatter alla presidenza della Fifa, organismo di cui cui lo svizzero entrò a far parte nel 1977.

Raiola fa sul serio, altrimenti non avrebbe rilasciato dichiarazioni a Sky Sport 24 illustrando il suo programma che può essere sintetizzato così: meno poteri al presidente, un direttivo di 3-4 professionisti cui affidare la gestione per una Fifa più trasparente e magari anche lontana dalla Svizzera, piena autonomia alle Federazioni per la tecnologia. «Se posso, mi candido – ha detto -. Non è così facile sfidare un sistema non democratico, una massoneria come la Fifa, non è facile ma ci devo provare e ci proverò. I pochi amici che ho nel calcio mi volevano convincere a non farlo ma qualcuno deve.
Mi sembra una vergogna che nessun altro esterno alla Fifa si candidi, non serve essere molto intelligenti per capire che non si può continuare così”. Ha definito Blatter «un drogato di potere»: «se volesse davvero bene alla Fifa dovrebbe dimettersi ma vuole bene solo a se stesso e le Federazioni che lo votano dovrebbero vergognarsi. L’obiettivo è portare la Fifa a un livello moderno e democratico. Oggi – prosegue Raiola – non capisco quale sia la funzione della Fifa, mi sembra solo una macchina per fare soldi. Invece dovrebbe promuovere il calcio nel mondo, portare idee innovative, non è giusto chiedere a un Paese di fare una festa a casa loro senza pagare”.

Raiola parla di ideologia: «Ricoprire il ruolo di presidente della Fifa deve essere un onore, non lo si fa per soldi ma per rappresentare un’ideologia in cui si crede. Se poi sarò eletto e ci sarà un conflitto d’interesse, farò una scelta, parlerò con i miei giocatori e lo risolverò». Punzecchia anche l’Italia. «Sarei orgoglioso se il Paese dove sono nato mi votasse ma dovete chiedere a Tavecchio e chiedergli cosa Blatter ha fatto per l’Italia». Vedremo che cosa succederà. Soprattutto come si muoveranno i grandi burattinai del calcio, a cominciare da Jorge Mendes. Di certo l’uscita di Raiola non può essere considerata un’improvvisazione. 

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