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Moggi attacca Benitez su Libero. E perde una buona occasione per stare zitto

Moggi attacca Benitez su Libero. E perde una buona occasione per stare zitto

Ormai riabilitato – semmai avesse vissuto periodi di sociale riprovazione -, Luciano Moggi rialza la testa. Nella settimana in cui Andrea Agnelli invoca per lui il perdono e il Processo del Lunedì gli concede la ribalta la televisiva, il dirigente della Juventus delle meraviglie (in tutti i sensi) dedica gran parte della sua rubrica del martedì su Libero a Rafa Benitez che sabato scorso, nella conferenza pre-partita, aveva dato ragione a Zeman al cento per cento per tutte le battaglie sportive condotte dal boemo: dal doping a quello amministrativo, dal controllo dei calciatori attraverso la Gea fino allo scandalo del 2006 che condusse la Juventus in serie B. Nessuno, nel calcio italiano, si era schierato dalla parte di Zeman. Non a caso, al Processo del Lunedì, hanno invitato Moggi mica Benitez. Oggi la replica dalle colonne di Libero che qui vi riportiamo nel passaggio dedicato all’allenatore del Napoli.    

“Se qualcuno non fosse ancora convinto delle scarse possibilità del Napoli di Benitez di correre ad alti livelli, allora non ha visto il 3-3 del San Paolo contro il Cagliari. Un festival di errori di entrambe le difese: ma se il copione di Zeman è carta conosciuta, non dovrebbe essere altrettanto quello del Napoli. E pensare che Benitez, nella conferenza pre-partita, anziché riflettere sui problemi della propria squadra, ha trovato il tempo di disquisire sul processo doping a cui la Juve fu sottoposta, dando tra l’altro ragione a Zeman. Resta difficile capire perché la Juve, oltre a dimostrare sul campo il suo valore, non prenda iniziative contro i vari quaquaraquà che, dopo aver vinto qualche partita si sentono in diritto di offendere non essendo tra l’altro a conoscenza dei fatti. Per amor di verità facciamo sapere noi al signor Benitez come è finita. Il 30 marzo 2007 la Corte di Cassazione ha chiuso la vicenda: «Con specifico riferimento alla somministrazione di eritropoietina umana ricombinante, il ricorso del Procuratore Generale (il processo d’appello aveva emesso una sentenza di assoluzione, ndr) va dichiarato inammissibile». Consigliamo a Benitez che, anziché sparare minchiate, curasse i cali di tensione della propria squadra.”

Moggi decide di rispondere, con l’educazione che lo contraddistingue, solo sul doping. E omette che all’epoca non esisteva una legge in materia: venne varata solo nel 2000; così come dimentica di ricordare che grazie alle denunce di Zeman si scoprì che i laboratori dell’Acqua Acetosa in realtà non funzionavano; così come un’amnesia lo colpisce a proposito della condanna per abuso di farmaci nei confronti del dottor Riccardo Agricola e di Giraudo bloccata esclusivamente dalla intervenuta prescrizione. Il discorso sarebbe più ampio: quelle parole di Zeman e il conseguente processo svelarono un universo di pratiche mediche nei confronti dei calciatori quantomeno sorprendente. Il boemo si limitò a dire che chi pratica sport non dovrebbe prendere medicine, non ne ha bisogno.

Quasi vent’anni dopo, Zeman ha trovato una persona che ha avuto il coraggio di dargli ragione. Fin qu nessuno lo aveva fatto. E la protervia di Moggi è tale che ha subito lanciato la sfida. Magari la prossima volta, quando qualche emittente tv gli concederà una rubrica fissa, il buon Luciano potrà dedicare uno spazio a Benitez. L’allenatore che nel 2005 sbattè fuori dalla Champions la sua Juventus, quella cui poi tolsero gli scudetti per illecito sportivo. Perse finanche sul campo, il buon Moggi. E oggi ha perso un’altra occasione per stare zitto.
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