ilNapolista

Lo scrittore Christian Raimo spiega perché ha smesso di tifare per la Juventus

Lo scrittore Christian Raimo spiega perché ha smesso di tifare per la Juventus

In un paese come l’Italia che definisce le sue identità attraverso il calcio molto più che con le classi sociali, la provenienza geografica, la fede religiosa o le preferenze sessuali, quando mi chiedono per che squadra tifo rispondo, usando un tono che può essere scambiato per snobismo o malinconia, che sono un ex juventino.

Lo sono diventato senza deciderlo consapevolmente, nei lunghi anni tra il liceo e l’università; ma non è successo distrattamente come magari succede a chi da adolescente arrabbiato con il mondo smette di andare a messa una domenica e poi, con indolenza, non frequenta più un altare in vita sua. Con il tifo non esiste questo tipo di processo, una lenta e graduale secolarizzazione. Anzi.

Ho smesso di tifare per la Juventus – e non ho ovviamente cominciato a tifare nessun’altra squadra (cambiare squadra, credo lo si capisca verso gli otto anni, è una possibilità realmente inaccessibile) – per tre motivi fondamentali che sono rimasti immutati nel tempo; li potrei ripetere domani in fila alla posta o in una discussione improvvisata sull’autobus.

Sono gli stessi tre motivi che mi venivano in testa, mentre leggevo le parole dell’attuale presidente della Juventus, Andrea Agnelli, a un convegno organizzato da Rivista Studio: “Moggi? Rappresenta una parte importante della nostra storia. Lo possiamo perdonare. Siamo il paese del cattolicesimo”.  (segue su www.internazionale.it)
Christian Raimo

ilnapolista © riproduzione riservata