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Il Napoli con l’ottava peggior difesa del campionato

Il Napoli con l’ottava peggior difesa del campionato

Siamo alle solite. Non serve al Napoli avere il secondo migliore attacco del campionato se poi ha l’ottava difesa del torneo prendendo più di tre volte i gol subiti della Juventus e il doppio di quelli incassati dalla Roma. Il Napoli ha la difesa peggiore tra le prime cinque della classifica.

Sono tornati gli errori individuali (Koulibaly ha abbandonato il suo gioco semplice e concreto), ma contro il Cagliari è mancata l’intera squadra non solo sul piano tattico, ma come solidità e determinazione.

Non si può buttare il vantaggio di una mezz’ora dominata con due gol. Ma molti azzurri erano sfasati e, se tra questi, ci sono i migliori (Hamsik, Callejon, Higuain), allora è una fortuna essersela cavata contro il brillante Cagliari di Zeman che, in trasferta, raccoglie più punti che in casa dove non ha ancora vinto (8 punti fuori, 3 sul proprio campo) e che, fuori casa, vanta il migliore attacco del campionato alla pari del Milan segnando il doppio dei gol esterni della Roma e del Napoli.

Continua a mancare al Napoli la personalità della formazione superiore. Zeman dice che al Napoli manca un regista. In realtà, al Napoli più che un regista in senso stretto, manca un leader, un giocatore che detti i tempi alla squadra, che la guidi nelle varie fasi, che sia il punto di riferimento per far ruotare l’intera formazione, che assicuri personalità all’intero complesso. Antonio Juliano è stato un maestro in questo. Ma non ci sono più le vecchie mezz’ali di governo e di lotta.

Benitez si è arrabbiato. Il Napoli ha aiutato il Cagliari con alcuni errori individuali buttando via la vittoria due volte, sul 2-0 e sul 3-2. L’intera difesa è stata in difficoltà: Maggio contro Farias (due gol), Koulibaly contro Ibarbo (un gol e un assist), Henrique senza bussola di fronte a Cossu falso nueve.

Ma il Napoli doveva accusare anche il flop di protagonisti come Higuain scomparso dopo il gol, di Hamsik che falliva persino un gol, di Callejon irriconoscibile in attacco e neanche di aiuto a Maggio nel coprire la fascia dove si inserivano Farias e il terzino Balzano che poteva spingere proprio grazie alla giornata in ombra di Calleti (staccato da Tevez sul tetto dei cannonieri). Benitez ha rinunciato a sostituire i campioni in ombra, forse non avendo una panchina adeguata (Mesto, Albiol, Radosevic, Zapata).

Nella serie positiva di nove partite pesano negativamente le vittorie sfumate a Milano con l’Inter e a Bergamo, i pareggi interni con Palermo e Cagliari (stessa stonata sinfonia azzurra), almeno sei punti lasciati per strada.

Sull’obiettivo del secondo posto, il più realistico ma anche arduo del Napoli, la squadra ha perso altre due lunghezze dalla Roma (-6). Il terzo posto è a rischio con a ridosso le baldanzose squadre di Genova. Nel prossimo turno (lunedì 1 dicembre), il Napoli dovrà far visita alla Sampdoria, forse la svolta del girone d’andata per gli azzurri.

Si interpone l’Europa League, giovedì a Praga contro la Sparta che ha vinto sette delle ultime nove partite e prende pochi gol (7 in quindici gare). Napoli e Sparta sono a pari punti nel girone di qualificazione, lo Young Boys a -3. Portare un risultato utile da Praga significherebbe mettere al riparo da qualunque sorpresa la qualificazione ai sedicesimi. L’ultima partita sarà al San Paolo con lo Slovan a zero punti e zero gol fatti, 14 subiti, suggello più che possibile per andare avanti.

Mimmo Carratelli

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