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Il futuro di Higuain (e di Benitez) dipende dal futuro del Napoli

Diciamo la verità, il tempismo del singolare comunicato di ieri di Benitez (alias, Rafelio DeBenitis) è sorprendente. Soprattutto alla luce della notizia lanciata nella serata di ieri dal quotidiano spagnolo Marca secondo cui il Barcellona avrebbe trovato un accordo con Gonzalo Higuain (non con il Napoli) per il passaggio dell’attaccante nella squadra catalana. Il Napoli ieri ha smentito ufficialmente, eppure il dubbio resta. Anche alla luce delle dichiarazioni dello stesso centravanti riportate dal giornale spagnolo. Nulla di clamoroso, per carità. Frasi di circostanza che però qualcosa lasciano intendere. Anche che, tra l’altro, non c’è nulla di concreto. Ma non solo. Higuain ha detto che “fa piacere l’interessamento di un club come il Barcellona, che sarebbe onorato di giocare al fianco di Messi. Ma ha anche aggiunto che queste considerazioni le farebbe qualsiasi calciatore cercato dal Barça”. Sibillina l’ultima dichiarazione: “Ora penso al Mondiale, vogliamo dimostrare che possiamo lottare per conquistare la coppa. Parlerò in un altro momento del mio futuro”. Frase che non è semplice da tradurre. Non è una smentita secca, non dice resterò al Napoli ma nemmeno che andrà al Barcellona. Possiamo procedere solo per ipotesi. Non solo noi, sia chiaro, perché la stampa italiana fin qui non aveva mai ipotizzato una partenza di Higuain. L’ipotesi del Napolista è che il Pipita – e probabilmente non solo lui – voglia capire le reali intenzioni del Napoli. Siamo onesti, rinunciare a una chiamata del Barcellona è un sacrificio che nessuno di noi farebbe nel proprio ambito professionale. Soprattutto se De Laurentiis non dimostrerà concretamente di voler costruire una squadra vincente. Anche da questo punto di vista, però, le intenzioni sono chiare. E persino fisiologiche. Pensare che il Napoli possa allestire una squadra in grado di competere col Barcellona è francamente da ingenui. E De Laurentiis non lo ha nemmeno mai detto. L’orizzonte del Napoli è un altro: avere una squadra competitiva in Italia e che magari possa essere tra le prime sedici in Europa. Certo un anno potrebbe essere anche tra le prime otto, ma il Barcellona viaggia in un’altra dimensione. È ovvio. È una squadra cui qualsiasi giocatore, di qualsiasi squadra, farebbe fatica a dire no. La sensazione – al di là della vicenda Higuain – è che nel Napoli i nodi stiano venendo al pettine. Verso la fine del campionato, Benitez rilasciò una dichiarazione che apparve come un documento programmatico: «Giocatori come Albiol e Higuain non vanno solo acquistati, poi bisogna anche riuscire a trattenerli». E, aggiungiamo noi, vale anche per un allenatore come Rafa. Che, non a caso, al momento non ha rinnovato alcun contratto e si appresta a onorare il secondo e ultimo anno previsto dall’accordo col firmato la scorsa estate con De Laurentiis. Sapevamo che saremmo giunti a questo bivio. Un bivio fisiologico. Cui già altre volte siamo giunti. Ad esempio con Cavani. Ma che stavolta appare più rischioso. Perché per la prima volta, con Benitez, il Napoli ha abbracciato un progetto strutturale. Non siamo più di fronte a un calciatore che ha raggiunto un prezzo record di mercato, come il Matador o anche Lavezzi. Siamo di fronte a un’altra scelta: costruire un club solido in grado di competere ogni anno e attrarre giocatori internazionali di valore medio-alto o rimanere nel solco di una squadra comunque di vertice (in Italia) però con limiti organizzativi di sviluppo ben precisi. È qui il braccio di ferro tra Benitez e De Laurentiis. Abbandonare il progetto Rafa equivarrà a dire addio a quei giocatori e a quella mentalità che Benitez ha portato a Napoli. Vedremo. Sembra francamente strano che De Laurentiis imbocchi la strada del ridimensionamento dopo appena un anno. E poi non è detto che il redde rationem sarà quest’estate. Magari potrà essere rinviato tutto alla prossima. Il che, diciamolo, equivarrebbe ad avere ossigeno per altri dodici mesi. Che è così ben diversa dall’acquisire consapevolezza di aver imboccato la strada della crescita. Vedremo. Al momento registriamo, come abbiamo fatto ieri, che Benitez ha cominciato a muoversi e a comunicare come una manager all’inglese, a parlare come un uomo della società. Del resto è lui la principale di garanzia di De Laurentiis. E dei tifosi. Massimiliano Gallo

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