Il Napoli e una Coppa Italia che non ha mai onorato granché

Istituita nel 1922 e partita nel 1935, la Coppa Italia non è stato un torneo che il Napoli ha onorato granché. Ci vollero quattordici edizioni, col traguardo intermedio dei quarti di finale nel 1938, perché la squadra azzurra vincendo nel 1962 scrivesse per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro (9 vittorie Juventus e […]

Istituita nel 1922 e partita nel 1935, la Coppa Italia non è stato un torneo che il Napoli ha onorato granché. Ci vollero quattordici edizioni, col traguardo intermedio dei quarti di finale nel 1938, perché la squadra azzurra vincendo nel 1962 scrivesse per la prima volta il suo nome nell’albo d’oro (9 vittorie Juventus e Roma; 7 Inter; 6 Fiorentina; 5 Lazio, Milan e Torino; 4 Sampdoria; 3 Napoli e Parma; 2 Bologna; 1 Atalanta, Genova 1893, Vado, Venezia e Vicenza).Rese singolare quel successo il fatto che il Napoli fosse una squadra di serie B, l’unica della categoria che si è aggiudicata la Coppa Italia. Era il Napoli ben miscelato da Pesaola con buoni lavoratori del pallone e qualche uomo di qualità. Dopo avere superato i primi due turni ai rigori contro una squadra di B (Alessandria) e una di A (Sampdoria), il Napoli affrontò tutte formazioni del massimo campionato eliminando il Torino (2-0), la Roma (1-0) e il Mantova (2-1). In finale batté la Spal (2-1) con i gol dei suoi uomini migliori, Corelli e Ronzon.

La formazione della finale: Pontel (Cuman); Molino, Gatti; Girardo, Rivellino, Corelli; Mariani, Ronzon, Tomeazzi, Fraschini, Tacchi.

Passarono tredici anni prima di un’altra finale, disputata e persa nel 1972 a Roma col Milan (0-2). Era la squadra di Chiappella con Zoff; Pogliana, Vianello; Zurlini, Panzanato, Perego; Pincelli (un ragazzo abruzzese della Primavera, poi Esposito), Juliano, Sormani, Improta, Macchi. Il Milan vinse con un autogol di Panzanato e una rete di Rosato.

Il Napoli giunse alla finale vincendo il girone eliminatorio contro Sorrento (0-1 degli azzurri in casa e nel Sorrento giocava Bruscolotti), Catanzaro (1-0 fuori), Verona (2-1 in trasferta), Palermo (1-0 a Fuorigrotta) e aggiudicandosi uno dei due gironi finali contro il Bologna (2-2 fuori, 2-1 in casa), la Lazio (5-1 in casa, 0-3 fuori) e la Fiorentina (1-1 in trasferta e in casa). Affrontò in finale il Milan che aveva vinto l’altro girone contro Torino, Inter e Juventus.

Fu poi il Napoli furente di Vinicio a riconquistare il trofeo nel 1976. Il Napoli giocò la finale a Roma col Verona, allenato da Valcareggi, in cui giocavano Guidolin e Mascetti, e schiantò i veneti con uno squillante 4-0 (due gol di Savoldi, uno di Braglia e l’autorete del portiere Ginulfi che aprì le marcature). Vinicio non si gustò il trionfo perché, in disaccordo con Ferlaino, abbandonò la squadra che giocò le ultime sei partite di Coppa con Delfrati in panchina.

Il Napoli schierò a Roma Carmignani; Bruscolotti, La Palma; Burgnich, Vavassori, Orlandini; Massa, Juliano, Savoldi, Esposito, Braglia. Si qualificò per la finale vincendo il girone eliminatorio contro il Cesena (0-0 fuori), la Reggiana (2-1 in casa), il Foggia (4-2 in casa) e il Palermo (3-2 fuori). Vinse il girone finale contro la Fiorentina (0-0 in casa, 1-1 a Firenze), il Milan (2-0 a Milano, 2-1 a Fuorigrotta), la Sampdoria (2-1 a Napoli, 2-2 a Genova). Il Verona arrivò alla finale dopo avere superato, nel girone finale, l’Inter, la Lazio e il Genoa.

Dopo il successo del 1976, e prima che arrivasse Maradona, il Napoli arrivò alla finale di Coppa Italia anche nel 1978, perdendo il match decisivo con l’Inter (1-2). Fu l’anno di Di Marzio in panchina e c’era ancora Savoldi. A Roma contro l’Inter giocarono Mattolini; Bruscolotti, La Palma; Restelli, Ferrario, Stanzione; Vinazzani, Juliano, Savoldi, Valente (Mocellin), Chiarugi. Andò in vantaggio il Napoli con Restelli. Andarono al sorpasso Altobelli e Bini.

Il Napoli si era aggiudicato il girone eliminatorio con quattro vittorie su quattro partite (2-0 al Catanzaro, 3-2 a Palermo,  2-1 col Vicenza fuori, 4-0 all’Avellino). Aveva poi vinto il girone finale contro Juventus (5-0 in casa, 0-1 fuori), Milan (1-1 sul neutro di Verona, 1-0 a Napoli) e Taranto (3-0 in casa, 0-0 a Taranto).

La Coppa Italia di Maradona nell’87 fu una cavalcata strepitosa di tutte vittorie (13) con 32 gol segnati e 5 subiti, capocannoniere Giordano con 9 reti davanti a Maradona (7) e Carnevale (6). Segnò 4 reti il minibomber napoletano Ciro Muro. Fu il Napoli della prima MaGiCa (Maradona, Giordano, Carnevale).

Sul suo cammino il Napoli incontrò la Spal squadra di serie C (2-0 a Ferrara), sei formazioni di serie B (3-0 al Bologna, 4-2 fuori; Cagliari 1-0 fuori e 4-1 in casa; Lazio 2-0 fuori; Taranto 1-0 sul neutro di Lecce; Vicenza 2-1 a Benevento; 3-1 al Cesena) e una di serie A (Brescia: 3-0 in casa e fuori). In finale dissolse l’Atalanta a Napoli (3-0) e vinse a Bergamo (1-0). Juve e Inter furono eliminate nei quarti da Cagliari e Cremonese, il Milan fallì gli ottavi contro il Parma.

Nelle due partite di finale Bianchi impiegò Garella, Ferrara, Volpecina, Bigliardi, Bruscolotti, Bagni, Ferrario, Renica, De Napoli, Sola, Muro, Romano, Giordano, Maradona, Carnevale (Caffarelli)

L’accoppiata scudetto-Coppa Italia del Napoli nel 1987 è riuscita a poche squadre. In precedenza c’erano riusciti il Torino (1943) e la Juventus (1960). In seguito, ancora la Juventus (1995), la Lazio (2000) e l’Inter (2006 e 2010).

Negli anni successivi, la squadra con Maradona guadagnò un’altra finale di Coppa, nel 1989, in due partite, andata e ritorno, ma la perse contro la Sampdoria. I doriani ribaltarono lo 0-1 del “San Paolo”, gol di Renica, travolgendo 4-0 il Napoli a Cremona (lo stadio di Marassi era inagibile). Era già la Samp che avrebbe vinto lo scudetto due anni dopo con Mancini, Vialli e Cerezo.

Il Napoli schierò nelle due partite questi giocatori: Giuliani; Corradini, Francini; Fusi, Alemao, Renica; Carannante, Crippa, Careca, Maradona, Carnevale (De Napoli).

In quella edizione il Napoli giunse alla doppia finale eliminando lo Spezia (3-1 sul neutro di Livorno), il Bari (2-0), la Sambenedettese (2-0 fuori), il Barletta (3-0 ad Avellino), il Bologna (1-0), il Lecce (1-1 fuori), il Cesena (2-0), il Modena (4-0 fuori), l’Ascoli (3-0 in casa, 3-1 fuori) e il Pisa (2-0 in casa, 1-0 fuori).

Negli anni successivi, il Napoli giunse in finale nel 1997. Era la squadra allenata da Gigi Simoni che schierò nella doppia finale col Vicenza questi giocatori: Taglialatela, Colonnese, Crasson, Baldini, Ayala, Bordin, Milanese, Cruz, Altomare, Longo, Pecchia, Massimiliano Esposito, Boghossian, Caccia, Aglietti. Fu Montefusco a guidare le due finali perché Simoni si era accordato per passare all’Inter di Ronaldo.

La sfida col Vicenza, allenato da Guidolin, dopo l’1-0 al San Paolo per gli azzurri, registrò un crollo in Veneto (0-3). I vicentini si qualificarono per la Coppa delle coppe, e, dettaglio curioso per i nostri tempi, giocarono col Chelsea le semifinali del torneo (1-0 in Italia, 1-3 a Londra).

Mimmo Carratelli

LE FINALI DEL NAPOLI.

1962: Napoli-Spal 2-1 a Roma

1972: Milan-Napoli 2-0 a Roma

1976: Napoli-Verona 4-0 a Roma

1978: Inter-Napoli 2-1 a Roma

1987: Napoli-Atalanta 3-0, Atalanta-Napoli 0-1.

1989: Napoli-Sampdoria 1-0, Sampdoria-Napoli 3-0

1997: Napoli-Vicenza 1-0, Vicenza-Napoli 3-0.

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