Ode a Christian Maggio, stasera saranno 200
Stasera saranno 200 nella massima serie. Non sono poche ed è un traguardo importante per qualsiasi calciatore. Credo che Christian Maggio meriti di entrare nel cuore dei tifosi non solo perché gran parte di questo obiettivo l’ha realizzato con la nostra maglia onorata fino in fondo e non tanto per quel che è riuscito sempre […]
Stasera saranno 200 nella massima serie. Non sono poche ed è un traguardo importante per qualsiasi calciatore.
Credo che Christian Maggio meriti di entrare nel cuore dei tifosi non solo perché gran parte di questo obiettivo l’ha realizzato con la nostra maglia onorata fino in fondo e non tanto per quel che è riuscito sempre a dare sul rettangolo verde ma anche per come ha vissuto fuori dal campo i colori azzurri.
Con il suo sguardo dolce e la faccia d’angelo capisci subito che sei di fronte ad una bella persona, una persona perbene e con una grande forza di volontà. Nella carriera di un calciatore possono capitare momenti difficili sia sul piano tecnico che fisico e, quando capitano, capisci di che pasta è fatto l’uomo da come reagisce e Maggio è uno di quelli che, da come ha reagito a questi momenti, ti entra nel cuore. Due infortuni gravi, nel 2005 e nella partita contro la Lazio nel 2009 con la lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio destro, non l’hanno mai abbattuto e in silenzio e con il lavoro è sempre riuscito a tornare ed esprimersi ai massimi livelli.
Mai una parola, una dichiarazione o un’intervista fuori luogo o sopra le righe, ma trasmettendo sempre compostezza e rispetto per tutto e tutti.
Fu così anche quando visse un momento difficile sul campo e settori del tifo azzurro manifestavano qualche insofferenza: lui seppe rispondere sul campo senza mai un gesto o una dichiarazione di stizza.
Fu così ancora quando per gli Europei del 2008 tutti si aspettavano la convocazione in Nazionale meritata sul campo ma che l’allora CT Donadoni gliela negò incomprensibilmente. Anche lì senza mai esprimere un pubblico disappunto, sapendo riconquistare poi un posto in Nazionale prima con Lippi e poi con Prandelli.
Con la sua compostezza ha sempre saputo dimostrare, in campo e fuori da esso, un grande rispetto e amore non solo verso questa maglia ma anche nei confronti della nostra amata città e del nostro modo di vivere nonostante il suo essere veneto sia così distante da noi.
La scelta di chiudere la sua carriera con la maglia azzurra ne è un’ulteriore conferma.
Perfino nel suo modo di esultare ad ogni gol trasmette amore e rispetto verso noi tifosi con il nobile gesto dell’inchino.
In questa occasione più che l’aspetto tecnico, straordinario per questa squadra, mi preme sottolineare la sua umana gentilezza e rispetto che denotano valori veri e non artificiali o di circostanza.
L’augurio e la certezza, caro Christian, è che continuerai a festeggiare ulteriori traguardi con i colori azzurri deliziandoci con altri inchini.
Stasera però, toccherà a noi inchinarci a te ringraziandoti per tutto quello che ci hai saputo dare nel rettangolo di gioco e per i valori semplici e puliti che hai saputo trasmetterci fuori dal campo.
Grazie Christian.
Peppe Napolitano