Merzario: «Ci fosse stato Enzo Ferrari, Charles Leclerc non avrebbe neanche varcato i cancelli di Maranello»

A la Repubblica: «In Formula 1 ormai conta più il mezzo che il pilota. Io ho iniziato a perdere qualcosa solo dopo i 70, e mi sento fortunato per la salute e per aver corso in un’epoca pericolosa»

Merzario

Arturo Merzario, ex pilota delle rosse, 82 anni, ha rilasciato un’intervista riportata nelle pagine di Repubblica. Ecco le sue parole:

«Ferrari non doveva puntare così tanto su Leclerc. Come ai miei tempi: dal 1970 al 1973 la Ferrari puntò su Jacky Ickx e in quattro stagioni non vinse un Mondiale. Mi auguro che il prossimo sia l’anno buono. Da qualche mese Maranello lasciava trapelare che erano già completamente concentrati sul 2026. Speriamo che le Ferrari diano un giro di distacco a tutti».

L’intervista di Merzario

«Ci fosse stato Enzo Ferrari, Charles Leclerc non avrebbe neanche varcato i cancelli di Maranello», inizia così la sua intervista.

«Mi lasci spiegare, però, non voglio che vengano fraintese le mie parole».

Spieghi.

«Leclerc è un pilota bravissimo, ma non un fenomeno. Eppure negli ultimi sei anni di Formula Uno ha preteso e ottenuto tutto quello che voleva dalla Ferrari, anche a scapito di uno che è stato sette volte campione del mondo».

Ossia Lewis Hamilton, che però nella sua prima stagione in rosso ha deluso.

«Alt! Hamilton aveva detto fin dalle prime gare che con la macchina preparata in quella maniera non si trovava bene, però sono andati avanti con le indicazioni di Leclerc. Lewis può essere simpatico o antipatico, ma è un pilota che fa scuola come mestiere e come capacità di lavoro. Eppoi io seguirei sempre le indicazioni di uno dei due soli fuoriclasse rimasti in Formula Uno».

Non c’è neanche bisogno di specificare chi sia l’altro.

«Ma certo che è Verstappen! Ha dimostrato più volte di essere un fenomeno, anche quest’anno, quando non aveva alcuna possibilità di vincere il titolo piloti eppure per poco non ci riusciva. Certo, ha commesso i suoi errori, ci mancherebbe. Quando uno è sempre al limite e anche oltre, funziona così. Però Verstappen fa la differenza, basti vedere quanto distacco rifila a tutti i suoi compagni di scuderia. E non è che la Red Bull si diverta a mettergli accanto piloti scarsi: ogni punto guadagnato in Formula Uno porta soldi, tanti soldi». 

Il 7 gennaio Hamilton compirà 41 anni….

«E qui la fermo ancora. In Formula Uno corre Fernando Alonso, che di anni ne ha 44. E i risultati li ottiene ancora, quando ha una macchina all’altezza. Perché ormai in questo sport, purtroppo, il pilota soccombe rispetto al mezzo. Se guidi una monoposto che non va, non puoi inventarti granché, a venti o a quarant’anni. E comunque per mia esperienza posso dire che io ho iniziato a perdere qualcosa, nella guida, dai settant’anni in poi, non prima. Sono invecchiato e mi ritengo fortunato: prima di tutto perché ho ancora la salute e poi perché ho corso in un’epoca in cui tanti piloti sono morti in pista».

Quindi per lei Hamilton può riscattarsi nel 2026?

«Per me sì. Vediamo che Ferrari guiderà. Poi, ripeto, è vero che Lewis ha il suo caratterino. Ma i geni sono fatti così, vedi Leonardo, vedi Einstein. Invece adesso in Formula Uno vanno di moda i bravi ragazzi, a modo ed educati».

Qualche esempio?

«Leclerc, appunto, ma anche i due piloti della McLaren, che stavano per perdere un mondiale già vinto. Assomigliano un po’ tutti a Nico Rosberg, un ragazzo d’oro».

 

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