Migliori arbitri del 2025, la Francia ne porta due sul podio. Per l’Italia, Mariani ottavo

Il migliore è stato considerato il francese Turpin. Secondi a parimerito, Letexier e Marciniak. Mariani a parimerito con l'australiano Faghani.

L'arbitro Mariani rigore Milan Inter-Napoli bindoni

Db Milano 18/09/2022 - campionato di calcio serie A / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Maurizio Mariani

L’Iffhs (International Federation of Football History and Statistics) ha pubblicato la classifica dei migliori arbitri del mondo del 2025. Per l’Italia, presente in Top 10 solo Maurizio Mariani, ottavo.

La classifica dei migliori arbitri del 2025

Il migliore è stato considerato il francese Clement Turpin, con 65 punti.

Secondi, a parimerito, un altro francese, François Letexier, e  Szymon Marciniak: 55 punti.

Quarto il rumeno Istvan Kovacs, con 54 punti.

Quinto posto per l’inglese Michael Oliver, che guadagna 53 punti.

Sesto Felix Zwayer, tedesco, con 45 punti.

Settimo Slavko Vincic, dalla Slovenia: 41 punti.

Ottavi a parimerito l’australiano Alireza Faghani e l’unico italiano presente in classifica, Maurizio Mariani, con 25 punti.

A chiudere la classifica è lo svizzero Sandro Scharer, con 12 punti.

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Alcuni sostengono che gli arbitri abbiano “dimenticato” come arbitrare senza Var. È d’accordo?

«Sì, ed è vero. È come con i telefoni o i navigatori: più la tecnologia ci aiuta, più perdiamo le nostre capacità. Gli arbitri non corrono più per posizionarsi bene o prendere decisioni immediate. Prima, se un giocatore cadeva in area, decidevi subito: rigore, fallo simulato o si continua. Oggi spesso non si capisce nemmeno se l’arbitro abbia visto l’azione.»

Il Var mette pressione anche sui suoi assistenti?

«Molta. Il video assistant guarda e riguarda l’azione, blocca l’immagine e nota un contatto. Poi manda l’arbitro al monitor. Così si prendono decisioni che l’arbitro in campo, in realtà, non condivide. Chi è in campo, ha una percezione molto più precisa di distanze e intenzioni, cose che in tv non si vedono.»

Molti pensano che quando un arbitro viene chiamato al monitor, cambi decisione nel 99% dei casi. È un processo utile o si potrebbe velocizzare?

«È giusto che l’arbitro possa vedere le immagini, ma spesso sa già che, se non cambia idea, dovrà spiegarsi davanti a milioni di telespettatori. Così preferisce assegnare un rigore per evitare polemiche. Ma è sbagliato: le decisioni vanno prese per chi è allo stadio, non per la tv.»

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