«Nadal ricorda ogni singolo scambio delle sue partite, Federer nascondeva le racchette agli avversari»

Il tennis raccontato da chi lo ha vissuto. Il Corsera intervista Giorgio Di Palermo, vent'anni a bordo campo nel circuito: Agassi sentenziò: «il rovescio in back di Federer sarà il colpo più letale del tennis dei prossimi dieci anni»

federer e nadal tennis gioco all'italiana

Melbourne (Australia) 29/01/2017 - Australian Open / foto Panoramic/Insidefoto/Image Sport nella foto: Roger Federer-Rafael Nadal

«Nadal ricorda ogni singolo scambio delle sue partite, Federer nascondeva le racchette agli avversari»

Il tennis raccontato da chi lo ha vissuto in prima persona. Il Corriere della Sera, con Gaia Piccardi, intervista Giorgio Di Palermo così descritto dal quotidiano di via Solferino: 61 anni, romano,  incaricato alle relazioni internazionali per la Federazione italiana. Lavora su tutti i grandi eventi: dagli Internazionali alle Finals. In precedenza,  è stato tour manager dell’Atp, poi è entrato nel board: in totale 22 anni al servizio dei giocatori.

Racconta qualche aneddoto relativo a giocatori. Federer faceva scherzi negli spogliatoi con i tennisti con cui era più in confidenza.

«Federer, che è un giocherellone, faceva scherzi leggendari nello spogliatoio. Tipicamente nascondeva le racchette ai colleghi con cui aveva confidenza, ad esempio Wawrinka. Stan arrivava e diventava pazzo a cercarle. Ma nello spogliatoio, dove non li vede nessuno, molti tornano bambini».

Il carisma di Federer, di persona, era palpabile?
«Condivido un ricordo che vale più di mille spiegazioni. Melbourne 2005, area giocatori mentre in campo, negli ottavi, Federer affronta Baghdatis. Si immagini una distesa di lettini dei fisioterapisti, pieni di tennisti che vengono trattati. La tv è accesa sul match del favorito. Federer fa un rovescio in back sul quale Baghdatis si avventa, tirando fuori di metri. Risate sgangherate dei presenti, che cominciano a spernacchiare Baghdatis. Da dietro, si sente una voce: cosa cazzo ridete? È Andre Agassi, che ha assistito alla scena. Il clima si fa spesso, lo stanzone ammutolisce. Agassi prosegue: voi non avete capito che quello, il rovescio in back di Roger, sarà il colpo più letale del tennis dei prossimi dieci anni. Agassi diceva il vero: aveva visto nel futuro».

E Nadal nella vita è così serio come lo era in campo?
«La latinità ha sempre reso Rafa quasi italiano: parlare di calcio con lui, non solo del Real Madrid, è come farlo con un connazionale. Quando la
sua squadra perde, è un rosicone. Ma quando Nadal parla di tennis, è una sentenza. Sa tutto. Una sera eravamo sul divano, a un dopocena a casa
di amici a Montecarlo. Alla tv trasmettevano il suo match del pomeriggio con Murray, al Master 1000 del Principato. Beh, Rafa si ricordava ogni colpo di ogni scambio di ogni quindici di ogni game di ogni set. Una cosa impressionante».

La presenza sulle cose dei grandi, insomma.
«All’Australian Open 2011, dopo aver superato le qualificazioni, Marco Crugnola, miglior ranking n. 165, esce al primo turno. Resta a Melbourne,
Federer cerca uno sparring e gli organizzo un allenamento con Roger. Su un campo secondario, assisto a questa scena. Marco arriva e si presenta: ciao Roger, sono Crugnola. E Federer: ma che sei matto, ti presenti? Io so tutto di te. E comincia a snocciolare risultati di Marco ai Challenger di Bergamo, Sanremo, Cremona. Forse pure Manerbio… ».

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