Adani: «Conte ha rivoluzionato la testa, il cuore e le capacità calcistiche di David Neres»

A Viva el Futbol: «Antonio è capace di evolversi settimanalmente. Prende i calciatori forti e li migliora, li cambia e li rende forti in altre cose. A me Conte insegna ogni volta che allena, in ogni contesto»

Rai Adani corriere

Db Milano 28/06/2022 - presentazione palinsesto Rai stagione 2022-2023 / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Daniele Adani

Lele Adani, intervenuto al podcast Viva el Futbol  ha così commentato la splendida vittoria del Napoli in Supercoppa.

Le parole di Adani

«Io sapevo che Conte avrebbe rivoluzionato la testa, il cuore e le capacità calcistiche di David Neres. Lo sapevo perché è un po’ l’obiettivo di Conte. Poi lui cosa fa? Incide sul singolo contestualizzandolo al collettivo. È la sua grandezza, veramente. Poi andiamo a snocciolare delle cose tecnico-tattiche. Io questo lo sapevo perché quello che ci ha fatto vedere in una frazione molto corta l’anno scorso, tipo tre mesi, perché poi ha cominciato tardi, ha fatto bene quelle dieci partite, poi si è fatto male ancora. Quest’anno lo fa con frequenza, io lo sapevo che doveva farlo con continuità.»

L’evoluzione di Neres e i meriti di Conte

Ma che diventasse da giocatore istintivo, da uno contro uno, da piedi sulla linea, a giocatore nel traffico, pensante di scelte, di pressione, di pause, di palleggio, di valutazioni nel traffico, questo io non l’avrei mai detto. Sono uno che vi assicuro ha tanta, tanta immaginazione.

«Ora alzo il tiro per rendere l’idea. Guardiola, quando allena Bernardo Silva e David Silva, cambia la loro vita cambiando la loro interpretazione del calcio. Sono giocatori top, diventano top facendo altro. Non arriverà, secondo me, David Neres, non arriva a quel livello, ma è l’idea che voglio spiegare. Io conosco David Neres, vedo migliorare David Neres.»

«Cioè David Neres che va uno contro uno, punta, dribbla, tira, mi va bene. Dico: Conte ce la fa. Ma che diventi Foden, no. Allora devo richiamare le scelte di Pep con tanti suoi giocatori, De Bruyne stesso: cioè i calciatori forti li miglioro, ma li cambio, li rendo forti in altre cose. È da top manager, cosa che è Antonio Conte.»

L’analisi tattica

Andiamo sul collettivo legato a David Neres. Perché David Neres deve imparare a fare quello? Perché se io tolgo Beukema e metto terzo di destra Di Lorenzo, libero un posto dove prima giocava Di Lorenzo e devo mettere Politano, che è un quinto in questo sistema, con David Neres che è un doppio trequartista. Ma quando si apre Di Lorenzo sale Politano e viene trasformato il 3-4-2-1 in 4-2-3-1. Chi si accentra a fare il trequartista? David.

Perché tu per giocare trequartista devi giocare di taglio, devi variare le scelte, devi dare la pausa e dare la ripartenza, devi pensare un’altra cosa rispetto a quella che ti ha abituato la tua carriera a vivere. Conte fa, sono d’accordo, la miglior partita di quest’anno. Senza dubbio non concede niente, domina, pressa, gioca di tecnica, cambia le posizioni da top manager veramente, e gli vanno tutti dietro.

Ma io vorrei ricordare: Buongiorno, il titolare comprato due anni fa, non gioca. Anguissa non c’è. Lukaku non c’è. De Bruyne non c’è. Questi quattro dateli a tutti. Quindi deve nel collettivo esaltare i singoli facendogli fare altro. Ma lui ruota, toglie, da quando dopo Bologna è ripartito il Napoli. Abbiamo detto: Politano, tu eri il titolare, gioca David Neres, Politano in panchina. Cosa ha fatto ora? Li fa giocare insieme. Ma David Neres deve imparare a farlo.

Conte: un allenatore che evolve settimanalmente

Capite come evolve? Ma evolve settimanalmente. Allora io dico: se un allenatore evolve settimanalmente, se crea tutto questo, come si fa a metterlo in discussione? E come si fa a non comprendere che ci sono allenatori che a un certo punto, anche se hanno vinto tanto, anche se cambiano piazze, vivono contesti diversi, sono nettamente migliori degli altri?

Molte volte tu non ci arrivi, perché è lecito non arrivarci, ragazzi. Non è che se tu parli con tanti geni o professionisti di super livello vanno sempre compresi, però la loro storia ti insegna a fidarti, ti insegna a seguirli, ti insegna a essere curioso, a imparare. Perché non impariamo e su quello che impariamo poi dibattiamo?

Perché c’è sempre questa lotta personale, questo tentativo di demolire chi invece va ammirato? A me Conte insegna ogni volta che allena, in ogni contesto.

Su Hojlund

Ragazzi, Højlund: noi quattro mesi fa abbiamo detto che era il nuovo Lukaku. Quattro mesi fa. Ora lo dicono tutti. Noi quattro mesi fa l’abbiamo detto. Però domanda: è quello dell’Atalanta o è di nuovo migliore? Højlund è migliore, ragazzi.  Ma lui è comunque arrivato quasi a settembre, si è fermato un mese e mezzo più o meno. Ma scusami, Højlund questo qua non si marca. Questo qua non si marca. Questo qua è il centravanti ideale per tutti.

Allora perché io non devo imparare da Antonio Conte, ascoltarlo quando comunica, capire il messaggio che dà di lavoro e invece cercare di mettere tutto in un calderone mediocre e polemico per screditarlo? Conte è speciale e il suo Napoli ha giocato due partite da squadra speciale, per me.

Sul match contro il Bologna

«Non avrei mai detto, ragazzi, mai, mai avrei pensato di dire che una partita contro il Bologna di Italiano sarebbe stata dominata. Non l’avrei mai detto. Il passivo doveva essere 4-5-0. Mai l’avrei detto contro il Bologna di Italiano. Non me lo sono mai immaginato da quando Italiano è seduto a Bologna. Italiano che ha fatto cinque finali in quattro anni, una cosa così, sbaglio? Ho letto una cosa così o quattro in cinque?

Il Bologna è stato surclassato, la partita è stata dominata, è stata meritatamente vinta. Io anche questa cosa non avrei mai pensato di dirla, mai. Però mi sembra che sia accaduto questo, ragazzi. Ecco, assurdo.

Correlate