La Gazzetta inizia a criticare Chivu: “La sua Inter è inzaghiana, finora è il tecnico meno innovativo”

Finora sei sconfitte in campionato tutte contro rivali dirette. Conte, Allegri, Spalletti e Gasperini osano; lui è fedele al 3-5-2 conservativo.

Chivu

Db Milano 29/10/2025 - campionato di calcio serie A / Inter-Fiorentina / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristian Chivu

L’Inter di Cristian Chivu è molto fedele a quella delle passate stagioni di Simone Inzaghi; il tecnico rumeno non ha finora osato come gli altri allenatori delle big di Serie A.

Chivu non ha ancora osato con l’Inter come Conte, Allegri, Gasperini e Spalletti

La Gazzetta dello Sport nell’edizione odierna scrive:

“Il più giovane dei tecnici delle big di A risulta al momento uno dei meno innovativi. Forse è il momento di tentare qualcosa per smuovere una situazione un po’ bloccata. Qualche avviso è arrivato forte e chiaro: le sei sconfitte quasi tutte contro rivali dirette, Udinese esclusa, l’impressione di dominio collettivo (4-0 al Como) cancellata quando viene meno la spinta fisica impressionante (1-3 con il Napoli), la discontinuità fino a ieri sconosciuta, la fragilità nei minuti finali (Atletico, Liverpool) quando in passato i nerazzurri timbravano la loro arroganza. 

Conte da tempo sposta Politano tra fascia e ali, muove McTominay, libera De Bruyne, avanza Elmas. Spalletti s’inventa Koopmeiners difensore, schiera un tridente offensivo che si sacrifica in copertura pur senza avere il fisico di Vialli e Ravanelli, cerca la posizione migliore per Locatelli. Allegri sembra esaltarsi nel comporre il mosaico del suo ricchissimo centrocampo, accentra Leao, avanza Loftus-Cheek. Gasperini ha proposto Cristante trequartista, spedisce Wesley a sinistra e Mancini dovunque. Osano. Non tutti gli esperimenti sono riusciti, ma la scossa, mentale oltre che tattica, è arrivata. Chivu, al momento, è fedele al 3-5-2 inzaghiano e ne conferma anche le variazioni individuali, da Zielinski play a Carlos Augusto terzo centrale. Viene il dubbio che i giocatori si divertano un po’ meno, interpretando un gioco un po’ ripetitivo. L’Inter è cambiata rispetto ai tempi di Inzaghi, ma forse non quanto sarebbe stato necessario per affrontare una stagione che non poteva essere rivoluzionaria, ma almeno riformista sì, come lo stesso Chivu aveva lasciato intendere.

Il 3-4-2-1, mai nato per ragioni di mercato, presto ha ripiegato su una formula più inzaghiana: 3-5-2 che in fase offensiva diventa 3-3-4, la mezzala che si aggiunge nel possesso alto, Bastoni che entra da mezzala. L’impressione a occhio nudo è quella di una squadra un po’ più sintetica dell’ultimo Inzaghi, più spiccia nei modi. Le cifre però raccontano una realtà meno alternativa, con tanti paralleli nei parametri chiave: gol, possesso, palle recuperate, dribbling, tiri in porta. Qualcosa cambia sul fronte delle grandi occasioni create (4.1 contro 3,3) e di quelle mancate (2,7 contro 1,8), ma è anche vero che in attacco Chivu un’abbondanza qualitativa, oltre che quantitativa, che Inzaghi si sarebbe sognato: Esposito e Bonny sono titolari supplementari. Qualcosa di originale potrebbe anche nascere combinando diversamente gli ingredienti. Non si può dire che a Chivu manchi coraggio. Però è come se, scottato da qualche risposta negativa iniziale, avesse fatto un calcolo più conservativo”.

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