Napoli e Bologna i due club meglio amministrati, un esempio di come si debba fare calcio in Italia (Zazzaroni)

Proprietà riconoscibile e presente, amministratori esperti di numeri e politica sportiva (Chiavelli e Fenucci), ds di indubbie capacità (Manna dopo Giuntoli e Sartori), ottimi scout e, naturalmente, allenatori d’alto livello

Napoli e Bologna

Db Roma 14/05/2025 -finale Coppa Italia / Milan-Bologna / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Joe Saputo

Napoli e Bologna i due club meglio amministrati e che hanno compiuto i maggiori progressi (Zazzaroni)

Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, scrive della finale di Supercoppa tra Napoli e Bologna e punta sulla solidità del progetto industriale dei due club, della stabilità finanziaria raggiunta e dell’organizzazione che è alla base della crescita delle due società di calcio guidate da De Laurentiis e Saputo.

Scrive Zazzaroni sul quotidiano da lui diretto:

Napoli-Bologna non è la finale giusta solo perché mette di fronte i vincitori di scudetto e coppa Italia. Lo è innanzitutto poiché conferma, sottolineandolo, il successo dei due club che negli ultimi quattro anni hanno compiuto i maggiori progressi sul piano della solidità, della stabilità e dei risultati. Insomma, quelli che – se vogliamo insieme all’Inter – hanno fatto le cose come si deve e chi se ne fotte se poi gli arabi li fischiano o non si presentano allo stadio perché conoscono e tifano esclusivamente Milan e Inter, Modric e Lautaro. Napoli e Bologna sono un esempio di come si deve fare calcio in Italia, qui siamo: proprietà fisica, riconoscibile e presente pur nel rispetto delle naturali differenze caratteriali (l’esuberante, spesso eccessivo Aurelio De Laurentiis e il riservatissimo Joey Saputo), amministratori esperti di numeri e politica sportiva sempre meno esposti dei loro “capi”, giusto uno o due passi di lato (Chiavelli e Fenucci), direttori sportivi di indubbie capacità portati (o costretti) a non uscire dai confini del ruolo (il giovane Giovanni Manna dopo Giuntoli e l’inimitabile Giovanni Sartori), ottimi scout e, naturalmente, allenatori d’alto livello (il vincente-subito Antonio Conte e il sempre più sorprendente Vincenzo Italiano, subentrato a Motta, a sua volta successore di Mihajlovic).

Competenza, attenzione al “prodotto” e continuità, ecco la formula semplice, quasi scontata, ma effi ace. Perché una strategia, per funzionare, deve avere continuità, non può essere costantemente reimpostata. 

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