Battocletti: «Il bronzo ai Mondiali nei 5000 metri è un rimpianto, dovevo osare di più»
Alla Gazzetta: «Milano-Cortina? Tifo per Goggia e Brignone, ma che emozione vedere la Vonn a questi livelli. Nel 2026 voglio gareggiare i Mondiali indoor come si deve».

Italy's athlete Nadia Battocletti celebrates after winning the women's 10000m final during the European Athletics Championships at the Olympic stadium in Rome on June 11, 2024. (Photo by Anne-Christine POUJOULAT / AFP)
Nadia Battocletti ha rivelato che nel 2026 vorrebbe puntare maggiormente ai Mondiali indoor di atletica leggera. L’intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’intervista a Nadia Battocletti
Sta già pensano al prossimo obiettivo?
«Esula dall’atletica: come ho raccontato, il 30 dicembre mi attende l’esame in Geotecnica, l’ultimo per la laurea in Ingegneria Edile-Architettura.»
Il 2025 termina: qual è stata la sua miglior gara?
«I 10.000 metri dei Mondiali di Tokyo d’argento: per la qualità della concorrenza, per come li ho interpretati. I maggiori rimpianti sono invece legati ai 5000: ok il bronzo, ma avrei dovuto osare di più».
E la peggiore?
«Nonostante il record italiano, i 3000 di Rabat. Ho corso con poca lucidità.»
La cosa più bella che ha fatto?
«Diventare da giugno testimonial del World Food Programme.
Seguirà Milano Cortina?
«Il 29 gennaio farò la tedofora a Trento. Vorrei vedere qualche gara di biathlon e combinata nordica. E le discese: sono legata a Goggia e Brignone, ma che emozione ritrovare la Vonn a questi livelli».
Condivide le scelte dei portabandiera [Brignone, Mosaner, Fontana, Pellegrino ndr.]?
«È un bel quartetto, sono felice per loro. Los Angeles 2028? È lontana: troppi obiettivi in mezzo.»
Quali quelli del 2026?
«Per la prima volta, anche se quell’attività non mi esalta, vorrei fare le indoor come si deve, fino ai Mondiali di Torun, che però cominceranno quattro giorni dopo la fine del Ramadan: vedremo. Poi punterò agli Europei di Birmingham. Ma non arriverò né al nuovo Ultimate Championship, né ai Mondiali su strada: troppo in là, serve preservarsi un po’».











