Il mio Napoli – Juventus 3-2 (Coppa Italia)
– Ci eravamo lasciati domenica con delle belle speranze, con i complimenti per aver murato la squadra più forte nella propria area, per aver annullato l’indigesto ex e l’amaro in bocca per aver pareggiato una partita che poteva essere vinta.
– Ci ritroviamo di nuovo a distribuire complimenti per la bella gara disputata ieri, per non aver mollato e per aver dimostrato, anche quando ormai era tutto finito, carattere e forza fino alla fine. E l’amaro in bocca per non essere riusciti a fermare l’indigesto ex e per non aver compiuto la rimonta.
– È vero, in questa tre giorni, ci sarebbero da sottolineare tanti aspetti positivi, ma sempre se riconduciamo i nostri pensieri al progetto, allo sfruttamento delle risorse e al gioco.
– Se invece guardiamo esclusivamente il fine ultimo, il risultato, non possiamo che masticare amaro: un pareggio in campionato che ci ha allontanato dalla Roma e ha avvicinato la Lazio e una vittoria che però non ci permetterà di giocare la finale in Coppa Italia.
– Si dirà che la partita più importante è quella di domenica e che un posto in Champions vale più di una Coppa Italia. È così, perché i denari permettono di fare investimenti e migliorare la squadra, ma è anche vero, e di questo ne sono convinto, che le vittorie regalano ciò che i soldi riescono a fare relativamente: mentalità, esperienza, abitudine, nuove vittorie.
– La Coppa Italia non avrà dunque lo stesso appeal, ed è giusto sfruttare tutta la rosa ma, a conti fatti, mi chiederò a lungo: perché ha giocato Chiriches?
La Juve ha sempre ottenuto quello che voleva
– Già domenica lo si era intuito che la partita di coppa sarebbe stata proibitiva. La Juve, senza giocare, alla fine è uscita dal San Paolo indenne e con ciò che voleva. Mentre gli azzurri, nonostante una partita molto sudata e gagliarda, non sono riusciti ad ottenere ciò che avrebbero meritato.
– Ieri, la Juve è addirittura partita con due gol di vantaggio, frutto soprattutto delle macchie dell’andata, e ha presentato un centrocampo con l’unico scopo di annientare le nostre fonti di gioco. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una sola azione degna di nota in 45 minuti con Calle che però non è riuscito a superare Neto da pochi passi.
– La Juve sorniona ha sfruttato invece al meglio le nostre debolezze ataviche stabilendo forse un record: in 180 minuti ha tirato in porta tre volte, realizzando 5 reti.
Prima Rincon ha sparato alto in seguito ad un intervento suicida di Chiriches e poi in una sola mezza azione ha approfittato di una serie di errori individuali difensivi che sono valsi lo 0-1. Senza stravolgere, senza strafare, ma stando solo concentrati e compatti dietro ed eliminando dal gioco Insigne e Hamsik, la Juve ha costruito la sua partita.
– I due gol di scarto nella testa, l’assetto degli avversari, la conseguente frenesia e il conseguente nervosismo hanno fatto il resto per noi.
– Senza nulla da perdere, a testa bassa, il Napoli ha provato nella ripresa a cambiare l’inerzia della gara, riuscendo con più frequenza ad affacciarsi dalle parti di Neto. Due volte Milik ha sfiorato il gol: con un tiro improvviso da lontano e con un colpo di testa parato in allungo dal portiere.
Il Napoli ha avuto la forza e la voglia di continuare a provarci
– Poco dopo è stato meritatamente premiato col gol del pari che è nato da una iniziativa sulla destra che ha portato Hamsik al tiro dopo un rimpallo. 1-1
– Nel mentre gli avversari hanno creato un vero e proprio fortino in area di rigore, limitando le sortite offensive a sporadiche ripartenze. Una di esse è risultata però letale quando Higuain, dal centro dell’area, ha raccolto un invito da destra e ha chiuso la qualificazione.
– Il Napoli ha avuto la forza e la voglia di continuare a provarci e con un po’ di fortuna è riuscito a pareggiare grazie ad un errore clamoroso di Neto che ha permesso a Mertens di siglare a porta vuota pochi secondi dopo il suo ingresso. E di capovolgere il risultato con Insigne sempre in seguito ad una ficcante azione sulla destra.