Yamal in Spagna è un caso enorme. La battaglia tra Barcellona e Nazionale, tutto cominciò con la pubalgia fantasma

El Mundo ricostruisce la battaglia tra Federazione e Barça. Le accuse di Flick al ct sui dolori al pube che Yamal non aveva mai avuto. Fino all'ultimo scontro di lunedì scorso. Adidas per ora tace

Spagna Yamal calendario

Spain's forward #19 Lamine Yamal celebrates scoring his team's first goal during the UEFA Euro 2024 semi-final football match between Spain and France at the Munich Football Arena in Munich on July 9, 2024. (Photo by JAVIER SORIANO / AFP)

Yamal in Spagna è un caso enorme. La battaglia tra Barcellona e Nazionale, tutto cominciò con la pubalgia fantasma

Scoppia la tensione tra la Federazione spagnola e il Barcellona per il caso Lamine Yamal. Il club blaugrana ha sottoposto il giocatore a un “trattamento invasivo” senza consultare la nazionale. Raccomandati 7-10 giorni di riposo proprio alla vigilia delle decisive gare per il Mondiale. De la Fuente ha dovuto escluderlo, parlando di situazione “anomala”. È l’ultimo capitolo di un braccio di ferro iniziato due mesi fa su un infortunio di cui le due parti non concordano nemmeno sull’origine. El Mundo ricostruisce tutta la vicenda. E parte dall’ultimo episodio, quello relativo a lunedì scorso.

La Nazionale costretta a revocare la convocazione dopo il referto del Barcellona

Medici e membri dello staff tecnico della nazionale spagnola sono rimasti sbalorditi leggendo, e rileggendo, il referto medico in cui i dottori del Barcellona spiegavano il “procedimento invasivo a radiofrequenza” eseguito quella stessa mattina su Lamine Yamal. Da ore avevano chiesto maggiori dettagli, dopo aver ricevuto solo una descrizione sommaria del trattamento, ma non è stato prima delle 22:37 di lunedì che hanno letto e riletto, in particolare la frase finale: si raccomanda un periodo di riposo “tra i 7 e i 10 giorni”. “E noi cosa dovremmo farne, adesso?”, si domandavano ieri a Las Rozas. La raccomandazione era in realtà una minaccia: se non si rispettano le prescrizioni e il giocatore ha una ricaduta… “Non c’era altra scelta”, insistono fonti della Federazione, che ieri mattina hanno annunciato la revoca della convocazione della loro stella per le decisive partite di qualificazione al Mondiale. E’ stato l’epilogo di due mesi di tensioni tra la Selección e il Barça riguardo a un infortunio di cui non concordano nemmeno sull’origine.

Primo atto, Lamine Yamal in Nazionale, poi torna a Barcellona e Flick si lamenta: è infortunato

El Mundo ricostruisce tutto:

La storia va così. Lamine arriva a Las Rozas il 1º settembre: tutto normale. Gioca in Bulgaria il 4 e in Turchia il 7, disputando la sua miglior partita della stagione (fino a quella contro il Bruges la settimana scorsa). Lunedì 8 rientra a Barcellona. Dopo una settimana apparentemente tranquilla — durante la quale si era allenato almeno una volta con la squadra — sabato 13 Hansi Flick, allenatore del Barça, si scaglia contro De la Fuente: “È un peccato. Era già partito da qui con dolore. Gli hanno dato analgesici e ha giocato 73 e 79 minuti. E tra una partita e l’altra non si è allenato. Questo non è prendersi cura dei giocatori”, disse furioso, mentre nel comunicato medico del club si leggeva: “Il giocatore presenta fastidi al pube che gli impediscono di allenarsi e giocare al momento.”

Secondo atto, la Nazionale replica, non ha mai lamentato dolori, da dove spunta l’infortunio?

La sorpresa nella nazionale è grande: durante i giorni trascorsi con il gruppo, Lamine non aveva mai accennato a dolori al pube, ma solo a lievi problemi alla schiena — per i quali aveva ricevuto un analgesico per via intramuscolare (una puntura al gluteo) prima del secondo match. Ecco la principale incongruenza che la Federazione evidenzia: se Lamine torna a Barcellona lunedì 8 senza menzionare alcun problema al pube, se si allena almeno una volta tra martedì 9 e giovedì 11, se addirittura mercoledì gira uno spot pubblicitario… da dove spunta fuori l’infortunio al pube? Il 28 settembre Lamine torna in campo contro la Real Sociedad, dopo 15 giorni di stop (calcolando dal 13, giorno del referto del Barça). Il 1º ottobre gioca contro il Psg e due giorni dopo, il 3, De la Fuente lo convoca, rispondendo a Flick: “Mi sorprende che dica certe cose, essendo stato anche lui commissario tecnico. Mi aspettavo un po’ più di empatia”, replica l’allenatore spagnolo.

Terzo atto, il Barcellona: Lamine Yamal torna dalla Nazionale e ha nuovamente fastidi

Ma appena tre ore dopo, il Barça diffonde un nuovo comunicato medico: “Lamine ha accusato nuovamente fastidi”, facendo filtrare la notizia che sarebbe stato fuori due o tre settimane. La notte precedente, nelle solite conversazioni tra i medici della nazionale e dei club, nessuno aveva accennato a problemi. In Federazione sospettano una bugia, ma non lo dicono apertamente: la natura stessa della pubalgia rende difficile ogni contestazione.

Quarto atto, Lamine gioca alla grande in Liga e viene richiamato in Nazionale

La “degenza”, stimata in due-tre settimane, si riduce a due, e il 18 ottobre Lamine torna in campo contro il Girona. Da quel momento, gioca tutte le partite, segna quattro gol e torna, a tratti, il Lamine brillante di sempre — nel frattempo archiviando la rottura con Nicki Nicole e ignorando le voci che lo circondano. Così De la Fuente lo richiama: il Mondiale è in bilico.

Sesto atto, Il Barcellona manda un certificato: ha la pubalgia,

Il Barça risponde a modo suo, sottoponendolo a quel trattamento “invasivo” senza consultare la Federazione proprio nel giorno in cui il giocatore avrebbe dovuto presentarsi in ritiro, e con quel referto che “raccomanda” 7-10 giorni di riposo. «Non mi sembra affatto normale ciò che è accaduto. Non ho mai vissuto una situazione simile», ha detto ieri Luis de la Fuente, trattenendosi per non andare oltre, consapevole del contesto. Alla fine di questo raduno, fino a marzo tutto resterà sospeso. Sempre che la Spagna conquisti il pass per il Mondiale: in caso contrario, il caos sarebbe totale. Sarà tempo di diplomazia, pensando all’estate prossima, quando la Roja avrà bisogno della sua stella più luminosa — e quando forse Adidas, che ha in Lamine il suo volto di punta, potrebbe smettere di essere così neutrale. 

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