L’Nba alle porte dell’Europa, il boss dell’Eurolega: «Non ci ascoltano, siamo frustrati»

Paulius Motiejunas al Paìs: "Abbiamo aumentato i ricavi del 45% in due anni, andiamo fortissimo. Con l'Nba proviamo a parlare, ma..."

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PHOENIX, ARIZONA - FEBRUARY 27: Kevin Durant #35 of the Phoenix Suns handles the ball during the first half of the NBA game at PHX Arena on February 27, 2025 in Phoenix, Arizona. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and or using this photograph, User is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. Christian Petersen/Getty Images/AFP (Photo by Christian Petersen / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Paulius Motiejunas ha 44 anni ed il Ceo, il capo, dell’Eurolega da giugno 2023. Ovvero comanda la più grande competizione di basket europea, una sorta di Superlega che il calcio non è riuscito a produrre. In questo periodo affronta un po’ di grattacapi “politici”: l’esclusione delle squadre russe, il ritorno in Israele, e… l’Nba che vuole entrare in Europa e soffiargli le squadre migliori. Ci sono in ballo, manco a dirlo, interessi enormi. Ne parla intervistato da El Paìs.

“Stiamo meglio che mai. L’Eurolega ha aumentato i suoi ricavi del 45% nelle ultime due stagioni. Abbiamo nuove sponsorizzazioni. L’audience televisiva è aumentata del 30% in cinque anni e la scorsa stagione più di tre milioni di tifosi hanno assistito alle partite, un record per la competizione. Stiamo andando incredibilmente bene. Dal punto di vista sportivo, l’espansione a 20 squadre è stato un passo enorme. Chiunque può battere chiunque; non ci sono squadre imbattute. Vogliamo proteggere questa competitività”.

E quindi l’Nba… “Stiamo ancora parlando con l’Nba. Ma c’è molta frustrazione da parte nostra perché, qualunque proposta presentiamo, non sembrano disposti a fare alcun passo avanti. Anche se dicono che stiamo parlando, non ci sono molti progressi perché si attengono al loro piano. L’Nba dice che inizierà con il suo campionato, parlano di città, di squadre… Per noi, questo non è l’approccio giusto. Al momento, sembra che la Fiba stia cercando di aiutarci a trovare un accordo tra le due parti. Voglio essere fiducioso, ma dubito anche che accadrà.

In Eurolega non possono giocare squadre russe, ma israeliane sì. Tanto che ora si tornerà a giocare proprio a Tel Aviv: “Vogliamo che si raggiunga la pace, che la guerra finisca. E solo dopo potremo affrontare e analizzare la situazione. Al momento, è difficile con così tante restrizioni. È quasi impossibile prendere in considerazione un loro ritorno in questo momento. Tel Aviv è sicura. Abbiamo due squadre lì e i giocatori ci dicono che tutto è calmo. Stiamo monitorando la situazione un po’ più lontano. Il cessate il fuoco è davvero fragile. Speriamo che continui. Stiamo partendo dal presupposto che sia sicuro giocare in Israele, ma andremo a Tel Aviv per verificare se è sicuro per giocatori, allenatori, arbitri e tifosi. Nel loro campionato, le partite si giocano in stadi gremiti; tutto procede normalmente. Sappiamo anche che giocare lontano da Tel Aviv è praticamente impossibile”. 

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