Rrahmani torna titolare dopo due mesi: contro il Como in coppia con Buongiorno (Repubblica)

Non giocava dal 30 agosto: Napoli-Cagliari. Si ricrea la coppia titolare: lui e Buongiorno. Guida il reparto con grande intelligenza tattica

Conte Rrahmani

Ni Napoli 09/03/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Fiorentina / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Amir Rrahmani-Moise Kean

Rrahmani torna titolare dopo due mesi: contro il Como in coppia con Buongiorno (Repubblica)

Amir Rrahmani è tornato. Oggi sarà di nuovo titolare dopo due mesi di assenza. Si riprende il suo posto al centro della difesa, al fianco di Alessandro Buongiorno. Juan Jesus torna in panchina, Beukema ci era finito già da prima (e chissà quando si alzerà da quella panchina).

Di Rrahmani e del suo ritorno scrive Repubblica Napoli con Pasquale Tina:

Dove eravamo rimasti? Addirittura al 30 agosto. Perché l’ultima di Amir Rrahmani con il Napoli risale a più di due mesi fa. L’infortunio al bicipite femorale rimediato in nazionale si è trasformato in un vero e proprio calvario. Tra poche ore riprenderà il suo posto al centro della difesa dei campioni d’Italia. Antonio Conte lo schiererà titolare nel match di oggi pomeriggio contro l’orchestra di Fabregas. Rrahmani vuol dire estrema affidabilità. È il punto di riferimento del condottiero azzurro. Guida il reparto con grande intelligenza tattica. Con lui dovrebbe esserci Alessandro Buongiorno e per il Napoli è un’altra notizia importante. Perché la coppia titolare ha giocato insieme poco meno di mezz’ora col Cagliari in questa stagione, poi si è smarrita a causa degli infortuni che hanno colpito le due colonne del reparto arretrato del Napoli. È questa la novità principale della formazione anti-Como. 

Rrahmani: «Noi difensori siamo soldati del mister. Quando guardo le partite da infortunato ho un’ansia terribile»

Il difensore del Napoli, Amir Rrahmani, ha rilasciato un’intervista a Cronache di Napoli.

Partiamo dalla domanda che tutti si stanno facendo da giorni: come sta? Potrebbe farcela a rientrare contro l’Inter il 25 ottobre?

«Sto meglio e sto lavorando per cercare di rientrare il prima possibile. Non sappiamo ancora in quale partita potrò rientrare ma dobbiamo essere preparati e soprattutto non rischiare nulla. Sono fermo da tanto tempo e perciò bisogna fare le cose con calma. E poi non è importante in quale partita ma che io rientri il prima possibile e soprattutto che sia sicuro in campo».

I numeri dicono che senza di lei il Napoli è passato da 0 gol in 2 partite a 9 gol in 6 partite: cosa non ha funzionato?

«Non è una questione di Rrahmani o di un altro giocatore. Quando tutta la squadra difende è sempre più facile per i difensori perchè hanno meno lavoro. Poi, certo, nel calcio ci sono anche i dettagli che decidono un’azione. Una lettura difensiva più lenta determina magari un gol e, quindi, l’esito di una partita. Non c’è insomma un segreto ma state sicuri che se la squadra ha una efficace fase difensiva tutto in campo diventa più semplice».

Leggi anche: Napoli, il punto sugli infortuni: Politano recuperato, Rrahmani ancora out

Lei è ormai da sette anni a Napoli: si sente investito anche di un ruolo di leader?

«Sì, mi sento leader. Perchè, vuoi o non vuoi, sono da tanti anni a Napoli e ad avere questa ‘anzianità di servizio’ siamo pochi. Poi ovviamente ognuno ha la sua responsabilità di essere leader, ognuno lo è a modo suo: qualcuno lo è in maniera più ‘rumorosa’, qualche altro lo è invece in silenzio. Ma alla fine siamo accomunati tutti dall’idea di portare sempre più in alto il Napoli».

Nel suo percorso napoletano è stato allenato da Gattuso, Spalletti e ora da Conte: quali sono le differenze tra questi allenatori?

«A prescindere da quello che è il ruolo del tecnico, ogni persona è diversa. E ognuno ha il suo carattere ma anche il suo metodo di lavoro e la sua disciplina. Ognuno perciò ha le sue caratteristiche e con ognuno puoi avere o non avere feeling, dipende dalle situazioni e dai momenti che la squadra vive. Posso però dire che sono stato allenato da tutti bravi tecnici che hanno contribuito a portare il Napoli a questi due scudetti percorrendo una lunga strada».

La costante è che con tutti questi tre allenatori lei ha sempre giocato titolare e Conte l’ha definita un computer e un soldato…

«Ci sono tipi di diversi di difensori: quelli che seguono alla lettera le indicazioni dell’allenatore e quelli che le seguono meno perchè magari hanno più qualità. Questo discorso ovviamente non vale per gli attaccanti ma vale certamente per noi difensori e per i centrocampisti che dobbiamo seguire di più quello che l’allenatore vuole. Ogni tecnico ha il suo modo di giocare e di allenare ma sta a noi seguire le loro indicazioni. Perchè, alla fine, l’allenatore è il nostro comandante. E noi in campo siamo soldati».

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