Moggi: «Io e Allegri, fin dall’inizio, avevamo detto che il Var sarebbe stato soggettivo. Ora la confusione è inevitabile»

A Tmw: «Spalletti in questo momento è il migliore disponibile. Questa Juventus ha poca personalità e serve un allenatore capace»

moggi penalizzazione juve primavera

An Milano 03/06/2014 - conferenza stampa di presentazione libro 'Il pallone lo porto io' / foto Andrea Ninni/Image nella foto: Luciano Moggi

Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, ha analizzato ai microfoni di TuttomercatoWeb.com la situazione in casa bianconera, commentando anche il possibile arrivo di Luciano Spalletti sulla panchina e il tema sempre caldo del VAR.

Le parole di Moggi

«Il vero problema è il continuo cambio di allenatori, in questo caso Tudor. Chi dirige deve capire cosa non funziona davvero, perché di tecnici ne sono passati diversi e il problema resta. Evidentemente l’ingranaggio è difettoso, serve un po’ d’olio per farlo girare bene».

Sulla scelta di Spalletti, Moggi è chiaro:

«In questo momento è il migliore disponibile. Questa Juventus ha poca personalità e serve un allenatore capace, credibile e con esperienza: per questo ritengo Spalletti una scelta giusta. Certo, molto dipenderà anche dal centrocampo. Io, personalmente, avrei rinforzato la mediana e la difesa piuttosto che prendere tre attaccanti, ma solo chi è dentro la società può valutare fino in fondo le esigenze della squadra».

Sul tema del tatuaggio del tecnico, che ha sollevato qualche polemica, Moggi è netto:

«Sono solo sciocchezze. Gli allenatori sono professionisti, tifano e lavorano per la squadra che allenano. Non c’è nulla da criticare nel fatto che abbia amato Napoli e i suoi colori».

Parlando invece dei limiti della Juve, l’ex dirigente sottolinea:

«Manca gente di personalità, leader in grado di trascinare. Contro l’Udinese ha vinto, anche grazie a due rigori concessi, ma davanti e in mezzo manca qualcosa, e pure in difesa si soffre. La Juventus si arrangia: prova a non prendere gol e colpisce quando può, ma troppo raramente».

Infine, un commento sul Var:

«Io e Allegri, fin dall’inizio, avevamo detto che il Var sarebbe stato soggettivo: un arbitro dirige in campo e un altro davanti a uno schermo. Ora regole e interpretazioni cambiano di continuo, e la confusione è inevitabile. Il fuorigioco e la goal-line technology sono oggettivi, ma tutto il resto no. Sarebbe opportuno semplificare, così ci sarebbe più serenità per tutti».

E conclude con una riflessione ironica:

«Quando nacque il Var, molti dissero: “Finalmente la Juve non sarà più favorita”. Oggi, quando capita un errore contro di loro, gli stessi maledicono il Var. È il calcio: fa discutere, ma deve restare uno spettacolo. Peccato solo che chi lo gestisce sembri più confuso che mai».

Correlate