Tudor è alla Juve quasi per caso ma esonerarlo costa e sul groppone ci sono già i 16,4 milioni di Thiago Motta (Repubblica)

Voleva Tonali e Kolo Muani, gli hanno preso Openda e Zhegrova, non richiesti. I rapporti con i vertici del club sono freddi, niente più che professionali

Tudor, juve

Db Torino 24/08/2025 - campionato di calcio serie A / Juventus-Parma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Igor Tudor

La panchina di Igor Tudor resta in bilico, ma per ora la Juventus non ha intenzione di procedere con l’esonero. La società avrebbe deciso di concedere ancora un po’ di tempo al tecnico croato per invertire la rotta, nonostante i risultati deludenti dell’ultimo mese e un gioco in evidente involuzione.

La panchina di Tudor è bollente: i dettagli

Ecco cosa scrive Repubblica:

“Tudor avrà ancora un po’ di tempo per conservare la panchina sbullonata dai risultati dell’ultimo mese e dai regressi progressivi sul piano del gioco”.

La Juventus preferirebbe non ricorrere all’esonero anche perché ha ancora sul groppone lo stipendio di Thiago Motta che pesa per 16,4 milioni.

I rapporti con i vertici del club restano comunque freddi, diciamo niente più che professionali. Alla base c’è una mancanza di fiducia o, per meglio dire, di complicità: il croato, che avrebbe dovuto soltanto traghettare la squadra fuori dalle secche in cui si era incagliata con Thiago Motta, non è un uomo di Comolli, che è stato quasi costretto a confermarlo visti i no di Conte e Gasperini e l’incombenza del Mondiale per club, che imponeva di prendere una decisione in tempi brevi”.

I motivi della rottura con la società

Repubblica analizza anche il motivo dei rapporti incrinati tra il croato e i vertici bianconeri:

Il mercato, poi, non ha aiutato a creare un’affinità: Tudor aveva chiesto solamente un centrocampista (la sua preferenza era per l’irraggiungibile Tonali), e dava per scontata la conferma di Kolo Muani, la società gli ha invece apparecchiato lo scambio Alberto Costa–Joao Mario, cui l’allenatore era contrarissimo, e gli ha preso Openda e Zhegrova, non richiesti. È lì che hanno cominciato a insinuarsi certe crepe (percepite anche dai giocatori, consapevoli che la posizione del tecnico non è mai stata salda)”.

“Al tempo stesso, però, la società sa che Tudor non ha mai resistito più di 16 mesi nello stesso club (all’Hajduk, la sua prima panchina), anche se spesso è stato lui ad andarsene, e che gli manca l’esperienza ad altissimo livello (il suo picco è il terzo posto in Ligue 1 col Marsiglia), carenza che può spiegare l’affannosa gestione dei tre centravanti e anche degli aspetti mediatici. Così si convive, più per forza che per amore. I giocatori, perplessi, se ne rendono conto”.

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