Conte parla come se il Napoli non l’avessero restaurato lui e Manna con 181 milioni (Corbo)
Conte ha vinto troppo per non essere anche saggio. Elegante ma impietosa l’immagine del primo tempo giocato con scarpette da ballerine

Dc Napoli 05/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Conte parla come se il Napoli non l’avessero restaurato lui e Manna con 181 milioni (Corbo)
Su Repubblica Napoli il commento di Antonio Corbo sulla situazione degli azzurri dopo la sconfitta di Torino (la seconda consecutiva in trasferta, la prima è stata contro il Milan di Allegri). Il Napoli è comunque lì, secondo a un punto dal Milan capolista e insieme a Inter e Roma.
Scrive Corbo:
Elegante ma impietosa l’immagine di Antonio Conte sul primo tempo giocato con scarpette da ballerine. Facile criticare la squadra che perde, quasi non avesse in larga parte dato due scudetti in tre anni al Napoli, di questi uno a Spalletti l’altro a lui. Quasi non l’avesse restaurata proprio lui con una spesa di 181 milioni in collaborazione con Giovanni Manna. Quasi non fosse entrata all’Olimpico Grande Torino già sventrata in ruoli chiave, senza Lukaku, Rrahmani, Lobotka; penalizzata anche dall’assenza imprevista di Hojlund e McTominay; disorientata da una concitata preparazione tattica, da ultim’ora. (…) La sintesi delle attenuanti sarà condivisa anche dall’impulsivo Conte, ha vinto troppo per non essere anche saggio. Meglio riconoscere le difficoltà di un Napoli arrivato in vetta nonostante un travagliato avvio di stagione
Conte riaggiorna Velasco: chi vince, festeggia; chi perde, declama statistiche (il Napolista – Massimiliano Gallo)
Dobbiamo confessare che ci ha colpito non poco il post-partita di Antonio Conte. Non del tutto sorprendente, visto che già in precedenza aveva espresso concetti simili. Però ascoltarlo declamare statistiche dopo la sconfitta di Torino, è stato in ogni caso un colpo. Gli hanno chiesto della fragilità difensiva del Napoli che oggi è giunto alla seconda sconfitta in campionato in appena sette partite. E lui ha risposto snocciolando statistiche. Che il Napoli è la prima in possesso palla. Che è la squadra, con l’Inter, che tocca più il pallone negli ultimi trenta metri. Ma che è quattordicesimo in finalizzazione. Come a dire: il gioco funziona, non è colpa mia se non segniamo.
Ora ci tocca dar vita a un atto di onestà intellettuale. Se le stesse parole, dopo due sconfitte in sette giornate, le avesse pronunciate Maurizio Sarri, noi del Napolista lo avremmo massacrato. Ma sarebbe stato massacrato anche a livello nazionale. Questa delle statistiche è diventata qualcosa di prossimo alle ossessioni. O probabilmente è un comodo alibi. Ma è un tema interessante. Il punto: queste statistiche, che ormai infarciscono il dibattito calcistico, sono realmente rappresentative? Questo è il tema. Fotografano l’andamento degli incontri? Attraverso questi numeri è possibile realmente leggere i match? Noi siamo fermi a Benzema che a L’Equipe disse: «Avere il possesso palla non significa che stai dominando, non so come vedete il calcio».
Ci verrebbe da chiedere a Conte: se con tutto questo possesso anche nella metà campo avversaria, hai perso due partite su sette, vuol dire che non è questa la strada da seguire. Ci è tornato in mente anche il primo gol contro lo Sporting, in Champions: contropiede puro con De Bruyne che inventa e Hojlund che finalizza. Il discorso dovrebbe essere reso scientifico, ma con esperti di statistica non con pseudo esperti di calcio. Al momento, l’unica cosa che ci viene in mente è che Antonio Conte ha riaggiornato la famosa frase di Velasco: «Chi vince, festeggia; chi perde, spiega». Nel calcio invece è: «Chi vince, festeggia; chi perde, declama statistiche».