Djokovic vomita, Sinner si fa male alla coscia: il Masters 1000 di Shangai è una lotta contro l’umidità (Rmc Sport)

Il serbo ha giocato a 30°C e quasi l'80% di umidità, rischiando l'eliminazione contro il numero 150 del mondo Hanfmann. Era molto debole fisicamente.

Djokovic

Serbia's Novak Djokovic reacts during his second round match against Argentina's Tomas Etcheverry at the Men's ATP Rome Open tennis tournament on May 12, 2023 at Foro Italico in Rome. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Novak Djokovic è riuscito a passare il terzo turno del Masters 1000 di Shangai contro Yannick Hanfmann, nonostante l’80% di umidità percepita in campo e i 30 gradi di temperatura durante il match. Non ce l’ha fatta, invece, Jannik Sinner, che si è dovuto arrendere per i crampi all’olandese Talon Griekespoor, ritirandosi dal match e dal torneo.

Djokovic vomita, Sinner si fa male alla coscia: Shangai è una lotta contro l’umidità

Rmc Sport scrive:

All’età di 38 anni, Novak Djokovic è stato molto disturbato dalle condizioni meteorologiche del Masters 1000 di Shangai, 30°C e quasi l’80% di umidità. Djokovic è arrivato molto vicino dall’eliminazione contro il numero 150 del mondo Yannick Hanfmann. In diverse occasioni del match è stato visto molto debole, ha vomitato sia sul retro del campo, sia vicino alla sua panchina.

Pochi minuti dopo, anche Jannik Sinner non è riuscito a fornire le prestazioni attese. Ha abbandonato il match contro l’olandese Talon Griekespoor a causa, secondo quanto riportato dal sito dell’Atp, di crampi alla coscia destra. Sinner ha iniziato a zoppicare dopo una corsa laterale alla fine del secondo set. Successivamente, ha ripreso la partita, ma zoppicando, a punto di dover tornare in panchina sostenuto dal suo staff medico. E ha deciso di ritirarsi.

Il tennista serbo: «Si gioca troppo? Però poi partecipate alle esibizioni…»

«Anche se qualche giocatore si lamenta dell’imposizione di alcune regole, la verità è che si possono fare ancora delle scelte. Ovviamente se non giochi rischi di perdere un bonus economico, ma è il prezzo da pagare se vuoi giocare meno. E poi è un po’ contraddittorio perché ci sono dei giocatori che partecipano alle esibizioni. Si tratta di un argomento molto complesso, quindi non voglio schierarmi da una parte o dall’altra. La verità è che ci sono diversi elementi da considerare e logicamente ognuno cerca di fare il proprio interesse. Essendo stato nel circuito per oltre 20 anni, mi sento di dire che i giocatori non sono abbastanza uniti. Dopo essersi lamentati se ne vanno, ma poi a un certo punto ritornano. Non cambierà nulla se ci si limiterà a parlarne solamente per suscitare un po’ di attenzione».

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