Mourinho attacca un giornalista: «Siete ossessionati dai numeri, tu quanto guadagni?»

In conferenza: «Tutti voi non volete altro che sapere quale sia il mio stipendio. Volete dirmi il vostro? Se non volete, non parlate del mio. Io mi considero un bravo allenatore e lavoro sodo»

Mourinho

Portuguese coach Jose Mourinho attends a press conference during his official presentation as new Benfica coach at the Benfica Campus training center in Seixal, on the outskirts of Lisbon, on September 18, 2025. Benfica sacked Portuguese coach Bruno Lage following their defeat to Qarabag on September 16, 2025 evening in the Champions League, and contacted Jose Mourinho the next day to hire him. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

José Mourinho ha dato spettacolo a modo suo alla vigilia di Porto-Benfica in conferenza stampa, in particolare attaccando un giornalista sottintendendo che i media non facciano altro che parlare di soldi e stipendio, come presi da un’ossessione per i numeri.

Mourinho: «State tutti morendo dalla voglia di sapere quanto io guadagni»

Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni:

«Penso che tu e alcuni dei tuoi colleghi giornalisti stiate morendo dalla voglia di sapere quanto guadagno. Tu quanto guadagni? Vuoi dirmelo o no? Oh, non me lo dirai? Allora non parlare del mio stipendio. Stai dicendo che sono troppo caro, che sono troppo avaro? Quanto hai guadagnato, quanto non hai guadagnato, quanto guadagna lui… Credo siate un po’ ossessionati dai numeri. Non stai mancando di rispetto, e nemmeno io ti sto mancando di rispetto, ma mi sembra che tu sia brutalmente curioso di sapere quanto guadagna il tuo vicino di casa»

Sul Benfica
«Guarda, forse inizieremo a vincere domani. Il calcio è così, e a volte i risultati sono decontestualizzati rispetto al lavoro svolto. Altre volte sono una conseguenza del lavoro che facciamo, altre volte sono un po’ fuori contesto. Quello che posso garantirti è che stiamo lavorando sodo. Non mi preoccupo nemmeno per me stesso, non penso a me stesso, mi preoccupo per i giocatori, penso a loro. Penso che i giocatori meritino la gioia, non meritano, a volte, l’etichetta che viene loro data. Se non piace ai tifosi perdere figuriamoci quanto piace perdere a chi questo lo fa come lavoro, figuriamoci per i professionisti»

Sul curriculum e sulle vittorie
«Ma credo che siano più importanti i miei anni di esperienza, fatti di vittorie e sconfitte. Ma sono preoccupato più che altro per questo momento di mancata gioia per i miei giocatori. Non è un momento semplice e penso a loro e pensando a loro penso di conseguenza ai tifosi e al club. Non penso a me stesso. Mi considero un bravo allenatore e ho un ottimo staff, siamo molto preparati, stiamo lavorando sodo e questo è il calcio. Sui risultati, quando inizieremo ad ottenerli, forse domani, ma è qualcosa che non può essere previsto. Penso che contro il Chelsea il risultato poteva essere diverso se guardo alla prestazione della squadra che a mio parere è stato piuttosto accettabile. Vedremo, ma stiamo lavorando sodo»

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