Caso De Bruyne, non si è sentito De Laurentiis nell’indecifrabile ruolo che si è dato (Corbo)

Il presidente tace ma vede. Non interviene ma osserva. Sopporta ma registra. Non è intervenuto nemmeno Manna bollato da quel “giovane direttore”

De Laurentiis De Bruyne

Caso De Bruyne, non si è sentito De Laurentiis nell’indecifrabile ruolo che si è dato (Corbo)

Antonio Corbo su Repubblica Napoli scrive del caso De Bruyne.

Ha parlato solo Conte, De Bruyne è sparito nel suo silenzio. Doveroso e amareggiato silenzio. «È stato chiarito l’episodio», informa l’allenatore ma nell’ebbrezza dell’intervista tv aggiunge: «Chi mi conosce sa che non tollero un secondo errore». Un avvertimento perentorio che lascia un dubbio. Il caso De Bruyne è davvero chiuso o ancora una volta riaperto?

Nessuno si è preoccupato di evitare altre repliche. Non si è sentito il presidente nell’indecifrabile ruolo che si è dato. Tace ma vede. Non interviene ma osserva. Sopporta ma registra. Aurelio De Laurentiis non raggiunge Conte neanche con una battuta edulcorante, un sorriso mirato, uno sbuffo di incenso. Artemio Franchi, il presidente che vinse il Mondiale 1982 senza giocare, avrebbe spinto De Bruyne, il giocatore più rappresentativo, alla conferenza tv di rito. Accanto all’allenatore. Non è rimasto certo insensibile se Conte risponde a brutto muso alla domanda sui malumori del primo campione del club, peraltro scelto dalla società ancora prima del dietrofront di Conte.

Nel Napoli c’è un direttore sportivo, per definizione responsabile dell’area tecnica. Non è intervenuto, magari convocando allenatore e giocatore per il più onesto dei chiarimenti. È rimasto ancora bollato da quel riferimento “giovane direttore”, come lo definì Conte. “Giovane”, un aggettivo che non gli ha certo dato autorevolezza nella vita societaria ad alti livelli né al mercato, confuso e pasticciato, e non certo per colpa sua. Dovevano arrivare l’erede di Kvara, robuste riserve di Anguissa e Di Lorenzo. Poi? 

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