Di Lorenzo: «Da piccolo mi chiamavano Batigol perché giocavo in attacco e segnavo tanti gol»

Il capitano a VivoAzzurroTv: «Pian piano sono sempre scalato dietro di posizione, fino a diventare difensore. Gli obiettivi per me sono sempre i soliti, cercare di migliorare, anche a 32 anni si può farlo»

Di Lorenzo

Mg Reggio Emilia 23/08/2025 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giovanni Di Lorenzo

Giovanni Di Lorenzo ha rilasciato alcune dichiarazioni a VivoAzzurroTv, la piattaforma della Nazionale. In attesa delle convocazioni di Gattuso per i prossimi impegni che arriveranno venerdì, ecco le parole del capitano del Napoli.

Le parole di Di Lorenzo

«Non ho mai mollato, il calcio per me è sempre stata una passione e pian piano è diventato anche un lavoro. Ho avuto un percorso difficile per arrivare in Nazionale ma quando si raggiungono questi risultati attraverso la gavetta ha anche un sapore diverso, di rivincita. La gavetta è stata davvero importante per me, mi ha forgiato come ragazzo e uomo, oltre che per aspetti di campo. Sono cresciuto più in fretta rispetto ad altri ragazzi perché sono andato via di casa molto giovane e molto lontano dalla Toscana, a Reggio Calabria».

Sulla gavetta

«Il sogno pian piano è diventato un obiettivo concreto. Volevo essere in Serie A e in Nazionale, raggiungere tali obiettivi ha un sapore particolare. Ho toccato vari parti dell’Italia, prevalentemente al Sud ma ho giocato anche al Cuneo e all’Empoli, tornando in Toscana. Però di sicuro gli anni al Sud, a Reggio Calabria, mi hanno segnato tantissimo. Sono stato anche un periodo inattivo e lì è stato difficile. Ma grazie al supporto dei miei familiari, della mia fidanzata che poi è diventata mia moglie, sono riuscito a superare tutto e raggiungere questi traguardi. Sono orgoglioso del percorso che ho fatto».

Sugli esordi

«Il soprannome Batigol (in onore di Batistuta, ndr) lo avevo perché ho iniziato da attaccante, a 6-7 anni ero molto bravo a segnare tanti gol. Come tutti i bambini a quell’età si sogna di fare gol. Poi pian piano sono sempre scalato dietro di posizione, fino a diventare difensore. Da lì sono arrivato al Napoli, ho vinto l’Europeo, gli scudetti che sono qualcosa che mai mi sarei immaginato di raggiungere. Questo ha reso il mio percorso ancora più bello».

Sulla famiglia

«Non abbandono mai il calcio, anche quando sto lontano dal campo e dagli allenamenti. Però cerco di dedicare tempo anche alle mie figlie e a mia moglie, anche perché viaggiando sempre non è facile trovare del tempo per loro. Quando c’è stata la prima chiamata con la Nazionale è stata una sorpresa, non me l’aspettavo. Ero al primo anno del Napoli e da lì è partito tutto. Per me è sempre un orgoglio e un sogno essere qui, sono dentro al gruppo da diversi anni».

Sulla Nazionale

«L’Europeo è stato bellissimo, siamo stati più di un mese insieme e c’era un’atmosfera incredibile. Siamo stati bene come gruppo, ciò ci ha permesso di raggiungere un obiettivo straordinario. Questo ha fatto la differenza, oltre a ciò che abbiamo fatto in campo. Veniamo da un periodo non bellissimo, dobbiamo cercare di dare tutti qualcosa in più. Abbiamo un nuovo ct, ripartiamo da zero e dobbiamo sfruttare al massimo il tempo che avremo insieme per arrivare ai Mondiali e raggiungere la qualificazione».

Leggi anche: Di Lorenzo: «Mi sembra eccessivo parlare di caso De Bruyne. Sono cose che nel calcio possono capitare»

«La testa e la mente sono importanti nello sport, ad un ragazzino che sta cominciando ora gli direi di fare sacrifici e di divertirsi. Gli obiettivi per me sono sempre i soliti, cercare di migliorare, anche a 32 anni si può farlo. Devo cercare di essere di aiuto ai più giovani, specialmente quando arrivano in Nazionale, per trascorrere ogni giorno con più passione e voglia».

Correlate