Nessuno peggio del Manchester United di Amorim, con lui più chance di retrocedere che di andare in Champions (Telegraph)
Il Supercomputer Opta: l'11% contro il 7,3%. “È il peggior inizio di stagione degli ultimi 33 anni. I giocatori non hanno fiducia nel modulo, né fame e aggressività"

Db Torino 13/04/2023 - Europa League / Juventus-Sporting Lisbona / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Ruben Amorim
Il Manchester United sta probabilmente vivendo la fase più funesta della sua storia gloriosa. Reduce dal 15esimo posto della scorsa stagione (in cui ha perso anche la finale di Europa League), ha cominciato la nuova annata sportiva inanellando solo quattro punti in altrettante gare di Premier League: una vittoria, un pareggio e due sconfitte e l’unica vittoria ottenuta contro il Burnley con rete al minuto 97. C’è anche la cocente eliminazione in Coppa di lega per mano di un club di quarta serie (tale Grimsby). La sconfitta per 3-0 nel derby contro il City ha certificato il peggior avvio degli ultimi 33 anni. Ne scrive il Telegraph in un lungo approfondimento.
Manchester United, tonfo senza fine
“Il Manchester United ha avuto il suo peggior inizio di stagione degli ultimi 33 anni”, sottolinea il giornale britannico. “La sconfitta per 3-0 nel derby col City ha messo a nudo ulteriori falle nel 3-4-2-1 di Ruben Amorim che ha vinto solo 8 delle 31 partite di Premier sulla panchina dello United”, si legge.
Dopodiché, il Telegraph si sofferma su alcuni aspetti della (pessima) prestazione fornita dai Red Devils. Il primo è rappresentato dall’abbondante numero di errori individuali: “Tutti e tre i gol del City sono il risultato di errori evitabili. Lo United aveva tutti i giocatori dietro la palla nel momento in cui Rodri ha servito il passaggio che ha dato il via al primo gol del City. Anche il secondo gol è nato da un errore su una rimessa laterale (…) e per quanto riguarda il terzo – gran parte dell’attenzione è rivolta a Harry Maguire che si è fatto togliere la palla da Bernardo Silva – ma i problemi sono iniziati con un passaggio sciatto e corto di Ugarte a Shaw”.
Poi si torna sul tecnico portoghese: “Amorim ha difeso con fermezza la sua decisione di schierare nuovamente Bruno Fernandes in un ruolo più arretrato a centrocampo, ma lo United è in confusione dopo che il calciatore è stato portato fuori dalla sua posizione migliore e bloccato in un ruolo che smorza le sue qualità migliori”. Fernandes ha infatti avuto grandi difficoltà in fase di impostazione e manovra: “Degli 86 tocchi contro il City, nessuno è avvenuto nell’area avversaria (…) Il centrocampista portoghese è sempre stato un amante del rischio, ma perdere palla quando gioca in quel ruolo arretrato può essere molto pericoloso. Lo United ha bisogno che Fernandes attacchi, non che difenda al limite della propria area, cosa che non rientra tra le sue corde”.
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Il Telegraph parla di mancanza di fiducia nei giocatori rispetto al modulo utilizzato dal tecnico ex Sporting Lisbona: “Sembrano essere forzati in posizioni che non si adattano loro naturalmente. Kobbie Mainoo è stato probabilmente il giocatore più brillante dello United quando è entrato in campo nel secondo tempo, ma è un altro che sembra intrappolato tra due ruoli nella camicia di forza tattica di Amorim”.
Mancanza di fiducia, ma anche di “fame e aggressività”. E i numeri cominciano a farsi sempre più impietosi, nonché a “minacciare” il futuro di Amorim. “I vertici dello United sapevano che ci sarebbe voluto del tempo prima che Amorim si ambientasse, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe andata così male. Da quando il portoghese ha sostituito Erik ten Hag lo scorso novembre, nessuna squadra sempre presente in Premier League ha ottenuto risultati peggiori dello United”, sottolinea il Telegraph.
In questo scenario sono aumentate in maniera considerevole le probabilità che il club retroceda in cadetteria e sono diminuite drasticamente le possibilità di qualificazione in Champions. “Secondo le proiezioni del supercomputer Opta, lo United ha maggiori probabilità di retrocedere in questa stagione (11%) rispetto a quelle di finire tra le prime cinque (7,3%)”, conclude l’articolo.