L’ex calciatore che dà a mangiare tutta la Liga: “ai miei tempi solo panini in busta” (El Paìs)
La storia di Nacho Garro, ex calciatore dell'Eibar, creatore di un catering di successo. Il suo locale, La Mendozina, è un riferimento per Nico Williams, Simeone e Isco

A big logo of English rock band The Rolling Stones is unfolded on the stands during the Spanish league football match between FC Barcelona and Real Madrid CF at the Estadi Olimpic Lluis Companys in Barcelona on October 28, 2023. (Photo by LLUIS GENE / AFP)
Nacho Garro, ex calciatore della Liga dell’Eibar, del Mirandés e dell’Alavés, ha trasformato la sua frustrazione per i pasti post-partita in un business di successo, offrendo un catering di qualità a squadre di calcio e basket di alto livello a Madrid. Negli anni in cui giocava, al termine del match, dopo 90′ intensi e combattuti, arrivava spesso una delusione: panini freddi, insipidi e poco salutari. Questa insoddisfazione, però, si è trasformata in un’idea di business geniale che oggi lo vede protagonista nel mondo del catering sportivo. Oggi fornisce il catering post-partita a quasi tutte le squadre di Prima e Seconda Divisione spagnola e dell’ACB (basket) che giocano nella capitale, con l’eccezione di Real Madrid e Barcellona che gestiscono i propri pasti.
La storia la racconta El Pais
Cosa mangiano i giocatori dela Liga dopo le partite
La sua proposta per la Liga inizialmente era semplice ma efficace: pizze con impasto artigianale, empanadas argentine e panini con tortilla di patate fatta in casa. Oggi, il locale di Garro, chiamato La Mendozina, è il punto di riferimento per l’alimentazione post-gara di atleti di fama internazionale come Nico Williams, Diego Pablo Simeone e Isco. I giocatori possono scegliere non solo tra pizze e panini, ma anche tra poke, wrap, insalate, pasta, carne, pesce e una varietà di dessert, tutti pensati per favorire il recupero fisico. Le porzioni sono adattate alle esigenze individuali, con giocatori di basket che richiedono spesso quantità maggiori.
Gli ordini dei giocatori
La gestione degli ordini è meticolosa. Ogni club invia la richiesta entro il giovedì precedente alla partita, gestendo autonomamente le scelte dei singoli giocatori con il supporto di nutrizionisti, staff medico e delegati. L’obiettivo è chiaro: fornire un pasto di qualità, nutriente e gustoso che supporti al meglio il recupero dell’atleta. «A volte, prepariamo dei prodotti e penso: ‘magari avessi potuto mangiare questo ai miei tempi’. Salivi sull’autobus, ti davano una busta e buona fortuna. Un panino fatto sette ore prima e non si sapeva di cosa fosse, un frutto, uno yogurt che non era alla giusta temperatura, pizze delle catene di fast food…»
«Prima non si curava così tanto questa parte del recupero, e al giocatore piace mangiare ciò che gli va. Poi dipende anche se ha giocato, se ha una partita tra tre giorni, se vuole concedersi un vizio…”, sottolinea Nacho Garro. “Un pacchetto base”, spiega, “sarebbe un primo, un secondo e un dolce. Un menù completo. Nel basket, magari le porzioni sono più grandi per certi giocatori. La pizza, invece di essere media, può essere grande. E non è un panino, ma due. A volte, negli ordini indicano già che le quantità devono essere abbondanti. Noi inviamo il menù ai club [con quasi un centinaio di proposte] e loro si organizzano a modo loro con i giocatori. In genere, ognuno può scegliere ciò che vuole, ma ci sono altri che non lo permettono, e il pasto è uguale per tutti. Il nostro rapporto è con il nutrizionista, lo staff medico e, in ultima istanza, il delegato».