Minguella racconta quando notò un ragazzo “cicciotello e con la testa grande”, Maradona

Lo storico osservatore a El País: «Era un ragazzo semplice che si fidava della sua gente, e avrebbe avuto bisogno di un’agenzia come quella che aveva Beckham».

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archivio storico Image Sport / Napoli / nella foto: Diego Armando Maradona foto Imago/Image Sport

Josep Maria Minguella, agente e osservatore storico del calcio spagnolo, ha raccontato a El País il suo incontro con Diego Armando Maradona e gli anni al Barcellona. Lo individuò in Argentina dove era stato inviato come osservatore alla ricerca di un’ala destra. E vide un ragazzo “cicciotello e con la testa grande” che subito lo impressionò.Gli dissero che ce n’era uno bravo all’Argentinos Juniors, e lui andò a vederlo giocare nel loro stadio. Il primo tempo finì, la sonnolenta pausa trascorse, il secondo tempo iniziò in modo noioso, e poco dopo, un giovane di nome Diego Armando Maradona uscì con il numero 16 sulla schiena (…) Paffuto, con la testa grande, con quella massa di capelli, i pantaloncini attillati, il passo sostenuto sulle punte degli scarpini, la vita sottile, il petto in avanti, il piede sinistro”.
Mostra su una parete una vecchia foto della sua casa di famiglia a Guimerà, Lleida, la città in cui è nato, e una foto di Maradona in viaggio in aereo verso la Spagna, Minguella con i baffi che portava da molti anni, e un altro con gli stessi baffi al momento dell’acquisto del bulgaro Hristo Stoichkov per il Barcellona , un’altra delle sue mosse audaci, poiché non era comune andare nell’Europa orientale per ingaggiare giocatori.
Purtroppo Maradona è durato solo due anni al Barcellona

«Fu gestito molto male. Era un ragazzo semplice che si fidava della sua gente, e avrebbe avuto bisogno di un’agenzia come quella che aveva Beckham, che lo sostenesse a tutti i livelli. Nessuno lo ha supportato. Ogni argentino perso che abitava qui intorno gli si avvicinava. Non ha avuto mai persone al suo livello di giocatore, non aveva la struttura necessaria per instradarlo».

Minguella ideò l’operazione per portarlo nel 1992 al Siviglia dell’allenatore argentino Bilardo. Racconta a El Pais di aver perso i rapporti con lui mentre era a Napoli e rimase molto sorpreso per la squalifica per cocaina.

«Misi io stesso i soldi da parte per fargli togliere la squalifica, che erano molti, e al presidente del Siviglia, Cuervas, che mi diceva che ero pazzo a portare Maradona al Siviglia, dissi che se mi concedeva sei amichevoli del Siviglia con Maradona, io gli portavo Maradona. Così ci siamo accordati e abbiamo giocato diverse partite che sono state trasmesse su Telecinco»

Maradona è la cosa più bella che ha visto nella sua vita?

«La più sorprendente. Devi anche capire che io stavo iniziando, e poi ho visto molte altre cose. Ma Maradona aveva dei dettagli tecnici indescrivibili. È l’aldilà del calcio. Non è più calcio. È l’aldilà del calcio».

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