Abodi nel bel mezzo della polemica su Italia-Israele: «Si deve giocare. Ci si dimentica che ha cominciato Hamas»
Il ministro dello Sport incalzato dai giornalisti al termine del question time: «la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri»

Roma 16/12/2023 - Atreju: Festa Fratelli d’Italia / foto Image nella foto: Andrea Abodi
Andrea Abodi, animale politico di formazione democristiana, s’è fatto mettere in mezzo stavolta. I giornalisti alla Camera l’hanno circondato al termine del question time e l’hanno interrogato sulla polemica Italia-Israele: la partita di qualificazioni ai Mondiali in programma il 14 ottobre a Udine che per moltissimi non andrebbe giocata per protesta contro Israele. Invece di cavarsela con la solita retorica del disinnesco, Abodi s’è infilato in un fossato: “La mia opinione è che si debba giocare, è in programma e si gioca come si è giocata già la partita dell’anno scorso, se non sbaglio proprio a Udine”, riporta l’Agenzia Dire.
Poteva fermarsi lì, invece no. “Si è lavorato peraltro per giocare quella partita, per costruire i percorsi. E’ stato fatto un accordo anche per costruire percorsi di carattere sociale, di inclusione, facendo incontrare le comunità israeliane e palestinesi, perché il messaggio che speriamo possa arrivare è che anche attraverso lo sport quello che sta succedendo, che è drammatico, possa finire”. La vecchia scusa che lo sport usa per andare avanti al di là di qualsiasi dramma.
Abodi a questo capisce che ormai deve ballare: “La questione è certamente delicata e va al di là della dimensione sportiva: la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. Siamo tutti sconvolti da quello che succede, perché nessuno di noi ha perso la sensibilità umana“.
I cronisti però insistono, non lo mollano: e perché la Russia è stata esclusa dalle competizioni e Israele no? Abodi tira dritto, indietro non può tornare: “Io credo che ci sia una differenza, e peso le parole con responsabilità. La Russia è un Paese aggressore, Israele è stato aggredito, forse questo si dimentica completamente”.
“Tutto è partito, al di là dei giudizi e di come sta diventando, dal 7 ottobre 2023. Io credo che la ricostruzione dei rapporti e di una prospettiva nasca dal riconoscimento dei fatti, che non possono partire dopo ma devono tener conto anche dei presupposti. Se non ci fosse stato il 7 ottobre non saremmo in questa condizione, e se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile probabilmente non saremmo in questa condizione”.
“Vedo un grande assente sul banco degli imputati, specialmente da parte dell’opposizione, ovvero chi ha provocato tutto questo. Che non è certamente Israele, ma Hamas. Anche e soprattutto a danno del popolo palestinese, perché per quanto mi riguarda sono due cose diverse. Io mi auguro che proceda tutto così come è stato espresso più volte dal presidente del Consiglio, per quanto si debba registrare dolorosamente la morte di civili ma soprattutto di bambini, e cioè che si arrivi a un negoziato che stabilisca il modo con il quale i due popoli possano convivere in due Stati”.
Insomma: Italia-Israele va giocata. Ecco. Non scherziamo.