Il problema non è Alcaraz ma chi lo esalta. Sinner non si sente il re dell’universo (Libero)

"Lo spagnolo non può essere preso come esempio da mutuare, non ha nulla da insegnare a Jannik. Eppure qualche illuminato pensatore italico continua a criticarlo"

Sinner Alcaraz, Pegula

Spain's Carlos Alcaraz embraces Italy's Jannik Sinner after winning the men's singles final match on day 15 of the French Open tennis tournament on Court Philippe-Chatrier at the Roland-Garros Complex in Paris on June 8, 2025. (Photo by Dimitar DILKOFF / AFP)

Le storture dei giudizi in Italia. Sinner è trattato come un numero uno atipico, gli viene richiesto di mangiare più spaghetti e cantare le canzoni di Toto Cutugno. Come se gli alto-atesini non fossero degni di essere italiani veri o robe del genere. Ne parla Libero quest’oggi a firma Biasin, paragonando il n.1 del mondo ad Alcaraz che invece in campo costruisce il consenso urlando ad ogni punto vinto.

Il problema non è Alcaraz ma chi lo esalta (Libero)

Scrive così il quotidiano:

“Carlitos Alcaraz fa benissimo a fare tutto il casino che fa. Realizza un grande punto? Si porta la mano all’orecchio come a dire «ammazza quanto sono figo». L’avversario sbaglia in un momento cruciale del match? Gli parte l’urletto di godimento. Sente che il pubblico è dalla sua? Fa tutto quello che può per gasarlo all’inverosimile con buona pace del poveraccio dall’altra parte della rete. Dicevamo, fa benissimo, perché è anche così che si costruiscono vittorie, apprezzamento, è così che si acchiappa il pubblico e si porta avanti lo show. A volte risulta esagerato? Eccome, ma non è certo un suo problema.

Il problema, semmai, è di chi certi trucchetti dovrebbe conoscerli e, invece di banalizzarli, li prende come “esempio da mutuare”. «Che bravo Alcaraz che fa la tarantella» e «Sinner dovrebbe prendere esempio», fino a «lui sì che piace alla gente». Tutte cazzate, lasciatecelo dire in francese. Carlos Alcaraz è un fenomeno e si gestisce alla grande, ma guai a pensare che abbia qualcosa da insegnare al numero 1 al mondo. Badate bene, non stiamo parlando “di campo”, ma di comportamento. Jannik Sinner è una bellezza per quel che riesce a fare con la racchetta in mano ma anche e forse soprattutto per il contorno: non si sente il re dell’universo, non ammicca, non fa nulla per far innervosire il suo avversario, se vince ringrazia e se perde saluta.

Jannik Sinner è esattamente tutto quello che non ci meritiamo, al punto che in giro per il mondo stiamo esportando una menzogna rara, ché la gente osserva ’sto ragazzo e pensa «ammazza quanto sono bene educati gli italiani!». Certo, come no. Un regalo che qualche illuminato pensatore italico continua a criticare e, invece, dovrebbe benedire. Che Iddio (del tennis) ce lo conservi a lungo”.

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